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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Maggio 2006
 
   
  LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE AGROALIMENTARE CAMILLO GARDINI AL NUOVO MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI, ON. PAOLO DE CASTRO.

 
   
 

Bologna, 25 maggio 2006 Cosa Non chiedere al nuovo Ministro dell’agricoltura Egregio On. Paolo De Castro, nel congratularci con Lei per il Suo nuovo ed importante incarico, siamo a segnalarLe in 10 punti, le nostre proposte per uno sviluppo del settore. 1. Si pensa che la soluzione di tutti i problemi dell’agricoltura italiana possa essere affidata ad un “buon” intervento statale, sotto la guida di un lungimirante Ministro. La ripresa non dipende dal Governo, o meglio, non può dipendere solo dal Governo, anche se esso dovrà dare un segnale nelle giusta direzione. In primo luogo, i dubbi sull’efficienza dell’intervento statale nascono dalla scarsità di risorse pubbliche che potranno essere messe in campo. Ma ancor più ci si rende conto che i problemi dell’agricoltura sono così complessi che è illusorio pensare di affidare, ad un pur bravo Ministro, la capacità di trovare soluzioni adeguate. Non basta l’intervento statale, non basta la capacità di un singolo uomo alla guida dell’agricoltura italiana. 2. La condizione di difficoltà e di incertezza nella quale si trova ad operare oggi il settore agro-alimentare richiede l’impegno di tutti a rivedere il proprio comportamento. 3. L’agricoltura sta vivendo il periodo di maggiore crisi dal dopoguerra. Eppure il settore agroalimentare gode, ancora oggi, di un sostegno pubblico rilevante: 16 miliardi di euro annui, di cui 11 miliardi di trasferimenti e 5 di agevolazioni (Fonte: Inea). Ma non è sufficiente! Eppure: non si può pensare di mettere in campo nuove risorse pubbliche, e sarà difficile mantenere quelle attualmente disponibili. 4. Da dove cominciare? In primo luogo dagli imprenditori. A loro è richiesta una riqualificazione delle proprie capacità professionali e decisionali, al fine di realizzare scelte aziendali efficienti rispetto ai criteri del mercato. Quindi la prima richiesta al nuovo Ministro non è una nuova politica statalista, ma quella di supportare e sostenere gli imprenditori in questo lavoro di riqualificazione 5. La qualificazione delle capacità degli imprenditori è necessaria, ma non sufficiente ad affrontare i mutamenti sociali ed economici indotti dai nuovi modelli di regolamentazione internazionale del mercato e dalla profonda revisione della politica agraria europea. Per affrontare il confronto con i nuovi scenari socio-economici, è indispensabile che gli imprenditori siano supportati da un comportamento efficiente ed efficace di tutte le componenti del sistema agroalimentare (l’Università, gli enti di ricerca, il Mipaf, gli Enti Controllati, le Regioni, le Organizzazioni Professionali e Sindacali, il Servizio Veterinario, i Comuni, ecc. ). In quanto, sempre più, il successo sarà una condizione saldamente legata all’efficienza ed all’efficacia del sistema; si richiede un nuovo protagonismo e una nuova responsabilità di ogni componente del sistema, ovvero di ognuno di noi. 6. Negli operatori prevale l’atteggiamento di accettazione passiva degli eventi esterni, in modo fatalista, generante un effetto diffuso di protesta e di recriminazione verso tutto e tutti, che porta a non fare nulla, piuttosto che un’espressione fattiva e positiva che, invece, è indispensabile, soprattutto in questi momenti di difficoltà. 7. Su cosa puntare? a. Non sullo Stato, ma sul capitale umano, sulle sue capacità progettuali e di trovare soluzioni innovative. B. Sulla capacità di mettersi insieme, di unire le energie: tra imprenditori della filiera, dello stesso territorio (es. Distretti), tra pubblico e privato. 8. Ciò significa, ad esempio, rivedere completamente il sostegno della Pac, per passare dalla rendita ai comportamenti. Oggi la maggior parte del sostegno viene erogato in base allo status storico dell’agricoltore, una rendita maturata dall’essere stato agricoltore nel periodo 2000-2002. Nella maggior parte dei casi, la distribuzione del sostegno è iniqua: ci sono agricoltori che possono vivere di soli contributi comunitari, altri che non ricevono alcun sostegno. Non si fa differenza tra agricoltori che creano occupazione e valore aggiunto e agricoltori che “disattivano” l’azienda. Bisogna premiare i comportamenti virtuosi, a partire da chi crea occupazione, ambiente, valore aggiunto e sviluppo. 9. In secondo luogo, è necessario introdurre la valutazione a tutti i livelli dell’intervento pubblico e di tutti i soggetti pubblici. Nel settore agroalimentare le risorse pubbliche sono ancora ingenti, ma non saranno mai sufficienti se si disperdono in interventi inutili. Valutare l’efficienza e l’efficacia della politica agraria e delle Istituzioni è una priorità. 10. Non chiediamo al nuovo Ministro nuove risorse pubbliche ed una nuova politica statalista, ma l’incentivazione del capitale umano ovvero un accompagnamento e sostegno agli imprenditori che vogliono e sanno trovare una strada per lo sviluppo in questo momento di difficoltà e, non ultimo, la valorizzazione dei tanti operatori pubblici e sindacali che non si sono rassegnati all’inerzia.
Auguri dunque Sig. Ministro
Camillo Gardini Presidente Compagnia delle Opere Agroalimentare

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