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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Giugno 2011
 
   
  INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2011 CONFINDUSTRIA COMO E CONFINDUSTRIA LECCO

 
   
   Como/lecco, 8 giugno 2011 - Nei giorni scorsi si è conclusa la rilevazione della nuova edizione dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Confindustria Como relativo al mese di maggio. Entrambe le indagini sono svolte mediante la somministrazione di brevi questionari a risposta multipla, e i risultati prodotti includono elementi aggregati e disaggregati, approfondimenti per settori merceologici di attività e per classi dimensionali. L’azione sinergica delle due Associazioni territoriali nell’effettuare le rilevazioni e le analisi consente di cogliere congiuntamente caratteristiche distintive e analogie tra i due territori, fornendo alle industrie uno strumento ancora più efficace per “leggere” e interpretare la congiuntura economica locale. Gli indicatori monitorati confermano i dati già rilevati durante la precedente Indagine di aprile, senza particolari elementi di positività o criticità. Per le aziende nel loro complesso i giudizi prevalenti sono improntati alla stabilità, con domanda ed attività produttiva che continuano a rivelare lievi propensioni di crescita. L’export mantiene il ruolo di elemento propulsore del mercato e l’andamento della produzione media si stabilizza al 75% di quella totale. Continuano a persistere elementi frenanti come una limitata visibilità, alcune situazioni di insolvenza da parte dei clienti e oscillazioni dei prezzi delle materie prime; tuttavia, le aspettative degli imprenditori per le prossime settimane sono fiduciose e improntate al miglioramento. Gli Ordini - Il campione delle due province esprime una situazione positiva, dove i giudizi che indicano crescita continuano a superare quelli indicanti una diminuzione. In particolare i dati registrano un aumento nel 31% dei casi (il 30% ad aprile), stabilità per il 48% (il 47% in precedenza) e una contrazione nel 21% (il 23% nella scorsa edizione). Esaminando la provenienza geografica degli ordini, il mercato interno conferma una fase di sostanziale stabilità, indicata dal 52% del campione (56% ad aprile); mentre il 26% indica una crescita e il 22% una diminuzione (entrambi al 22% in precedenza). Le esportazioni esprimono un saldo positivo con una crescita indicata dal 27% del campione, stabilità per il 52% delle risposte e diminuzione per il restante 21%. Per la prima volta da inizio anno i dati registrano una contrazione del gap tra giudizi positivi (scesi al 27% dal 39% di aprile) e quelli negativi (in aumento fino all’attuale 21% contro il precedente 18%). La Produzione - Per entrambe le province la produzione conferma un andamento positivo, anche se i dati esprimono contestualmente un rallentamento del ritmo di crescita. Il 59% del campione comunica il permanere dei livelli produttivi di aprile, il 16% una diminuzione, mentre il 28% esprime un aumento. Nonostante il gap tra i giudizi sia favorevole, i dati della scorsa edizione dell’osservatorio rapido lo erano di più (il 39% indicava crescita e il 14% una contrazione). In media le imprese rivelano di utilizzare il 75% della capacità produttiva effettiva, in linea con il dato di aprile (76%). Le Previsioni - Le imprese di entrambi i territori esprimono aspettative favorevoli per le prossime settimane con un terzo del campione che comunica una crescita (il 33%, in aumento rispetto al 28% di aprile). Il 52% prevede una situazione immutata mentre le ipotesi di una nuova contrazione risultano limitate al 15%. L’orizzonte di visibilità delle imprese inizia ad estendersi: nonostante la metà delle imprese comunichi di avere poche settimane sulla previsione degli ordini, è in crescita (al 44%) il numero di chi comunica una visibilità di qualche mese. In otto casi su dieci l’orizzonte di visibilità risulta in linea con il tempo medio di evasione degli ordini, mentre solo nel 3% le imprese possono lavorare con un’ampia visibilità sulla programmazione della produzione. Le Materie Prime - Sul versante delle materie prime, uno degli elementi di maggior criticità per le imprese, i dati non esprimono punti di svolta rilevanti. Il 39% delle imprese di entrambe le province indica di aver subito ulteriori aumenti nel prezzo delle forniture, mentre il 62% ha visto sostanzialmente congelati i livelli dei prezzi, comunque alti, dello scorso aprile. Oltre un’impresa su tre comunica anche difficoltà nell’ottenimento delle forniture richieste. Tra le azioni attuate dalle imprese per far fronte al caro prezzi, predominanti sono state l’innalzamento delle scorte (31%) e acquisti spot (53%). La Solvibilita’ - A livello generale, il 62% delle imprese comunica l’esistenza di situazioni di difficoltà di pagamento da parte dei clienti. Per tali casi di insolvenza viene rilevata una dinamica negativa: un’impresa su tre esprime un aumento dei ritardi per contro solo per un’impresa su dieci la situazione è migliorata. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Le imprese indicano situazioni di generale stabilità nei rapporti con gli istituti di credito. L’ 82% del campione comunica il permanere delle condizioni precedentemente praticate e solo il 4% condizioni migliori. Si attesta al 14%, per contro, la percentuale di soggetti che rivelano condizioni meno vantaggiose rispetto a quanto praticato in precedenza. L’occupazione - Lo scenario occupazionale delle due province evidenzia livelli complessivamente stabili, più favorevoli rispetto alle previsioni formulate ad aprile. L’86% del campione comunica il mantenimento dei livelli mentre i giudizi di crescita e diminuzione (entrambi attestati al 7%) tendono a bilanciarsi. I Dati Di Como - Gli indicatori monitorati indicano uno scenario stabile cui si affiancano pochi segnali positivi o di ripresa dell’attività economica. La domanda non registra variazioni neppure sui mercati esteri, dove in precedenza si erano registrati buoni risultati; si riscontra un ampio utilizzo della capacità produttiva; si rilevano ulteriori criticità riguardo la dinamica dei prezzi delle materie prime e l’orizzonte di previsione della domanda. Nel dettaglio, sul fronte della domanda, l’indagine rapida evidenzia un aumento degli ordini per il 33% del campione, mentre il 25% indica una riduzione. Si attesta al 43% il numero dei soggetti che indicano invece una stabilità rispetto ai livelli di inizio anno. Esistono alcune differenze rispetto ai mercati geografici di interesse. Gli ordini provenienti dall’estero rilevano una battuta d’arresto (al contrario di quanto rilevato nelle precedenti edizioni), con una crescita per quasi un quinto dei giudizi (il 18%) e stabilità nel 43%. La domanda interna, invece, ha performato meglio: il 38% del campione comunica il mantenimento dei livelli; i giudizi che indicano contrazione sono il 23%; quelli che esprimono una crescita sono il 33%. L’attività produttiva si attesta sui medesimi livelli di febbraio perché influenzata dai risultati divergenti dei mercati esteri e di quello interno. Il 35% delle imprese comunica un incremento, il 40% segnala stabilità e solo il 25% una diminuzione. In media, il campione rivela di utilizzare circa il 71% della capacità produttiva disponibile. Il dato è in linea con le rilevazioni del mese precedente e ben superiore ai livelli di febbraio. Sul fronte previsionale le imprese del campione esprimono fiducia e intravedono uno scenario di crescita più robusta: si attesta al 50% il numero di coloro che attendono un aumento della domanda mentre il 28% prevede il permanere degli attuali livelli, confermando per le prossime settimane uno scenario nel complesso invariato. Solo il 23% invece comunica previsioni negative. Permangono criticità sull’orizzonte temporale di visibilità sulla domanda. Infatti, il 60% del campione rivela di avere visibilità per poche settimane (inferiori ad un mese), il 35% per qualche mese. Il dato è in linea con quanto rilevato nel corso di questi primi mesi del 2011. La solvibilità dei clienti delle aziende aderenti all’indagine mostra anch’essa qualche segnale di criticità: il 70% del campione comunica la presenza di insolvenze o difficoltà di pagamento tra i propri clienti. Un peggioramento della situazione. Inoltre, il 29% dei giudizi indica un incremento nella dinamica degli insoluti; il 61% una situazione invariata e il restante 11% una diminuzione. Sul versante delle materie prime, l’osservatorio descrive una situazione più stabile rispetto al mese scoro ma permangono ancora delle tensioni; i costi per l’approvvigionamento, sebbene non siano incrementati come in passato, sono ancora a livelli molto elevati. A fronte di questi aumenti le imprese hanno acquistato materie prime sul mercato spot (60% dei casi); incrementato le proprie scorte (26% dei giudizi). Si segnala infine che l’11% delle imprese ha stipulato contratti derivati per coprirsi dal rischio di un ulteriore incremento delle materie prime e solo il 3% del campione ha intrapreso dei gruppi d’acquisto. Nei rapporti tra le imprese e il sistema creditizio lo scenario rivela una generale stabilità (segnalata per il 78% dei casi). Il 20% delle imprese del campione, per contro, comunica l’esistenza di condizioni peggiori. Il quadro occupazionale appare sostanzialmente stabile: il giudizio prevalente è il mantenimento dei livelli (indicato nel 83% dei casi), il 10% degli intervistati ha indicato livelli occupazionali in aumento e il restante 8% in diminuzione. Le previsioni espresse dal campione paiono confermare lo scenario appena descritto anche per i prossimi mesi (prospettive stabili nell’73% dei casi). Ritengo – commenta Ambrogio Taborelli, presidente di Confindustria Como - che la battuta d’arresto che è stata evidenziata per gli ordini provenienti dall’estero sia da considerare molto più significativa rispetto all’aumento della domanda interna, perché è soprattutto ai mercati esteri che si rivolge la nostra produzione. Molti possono essere i fattori che influenzano questo andamento – come i fattori stagionali – ma la contrazione è un chiaro segno di presenza di problematicità anche nei mercati esteri. La frenata degli ordinativi, che purtroppo coinvolge tutti i settori, si prolungherà certamente anche nel mese di giugno. Il futuro che ci aspetta continua a prospettarsi incerto e non ci permette di impostare una programmazione seria. Anche i recenti dati riferiti alle richieste di cassa integrazione – che sono in aumento – sono in sintonia con questo stato di cose. Significativo anche il dato relativo alla presenza di insolvenze o difficoltà di pagamento: per cercare di arginare questo problema io credo che sia necessario monitorare attentamente i clienti alla ricerca di eventuali criticità. Insomma, magari guardare meno al fatturato ma curare di più il risultato.  
   
 

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