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Notiziario Marketpress di
Lunedì 13 Giugno 2011 |
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MEETING A VENEZIA PER FARE IL PUNTO SUI PROGRAMMI DEL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO.
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Venezia, 13 giugno 2011 - Si è tenuto il 10 giugno a Venezia presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista il convegno “La politica di coesione dell’Unione Europea. I fondi strutturali dal Por Fesr a Europa 2020”. L’iniziativa, organizzata dalla Regione del Veneto per informare gli operatori sull’attuazione e sulle prospettive della programmazione comunitaria, finalizzata a rafforzare le competitività, le attrattive e l’occupazione nel territorio regionale, ha visto la partecipazione di relatori del Ministero dello sviluppo economico, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Commissione Europea, tra cui il direttore generale per la Politica Regionale (Dg Regio), Dirk Ahner. I lavori sono stati aperti dall’assessore regionale al bilancio e ai Programmi Operativi Regionali del Fondo Europeo di Sviluppo, Roberto Ciambetti, il quale si è inizialmente soffermato sui dati relativi alla ripresa economica nel nostro Paese, evidenziando le performance del Veneto: “Mentre la media nazionale parla di una crescita non esaltante, pari all’1,3% - ha evidenziato -, in Veneto tocchiamo la soglia del 2,1%. Per capire la qualità di questo dato, basti pensare che la Banca Centrale Europea prevede una crescita media complessiva dell’economia in Europa intorno all’1,8% nel 2011, che salirà al 2,1% nel corso del 2012: il Veneto, quindi, è già avanti di un anno”. Tutto bene allora? A rispondere no è lo stesso Ciambetti: “Sta emergendo, infatti, con forza, il mancato allineamento dell’apparato pubblico alle nuove esigenze dell’economia sorta dalle ceneri della grande crisi economica. Sono mutate le relazioni industriali e i rapporti sindacali. I tempi sono cambiati e anche le strutture pubbliche, ad ogni livello, devono recepire il mutamento”. “In questo scenario nuovo e diverso – ha detto ancora Ciambetti, ricordando sia la crisi dei paesi islamici del Mediterraneo, sia la rilevanza nell’economia mondiale dei Paesi del cosiddetto Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) – dobbiamo abbandonare gli antichi riti in cui spesso politica e burocrazia si cullano: chi pensa di governare il presente e il futuro con strumenti, cultura e mentalità del passato non rende un servizio alla collettività. Dobbiamo, anzi tutto, puntare allo smantellamento di quegli appesantimenti nazionali e locali nei procedimenti, che sommandosi alle già problematiche norme europee, determinano una selva oscura di dantesca memoria”. L’assessore ha poi richiamato i problemi che ostacolano l’operatività dei programmi comunitari, primi fra tutti i vincoli imposti dal patto di stabilità, che costituiscono un vero e proprio freno alla loro attuazione. Portando ad esempio i Comuni e le misure di cui potrebbero beneficiare, Ciambetti ha rilevato che le amministrazioni locali, oltre ai problemi derivanti dai tagli ai fondi ordinari, sono ulteriormente penalizzate dalle difficoltà, se non addirittura dall’impossibilità, di effettuare pagamenti o sostenere impegni cofinanziati per non ‘sforare’ il patto di stabilità: “Sono un assessore al bilancio che crede nella politica dell’austerità e del rigore – ha sottolineato –, ma trovo che l’attuale disciplina sia un ostacolo oggettivo alla partecipazione e attuazione dei programmi comunitari”. “Se continueremo a guardare all’Europa solo come a una banca che distribuisce fondi – ha concluso Ciambetti – o, peggio, a una istituzione che pone gravami e vincoli, non faremo molta strada. Dobbiamo capire che la vera svolta è dare all’Europa una vera identità e personalità politica, una vera costituzione, perché sia la casa dei Popoli e delle Regioni”. |
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