Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Giugno 2011
 
   
  REDDITO AUTONOMIA: MEGLIO ALTRE MISURE ESTENDERE STRUMENTO DELLA DOTE ANCHE AL WELFARE

 
   
  Milano,  8 giugno 2011- "Sinceramente non credo che il reddito di autonomia sia lo strumento più idoneo nell´attuale contesto economico e nella realtà". Lo ha ribadito l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, intervenendo ieri al convegno ´Reddito di autonomia´, promosso dalla Caritas e dall´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Al dibattito, dedicato al tema della lotta alla povertà, hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Caritas italiana monsignor Giuseppe Merisi e il direttore della Caritas Ambrosiana don Roberto Davanzo. "Abbiamo bisogno - ha spiegato Boscagli - di strumenti che facciano della valorizzazione dell´attivazione responsabile dei cittadini e della società civile il loro tratto distintivo. E´ questo il fulcro centrale su cui ragionare: strumenti che favoriscano la relazionalità, la coltivazione delle reti sociali più che il semplice stanziamento di sussidi". "Faccio queste considerazioni - ha spiegato Boscagli - anche partendo dalla consapevolezza che oggi non ci sono abbastanza risorse di provenienza pubblica per rispondere alle esigenze di welfare, e quindi emerge, più che mai, la necessità di coinvolgere altri attori nel finanziamento e nell´erogazione di questi servizi essenziali. Ma capite bene che il reddito minimo non è uno strumento su cui si possano far convogliare risorse ´aggiuntive´ rispetto a quelle pubbliche". L´assessore Boscagli ha ribadito invece la "bontà" dell´idea di fondo che muove la proposta della Caritas cioè: "la necessità di arrivare a forme di sostegno in qualche modo universali, che non dipendano dalla precedente posizione lavorativa della persona, dal tipo di azienda coinvolta o dal settore di appartenenza, ma che si strutturino in base alle condizioni personali e familiari del soggetto. In questo senso, secondo Boscagli, lo strumento della Dote, che Regione Lombardia ha già sperimentato nel settore dell´istruzione, della formazione e del lavoro, dovrebbe essere esteso anche al welfare". L´assessore Boscagli ha inoltre criticato "l´eccesso di sudditanza psicologica" che alcuni dimostrano rispetto al sistema anglosassone, "non paragonabile con il nostro per note ragioni storiche, che hanno portato la nostra regione, già nell´anno mille, a dotarsi di ospedali e associazioni che, nei secoli, sono diventate il cardine del Terzo settore". L´assessore Boscagli ha ricordato come sia "forviante paragonare la Lombardia alle Regioni a statuto autonomo, che ricevono dallo Stato maggiori entrate rispetto alla Lombardia". "Va da sé - ha detto in conclusione Boscagli - che è necessario agire sulla leva fiscale, mediante deduzioni o detrazioni sia a favore dei singoli sia a favore delle aziende e del Terzo settore. L´attuazione del federalismo fiscale resta perciò un passaggio decisivo di questo percorso avviato. Un primo passo in questa direzione è il progetto di legge n.66, che introduce per la prima volta nel nostro Paese il ´fattore Famiglia´, sia per definire le soglie di accesso ai servizi che per quantificarne la compartecipazione a carico della famiglia. Con questo istituto Regione Lombardia si candida a rideterminare le modalità di valutazione della situazione familiare".  
   
 

<<BACK