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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Giugno 2011
 
   
  IL WELFARE MADE IN TRENTINO FAMIGLIA E NUOVA IMPRENDITORIALITÀ

 
   
  Trento, 9 giugno 2011 - Il welfare trentino ha finora visto in prima linea pensioni, la sanità, e l’assistenza a favore delle generazioni più anziane. Oggi però sono sempre di più i giovani a trovarsi in difficoltà: se in Italia il 30% dei giovani tra i 15 e i 29 anni è disoccupato in Italia, in Trentino troviamo un tasso del 18% . Alla "Tenda aperta" di Piazza Duomo, il 5 giugno, si è parlato di come il Trentino ha ripensato il sistema di welfare alla luce della crescente disoccupazione giovanile e femminile. La nuova legge per la famiglia varata dal governo provinciale nel 2011 è un esempio di sostegno mirato a non fare della famiglia il primo ammortizzatore sociale a costo zero. “La legge provinciale per la famiglia ha come primo obiettivo quello di incidere sulle aspettative della famiglia e dunque sostegno anche alla natalità che in Trentino come nel resto d’Italia è tra i più bassi del mondo". A dirlo è Luciano Malfer, dirigente generale del progetto coordinamento politiche familiari e sostegno alla natalità della Provincia autonoma di Trento. “La legge 1 del 2011 ha individuato una serie di passaggi interessanti anche a livello nazionale. In provincia di Trento le politiche familiari non sono quelle socio assistenziali, ma riguardano tutte le politiche della Giunta: dal reddito di garanzia, all’alloggio a canone moderato. Il costo dell’abitazione incide in modo altissimo sulla famiglia. La conciliazione famiglia lavoro, quando lavorano i due genitori, è stato il fattore attorno al quale si è costruito il Trentino ‘distretto per la famiglia´. Si tratta di un Trentino che vuole realizzare capitale relazionale con progetti che lavorano per il benessere delle famiglie, per accrescere l’attrattività territoriale, su ispirazione del modello tedesco ‘die grosse Allianz fuer die Familie”. Oggi ci sono 200 operatori che si avvicinano a questi obiettivi. Ci sono tre distretti attivi, più altri cinque in avvio. Abbiamo creato lo standard Family auditel con 50 organizzazioni che vi si riferiscono". Di ‘welfare integrato’ ha parlato, quindi, Claudia Loro (Cgil del Trentino): “Il benessere familiare deve partire anche dalle pari opportunità nel lavoro. L’eguaglianza dentro il mercato del lavoro è anche un problema di Pil, di crescita per le famiglie. Bisogna dare prima di tutto la possibilità alle donne di accedere al mondo del lavoro. Le donne vivono nel mercato del lavoro un gap retributivo rispetto agli uomini, anche a fronte di un rendimento scolastico migliore. Inoltre sono inserite in quei settori in cui la prestazione del lavoro è valutata inferiore ad altre: tessile, servizi, terzo settore. Poi c’è il fenomeno del tetto di cristallo che impedisce loro di arrivare ai vertici di aziende pubbliche e private. Infine quando le statistiche ci dicono che, se in presenza di uno o più figli, le donne lasciano il mondo del lavoro e qui deve intervenire il welfare. La legge provinciale va in questa direzione perché interviene molto sulla conciliazione famiglia e lavoro, creando un welfare di servizi in Trentino. Nel comune di Trento abbiamo superato il 33% di asili nido , quota richiesta dalla Ue, ma ancora si attende un aumento nelle Valli. Altro punto importante è l’aiuto alla donna nel suo ruolo di cura nella famiglia, per esempio per la parte di norme che regola la non autosufficienza. Come organizzazioni sindacali dovremo lavorare su modelli produttivi e sugli orari, ma soprattutto sulla precarietà che coinvolge donne e giovani prevalentemente”.  
   
 

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