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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Giugno 2011
 
   
  10 MILIONI E 300 MILA EURO PER IL BACINO DI CALDOGNO DAI FONDI FESR COMUNITARI PER SALVARE VICENZA E PADOVA DALL’ALLUVIONE.

 
   
  Venezia, 8 giugno 2011 - “Dieci milioni e 300 mila euro stanziati con i fondi Por Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) per coprire la spesa di realizzazione del bacino di laminazione a Caldogno, capace, se non di impedire, certamente di limitare al massimo fenomeni alluvionali a Vicenza come nel padovano: questa è la proposta operativa forse più pregnante, sicuramente la più impegnativa, uscita dal Tavolo di partenariato Por Fesr riunitosi oggi a Venezia”. E’ stato Roberto Ciambetti, assessore regionale ai Programmi Operativi Regionali del Fondo Europeo di Sviluppo, a presentare una serie di proposte di modifica agli interventi già programmati, che dovranno ora essere recepite dalla giunta regionale. Tra varie modifiche, molte delle quali di carattere tecnico, la più significativa è la concentrazione di fondi per il bacino di Caldogno. “In altri casi – ha spiegato Ciambetti – abbiamo cercato di adeguare i finanziamenti dei Fondi Fesr alle esigenze dei comuni i quali non avrebbero potuto realizzare molte opere perché vincolati dal cosiddetto Patto di stabilità. Adeguando il finanziamento comunitario, invece, possiamo dare il via libera ad una serie di interventi che altrimenti sarebbero rimasti al palo”. Nel corso dell’incontro con tutti i protagonisti del tavolo di concertazione è emerso un dato:“la necessità di rivedere le linee di intervento – ha detto Silvia Chiarini in rappresentanza degli Industriali veneti – che erano state individuate prima della grande crisi di questi anni e che dunque oggi non rispondono più alle esigenze reali dell’economia e della società”. Questa tesi è stata ripresa con forza anche da parte delle organizzazioni sindacali. “Concordo con questa lettura – ha detto Ciambetti – perché dobbiamo davvero ricalibrare gli interventi rispetto agli scenari attuali: non a caso io stesso ho caldeggiato la concentrazione di fondi per il bacino di Caldogno, per risolvere una situazione che forse qualche anno fa non era stata tenuta in debita considerazione”  
   
 

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