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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 13 Dicembre 2006 |
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NOMISMA: III RAPPORTO SUL MERCATO IMMOBILIARE 2006: IL CICLO HA ESAURITO LA SUA SPINTA
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Bologna 13 dicembre 2006 - Il ciclo immobiliare ha esaurito la sua spinta, la crescita dei prezzi nel secondo semestre dell’anno è stimata del 2,6%, il sentiment degli operatori è moderatamente negativo: sono le novità più importanti del Iii Rapporto 2006 sul mercato immobiliare realizzato da Nomisma. Rallentamento, dunque, dopo le straordinarie performance degli ultimi anni, ma non recessione: il settore infatti cresce ancora, seppure a un ritmo più lento: le variazioni semestrali dei prezzi si attestano al 2,6%, 2,5% e 2,7% rispettivamente per abitazioni, uffici e negozi; mentre quelle annuali sono del 6,4%, 5,6%, 6,0% e 7,7% rispettivamente per abitazioni uffici, negozi e capannoni industriali. I tempi di vendita sono più lunghi, la redditività si sta riducendo e c’è un graduale (ma non allarmante) aumento dei tassi di interesse. Questi aspetti, unitamente ad inasprimenti fiscali e buone performance di altre forme di investimento, rendono meno appetibile il mattone. Le previsioni di Nomisma per i prossimi mesi sono di sostanziale stabilità complessiva del settore. Il decreto Bersani-visco incide sul valore degli immobili? La risposta al mercato nei prossimi mesi, intanto il Comitato di Valutazione, composto dai primari valutatori italiani e stranieri del settore e coordinato da Nomisma e Ipd, ha stabilito di tenerne conto solo in parte. Il ragionamento seguito è questo: la nuova normativa fiscale ha rilevanti effetti sul mercato immobiliare italiano, soprattutto sugli investimenti in immobili strumentali, poiché introduce un diverso sistema impositivo sulle transazioni e sulle locazioni, al momento però è difficile capire come reagirà il mercato. La proposta del Comitato ai valutatori di immobili quindi è di non includere le spese di acquisizione all´interno del valore di mercato del cespite ("fair value"); di stimare che le imposte ipocatastali e di registro siano sempre al 4% (salvo eccezioni che vanno esplicitamente indicate); di indicare non solo i tassi lordi di redditività ma anche quelli netti, in relazione ai quali potrebbe essere apprezzabile l´effettivo impatto della crescita impositiva. . . |
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