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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Giugno 2011
 
   
  I RISCHI DELLE ASIMMETRIE INFORMATIVE E DEL DILUVIO DI DATI TRA NEUROECONOMIA, CONOSCENZA, IGNORANZA E "SENTITO DIRE"

 
   
  Trento, 9 giugno 2011 - “Il confine vero è tra chi sa e chi non sa” aveva detto durante l´inaugurazione Alberto Orioli – vicedirettore del Sole 24 Ore. E il tema dell´informazione e le asimmetrie tra il possesso e la carenza di questa risorsa sono stati al centro dell´incontro che ha visto confrontarsi – il 3 giugno - moderati dal giornalista Giancarlo Santalmassi - Enrico Giovannini, presidente dell´Istat, Giuseppe Mussari, presidente di Abi, Associazione Bancaria Italiana, Matteo Motterlini, professore di Economia cognitiva e Neuroeconomia presso l´Università Vita-salute del San Raffaele di Milano e Marco Onado, docente presso il dipartimento di Finanza della Bocconi e autore di numerose pubblicazioni tra cui "I nodi al pettine" (Laterza, 2009) presentato durante la scorsa edizione del Festival dell´Economia. Non si discute di un problema di quantità. “C´è forse troppa informazione, anche istituzionale - ha esordito Giuseppe Mussari - ma è difficile comprendere ciò che viene comunicato e distinguere tra ciò che è corretto e ciò che non lo è; viviamo in un mondo che da una parte finge, spendendo molti soldi, di informare e dall´altra non raggiunge il suo scopo”. Esiste dunque una profonda difficoltà nell´elaborare e assimilare, per poi utilizzarli, i dati di carattere economico-finanziario. Il presidente dell´Istat avanza alcune osservazioni che confermano tale analisi. Il mensile "Wired" ha presentato una graduatoria delle sette professioni più importanti che però nessuno insegna mai. Qual è la prima? Il “saper navigare tra il diluvio dei dati.” E la carenza di competenze in questo campo fa sì che gli italiani - ma non fanno una figura migliore gli altri cittadini europei o gli americani - difficilmente ricordino e sappiano interpretare informazioni importanti e largamente diffuse come il Pil o il tasso di disoccupazione, a meno che tali informazioni non riguardino un evento rilevante per chi li legge. “Il cittadino è un disattento razionale” conclude Giovannini. L´informazione posseduta sembra dunque essere frutto anche del modo in cui il soggetto destinatario la rielabora. Su questo passaggio molto ha da dire Matteo Motterlini che descrive il nostro cervello come un filtro distorcente. “Due messaggi come “Alitalia vola” e “bruciati decine di miliardi” attivano aree distinte nel nostro cervello ma in nessuno dei due casi si tratta della parte più razionale” spiega il professore di neuroeconomia. “Nel primo caso pensiamo ai nostri risparmi, e lavorano i centri detti della ricompensa che condividiamo con rettili e mammiferi e che si attivano anche con aspetti legati al sesso, al cibo e alla cocaina; il secondo caso invece lo ricolleghiamo al rischio e lavorano i centri del disgusto, dell´ansia e della paura”. Anche le nostre decisioni economiche insomma dipendono non solo da un calcolo razionale basato sul guadagno di denaro, ma anche da emozioni ben più “calde” come l´invidia, l´orgoglio e la fiducia. Meccanismi che cominciano ad essere conosciuti attraverso la neuroeconomia. Da qui l´invito ad utilizzare i risultati di tale disciplina perché consentono di elaborare ambienti e proposte che consentano alle persone di fare le scelte per loro migliori. Uno degli eventi che più ha risentito della carenza di informazione e di comprensione è stata la crisi economico-finanziaria degli ultimi anni. E´ Marco Onado ad illustrare questo aspetto prendendo in considerazione due fattori: bolle speculative e eccesso di credito. “In entrambi i casi l´informazione ha fatto pochissimo, ci sono stati molti comportamenti collusivi e omertosi e la crisi all´inizio è stata sottovalutata ridotta ad un leggero sinistro scricchiolio del sistema. I comportamenti omertosi sono una distorsione della nostra società, il vero male sottile” ha concluso Onado. Anche il sistema bancario italiano è stato sottoposto ad una breve riflessione in questo incontro. Una riflessione che è partita da un sondaggio presentato da Enrico Giovanni. Secondo tale rilevazione, la maggior parte del campione intervistato ritiene che le banche non forniscano informazione adeguata sui prodotti offerti alla clientela. Ma questa opinione predominante è espressa in particolare da coloro che non hanno rapporti con le banche. “Siamo in un paese – precisa Giovannini - in cui la riflessione seria sui problemi è spazzata via dal sentito dire”. Il presidente di Abi Mussari risponde difendendo il sistema bancario italiano - considerato meno spregiudicato di quello di altri paesi – pur ammettendo l´esistenza di un grave problema di comunicazione”. Problema che riguarda anche la raccolta e la diffusione di dati statistici, spesso non sottoposta nei mass media ad un attento controllo. Un quadro non roseo dunque: “Come dicono gli inglesi knowledge is power, but ignorance is super power” sottolinea Matteo Motterlini. L´asimmetria informativa genera controllo su chi ignora. “Perciò - conclude il docente di Economia cognitiva - è importante non solo che le persone conoscano la statistica ma anche che imparino a ragionare statisticamente”.  
   
 

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