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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Maggio 2011
 
   
  CONTRAFFAZIONE, FENOMENO SOTTOVALUTATO ANCHE SUL PIANO DEL DISVALORE SOCIALE

 
   
  Trento, 30 maggio 2011 - Il primo incontro del pomeriggio partenopeo è dedicato a quella zona grigia, davvero poco conosciuta, che si colloca fra economia e crimine: la contraffazione e la cultura del lavoro. La contraffazione crea disvalore sociale e da´ la possibilità alle organizzazioni criminali di trovare terreno fertile fra le persone bisognose di lavoro. Secondo il generale Umberto Sirico della Guardia di Finanza, "la Camorra è, in tema di contraffazione, meglio strutturata mentre altre organizzazioni sono specializzate in altri settori. La Camorra, qui a Napoli, è organizzata a livello industriale. La remunerabilità del business della contraffazione è enorme, il ricarico che le organizzazioni recuperano sono dell’ordine del 500%. Nemmeno nella droga si riescono a tenere ricavi così alti". Luciano Brancaccio ha presentato uno studio di caso sull´organizzazione camorristica dei Licciardi detti "i magliari" di Secondigliano, contraffattori molto abili, esistente già nel secondo dopoguerra. I principali gruppi camorristici sono strutturati su clan familiari allargati. La maggior parte degli appartenenti sono killer veri e propri: molti “boss” camorristi sono donne (es. Maria Licciardi). Di cultura del lavoro ha parlato a lungo e in maniera molto dettagliata il sociologo Vincenzo Moretti e presidente della Fondazione Di Vittorio che ha scritto, insieme a Cinzia Massa, un interessante libro sulle “Storie straordinarie di ordinario coraggio” del Rione Sanità. Il generale Umberto Sirico comandante del Servizio centrale di investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza ha posto l’attenzione sul fenomeno della contraffazione partendo innanzitutto dalla considerazione che molto spesso è sottovalutato sotto il profilo sociale. L’appeal è enorme per questo fenomeno criminale. La contraffazione deve essere combattuta ricostruendo le filiere del traffico con un approccio molto più accorto (intercettazioni telefoniche e altri strumenti dettati dalla normativa attuale). Il reato è rientrato nelle competenze dell’antimafia e quindi per contrastarlo si possono utilizzare gli strumenti tipici di questi crimini. La contraffazione non deve essere sottovaluta sul piano del disvalore sociale. La repressione non può essere il solo mezzo di contrasto. "La contraffazione - dice il generale della Guardia di Finanza - è un business delle mafie del domani. La contraffazione incide su più piani e negativamente sul mercato. Chi mette in vendita merci contraffatte altera le regole del mercato. E’ - aggiunge - anche un fenomeno che incide sulla salute del cittadino perché i prodotti contraffatti sono prodotti insicuri che mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini perché non rispettano le regole delle norme comunitarie. La contraffazione produce anche un danno enorme all’erario”. La Guardia di Finanza è chiamata in prima battuta a difendere le regole del mercato. La contraffazione nei suoi circuiti organizzativi è gestita da gruppi criminali essenzialmente camorristici. Strutturata e regolamentata da “leggi” ferree e capacità di tenere in Campania tutto il traffico con trasferimenti di prodotti accompagnate da staffette. Per combattere la contraffazione non può limitarsi all’ultimo anello della catena, secondo un approccio investigativo 110 milioni di prodotti contraffatti dai giocattoli ai prodotti per la casa (cosmetici che recano materie prime dannose per la pelle, es. Rubinetti che al contatto poteva provare danni molto serie). La contraffazione raggiunge tutto: per es. Anche le magnifiche Rosse, le Ferrari, le Lamborghini, i trapani, le utensilerie. Oggi il business tocca tutto ciò che è possibile produrre in serie e, principalmente, che ha costi molto elevati. “Oggi - dice il generale Umberto Sirico - un chilogrammo di dvd contraffatti vale di più di un kg di droga”. Il fenomeno con la globalizzazione si è notevolmente incrementato. Luciano Brancaccio ha illustrato un importante studio di caso i Licciardi (contraffattori del settore abbigliamento, con sede produttiva in Campania e anche del settore utensileria, prodotti in Cina ma distribuiti dalla base in Campania) detti "i magliari", gruppo camorristico di Secondigliano. “Abbiamo analizzato otto settori economici in diverse aree - sottolinea Brancaccio - Campania, Sicilia e Calabria e ci siamo resi conto che le organizzazione sono così in “buona salute” che sopravvivrebbero anche se morissero quasi tutti gli appartenenti. Il mondo criminale napoletano è molto stratificato: élite camorristiche che si interfacciano con gruppi minori e si registrano matrimoni organizzati per pacificare dei conflitti in atto. “Questo specifico fenomeno - continua Brancaccio - fa venire in mente i matrimoni delle antiche famiglie nobiliari che detenevano il potere. I clan camorristiche hanno caratteristiche da gang e, però, sono capaci di mantenersi a galla per lungo tempo”. Vittorio Moretti, napoletano nato proprio a Secondigliano ha cercato, per tanti anni della sua vita, di spiegare che quel luogo non era solo camorra. “L’amore per le cose che fai è fondamentale per la cultura del lavoro - dice un Moretti emozionato - . Raccontare storie attraverso il lavoro è molto importante, per questo con Cinzia Massa abbiamo scritto il libro dedicato al Rione Sanità. I ragazzi del Rione Sanità se fanno il colpo della loro vita guadagnano 1000 euro al mese, se decidono di andare al nord, o all’estero ne prendono molti di più e, però, socializzano solo su Internet. Ma se questi stessi ragazzi, ora laureati, avessero deciso di restare a Napoli ad entrare nella malavita guadagnerebbero molto di più”. E’ importante, sottolinea Moretti portando diversi esempi, cogliere le opportunità perché quando ciò avviene, le opportunità si moltiplicano. La capacità di diventare autonomi (per i ragazzi del Rione Sanità) e di cogliere le fantastiche opportunità intrinseche nel riconoscimento del merito (prima di tutto verso sé stessi) fornisce una chiave per la vita molto importante. Www.festivaleconomia.it/    
   
 

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