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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Maggio 2011
 
   
  SALVIAMO GLI ASINI SELVATICI DALLŽESTINZIONE

 
   
  Bruxelles - I cavalli e gli asini moderni sono i discendenti dellŽasino selvatico, che è attualmente in pericolo di estinzione. LŽurgenza di salvare lŽasino selvatico aumenta con il continuare di attività umane come la distruzione dellŽhabitat e la caccia. Scienziati coordinati dallŽIstituto di ricerca dellŽecologia della fauna selvatica presso lŽUniversità di medicina veterinaria di Vienna in Austria, hanno studiato i fattori coinvolti nella perdita delle specie. Presentato sulla rivista Biological Conservation, lo studio si occupa di come proteggere la sopravvivenza di questa specie. Sebbene in passato abitasse diverse zone, attualmente lŽasino selvatico vive in Cina, India, Iran, Mongolia e Turkmenistan; il Deserto dei Gobi in Mongolia è unŽimportante area di rifugio per questa specie. Il professor Chris Walzer e i suoi colleghi dellŽIstituto di ricerca sulla fauna selvatica hanno valutato la distribuzione degli asini selvatici nel Deserto dei Gobi e hanno trovato questa specie in zone dove la produzione media di biomassa è al di sotto di 250 grammi per metro quadrato lŽanno. Sebbene questa specie in passato popolasse regioni più produttive, lŽattività umana ha distrutto lŽhabitat e la sopravvivenza degli animali. Sono stati cacciati o uccisi dallŽuomo per fare in modo che il bestiame dei contadini avesse accesso a cibo e acqua, che scarseggiano nel Deserto dei Gobi. Nonostante la sua robustezza, lŽasino selvatico ha bisogno di acqua e cibo per sopravvivere nelle dure condizioni del deserto e della steppa e la specie è stata obbligata a spostarsi in aree dove non è facile trovare sostentamento. Ai fini del loro studio, i ricercatori hanno messo radio-trasmittenti su quasi 20 asini e hanno monitorato i movimenti degli animali fino a che i trasmettitori non sono caduti (i trasmettitori erano stati progettati per cadere dopo un certo periodo di tempo). I risultati ottenuti hanno confermato che i singoli animali si spostano molto ma evitano le regioni montuose o collinari. Affermano infatti che le montagne che limitano la distribuzione della specie in Mongolia impediscono il movimento degli animali. Sono stati usati test genetici per corroborare le informazioni secondo le quali gli animali che si trovano sui due lati delle montagne sono in effetti isolati gli uni dagli altri. Grazie agli sforzi fatti dagli ambientalisti, però, il team non ha trovato prove di un recente "collo di bottiglia genetico". Per riassumere, la specie ha mostrato un livello di diversità genetica relativamente alto, sia allŽinterno che tra le due subpopolazioni, secondo i ricercatori. Fanno però notare che i dati ottenuti dalle radio-trasmittenti hanno rivelato che gli asini selvatici non hanno potuto o non hanno voluto attraversare i confini creati dagli uomini come la linea ferroviaria Ulaanbaatar-pechino. Di conseguenza, circa 17.000 chilometri quadrati di habitat adatto sono irraggiungibili per questi animali. Inoltre un recinto di confine vecchio di quasi 40 anni tra Mongolia e Cina tiene gli asini selvatici separati. Secondo il team gli asini selvatici che vivono nel Deserto dei Gobi beneficiano di un piano di salvaguardia coordinato e multinazionale. "Aprire il recinto di confine, al meno in alcuni punti, non solo aiuterebbe gli asini selvatici asiatici ma potrebbe anche essere vantaggioso per altri mammiferi rari, come i cammelli Bactrian e i re-introdotti cavalli di Przewalski. Hanno contribuito a questo studio esperti del Politecnico di Monaco in Germania, dellŽIstituto Xinjiang di ecologia e geografia in Cina e del Laboratorio di ecologia dei mammiferi dellŽIstituto di biologia presso lŽAccademia delle scienze della Mongolia e il Wwf Mongolia. Per maggiori informazioni, visitare: Università di medicina veterinaria, Vienna: http://www.Vu-wien.ac.at/en/  Biological Conservation: http://www.Elsevier.com/wps/find/journaldescription.cws
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