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Notiziario Marketpress di
Lunedì 30 Maggio 2011 |
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ISTAT SIAMO IN PIENA RECESSIONE. CALANO LE VENDITE, ANCORA GIÙ GLI ALIMENTARI. DIMINUZIONE AL DETTAGLIO DEL 2%. REGGONO GLI ELETTRODOMESTICI.
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Lecce, 30 maggio 2011 - Nonostante le smentite del ministro dell´economia Giulio Tremonti, l´Istat continua a fotografare un´Italia in piena recessione. Eppure gli effetti negativi continuano a farsi sentire: aumentano i disoccupati in Italia, calano vendite e acquisti di ogni generi, dai supermercati al commercio. Le vendite al dettaglio a marzo, infatti, sono calate del 2,0% rispetto allo stesso mese del 2010 e dello 0,2% rispetto a febbraio. L´istituto statistico ha poi aggiunto che la discesa registrata su base annua è la più marcata dal gennaio del 2010. Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale, pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare (leggi i dati Istat su crescita e industria) Rispetto a febbraio 2011, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,3% e quelle di non alimentari dello 0,2%. A confronto con marzo 2010 la differenza è ancora più ampia, -2,6% per i primi e -1,6% per i secondi. Male La Grande Distribuzione. Sempre su base annua, nella grande distribuzione le vendite segnano variazioni negative sia per il ´food´ (-2,9%), dove il ribasso è più accentuato, sia per il ´non food´ (-1,2%). Anche per le imprese operanti su piccole superfici, si è registrata una diminuzione (con un calo dell´1,9% sia per i prodotti alimentari, sia per quelli non alimentari). Guardando alla dimensione delle imprese, a marzo 2011 il valore delle vendite è diminuito, in termini tendenziali, del 2,2% nelle micro imprese (fino a 5 addetti), del 2,0% in quelle da 6 a 49 e dell´1,7% nelle imprese con almeno 50 addetti. Quanto al valore delle vendite di prodotti non alimentari, a marzo le riduzioni più forti riguardano i gruppi ´cartoleria, libri, giornali e riviste´ e ´giochi, giocattoli, sport e campeggio´ (-2,4%), ´abbigliamento e pellicceria e mobili, articoli tessili, arredamento´ (-2,3%). L´unico settore non in negativo è quello degli ´elettrodomestici, radio, tv e registratori´, che, però, segna una variazione nulla. Uno scenario drammatico, secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, quello tratteggiato dall’Istat, che dati alla mano sottolinea come tutte le difficoltà che sta attraversando il settore, a partire dalla forte impennata dei prezzi di alcuni prodotti che se de un lato, ha contratto le vendite nei supermarket, dall´altro ha, di fatto, reso sempre più cara la spesa delle famiglie italiane. Il costo della spesa è aumentato facendo così raggiungere ad alcuni beni di largo consumo, come la pasta, ben il 50% di aumento in un anno. |
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