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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Giugno 2011
 
   
  PIANO IN QUATTRO MOSSE. COSI’ IL TRENTINO HA COMBATTUTO LA CRISI

 
   
   Trento, 14 giugno 2011 - Una flessione dell’occupazione impercettibile rispetto ad altre realtà regionali, nord-est compreso, un aumento del gettito fiscale rispetto al calo registrato a livello nazionale, una diminuzione del Pil più contenuta rispetto alla media italiana. Questi gli effetti della manovra “anticrisi” messa in campo dalla Provincia autonoma di Trento, illustrata da Carlo d’Amore, del Dipartimento Industria, Artigianato e Miniere della Provincia autonoma di Trento, il 3 giugno, nell’incontro alla “Tenda Aperta” di Piazza Duomo. Ma non è ancora tempo di abbassare la guardia: se da un lato si registra un’inversione di tendenza del fatturato complessivo del settore produttivo trentino, cresciuto rispettivamente dell’8,6%, 18,1% e 5,8% nei primi tre trimestri del 2010 rispetto all’anno precedente, preoccupano ancora occupazione e le difficoltà di alcuni settori, quali quello estrattivo e delle costruzioni. Ma il tasso di disoccupazione trentino rimane la metà di quello nazionale: 4% ad aprile 2011 contro l’8% della media italiana. Come è riuscita la Provincia autonoma di Trento a limitare l’effetto della crisi economica internazionale sulle imprese locali? Attraverso quattro filoni principali di intervento, illustrati nel dettaglio da Carlo d’Amore. E recependo rapidamente l’adeguamento, da parte dell’Unione europea, del limite dei contributi “de minimis” salito da 200 mila euro a 500 mila euro. Per quanto riguarda le misure anticongiunturali messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento, il primo filone ha riguardato gli interventi finanziari straordinari. La possibilità, cioè, riconosciuta alle imprese, di trasformare i debiti a breve in mutui a medio-lungo termine, agevolati attraverso la garanzia dei confidi ed il contributo sugli interessi. Due fasi, la prima partita a fine 2008 rivolta alle imprese più piccole, la seconda riservata alle aziende di maggiori dimensioni. «L’accoglienza da parte delle imprese è stata di molto superiore alle aspettative – ha sottolineato Carlo d’Amore - interessando in totale 2.939 imprese per 509,6 milioni di mutui, con uno stanziamento di risorse finanziarie pubbliche parti a 45 milioni di euro». Altra misura di natura finanziaria è stata la creazione di un fondo rischi a destinazione speciale destinato allo smobilizzo dei crediti a breve che le imprese non riuscivano ad incassare, cioè la loro monetizzazione attraverso un finanziamento bancario. A fronte di 38 richieste presentate dalle imprese per 9 milioni di euro di mutui sinora, ad istruttorie ancora in corso, risultano concessi 27 mutui per 5,5 milioni di euro. E’ stato poi attivato un analogo intervento rivolto alle imprese dell’autotrasporto: 29 domande, oltre un milione di euro di contributo e 460 dipendenti stabilizzati. Il secondo filone di intervento anticrisi messo in campo dalla Provincia di Trento ha riguardato i progetti di riorganizzazione aziendale, con la concessione di un contributo straordinario per gli interventi finalizzati alla stabilizzazione dei livelli occupazionali nelle medie e grandi imprese. Una misura finanziariamente importante, che ha mobilitato complessivamente risorse pari a 18,8 milioni di euro e che ha riguardato 104 imprese con 11.396 dipendenti coinvolti, 10.441 dei quali con garanzia del mantenimento del posto di lavoro, nella maggior parte dei casi per il periodo massimo previsto, cioè due anni. La terza leva “anticrisi” ha riguardato lo stimolo agli investimenti produttivi, innalzando in via straordinaria le percentuali di contributo, passate per gli investimenti di mero ammodernamento tecnologico dal 7,5% al 15% della spesa ammessa per le piccole imprese (10% per le medie imprese). Confermati i già elevati livelli di agevolazione per l’attività di ricerca applicata svolta dalle imprese, per le Pmi articolata in un range che va dal 30% fino all’80% dei costi sostenuti. Così le 53 domande presentate nel 2010, per una spesa ammessa di 55,5 milioni di euro, ed un contributo concesso di 29,2 milioni, sono segno della voglia di reagire alla crisi da parte delle imprese. A sostegno degli investimenti nel settore produttivo, anche il Piano triennale di attività di Trentino Sviluppo, braccio operativo della politica industriale della Provincia, che nel triennio 2008-2010 ammonta complessivamente a 571,2 milioni di euro, dei quali 130 milioni destinati ad interventi in funzione anticrisi (leaseback e partecipazioni societarie). Ultimo filone di intervento, nel contesto della manovra anticrisi varata dalla Provincia autonoma di Trento, quello riguardante il rafforzamento patrimoniale delle imprese: obiettivo favorire la capitalizzazione delle aziende stimolando l’apporto di nuove risorse da parte del proprietario. «L’intervento, poco utilizzato in precedenza perché considerato dalle imprese di scarso appeal – osserva Carlo d’Amore – è stato ripensato ed ha avuto un rilevante successo. Era stato previsto un plafond di 100 milioni di mutui, invece sono state presentate 586 domande, per un importo pari a 213,8 milioni di euro, corrispondenti ad un impegno finanziario della Provincia di circa 32 milioni di euro» . Una manovra di successo anche perché, come ha osservato Paolo Spagni, dirigente generale del Dipartimento Industria, Artigianato e Miniere della Provincia autonoma di Trento, intervenuto a chiusura dell’incontro, si è innestata su un sistema di sostegno alle imprese che in Trentino già poteva contare su tre elementi distintivi. «Un sistema forte – ha osservato Spagni - dentro il quale si è messa maggiore benzina». «Queste tre peculiarità – ha spiegato Spagni – sono le politiche di bilancio attente ad allocare risorse a favore delle imprese: poco meno di 150 milioni di euro ogni anno nel bilancio provinciale vengono destinati ai trasferimenti alle imprese. La prevalenza, poi, di procedure “a sportello” rispetto alle procedure “a bando” che caratterizzano invece il panorama nazionale, il che consente al Trentino di accogliere in pratica tutte le domande delle imprese che hanno i requisiti, che fanno cioè investimenti di qualità e in progetti di ricerca». Infine, terzo punto forte delle politiche industriali trentine, l’utilizzo della proprietà pubblica a sostegno delle imprese, in primis tramite Trentino Sviluppo e lo strumento del leaseback. «Una sorta di “uovo di Colombo” – lo ha definito Spagni - che ha dato risultati importanti, consentendo da un lato all’azienda di realizzare liquidità smobilizzando la cosa meno produttiva che ha, cioè i muri, dall’altro alla Provincia di Trento di avere un controllo strategico sulle aree industriali, tanto importanti considerata la scarsità di spazi in una provincia dove il territorio è una risorsa scarsa e perciò preziosa».  
   
 

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