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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Giugno 2011
 
   
  BANCA CENTRALE EUROPEA, MARIO DRAGHI VERSO LA NOMINA

 
   
  Strasburgo, 20 giugno 2011 - Ha convinto i membri della commissione economica, il governatore Mario Draghi, ieri al Parlamento per l´audizione come futuro presidente della Bce. 33 deputati su 39 hanno votato a favore della sua candidatura. Mentre le competenze tecniche dell´italiano sono state ampiamente elogiate, però, alcuni parlamentari hanno sollevato dubbi sui suoi precedenti incarichi presso la banca di investimento americana Goldman Sachs e per la possibile, conseguente perdita d´indipendenza della Bce. I rappresentanti delle banche centrali devono pesare bene le proprie parole perché, specie in tempi di crisi, un´ affermazione avventata potrebbe spostare il mercato globale. Ne è ben consapevole Mario Draghi, già alla testa della Banca centrale d´Italia, che ha dimostrato di avere le idee molto chiare quando è comparso davanti all´influente commissione economica e monetaria del Parlamento europeo. E non ha lasciato dubbi sui suoi progetti. Grecia: si può fare! Alla domanda sull´inevitabile o addirittura da alcuni caldeggiato fallimento dello Stato greco, Draghi ha risposto con la lezione appresa dalla crisi italiana dei primi anni ´90: "L´italia era in condizioni peggiori di quelle in cui sono oggi Grecia o Portogallo. Ma [...] abbiamo stabilito un programma di riforme e siamo riusciti a portarlo a termine. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che lo stesso sia possibile in Grecia" ha dichiarato. "Quel che è peggio" ha continuato "è che un default avrebbe potuto avere esiti disastrosi... Non abbiamo ancora imparato a gestire un fallimento sovrano" ha ammesso "ma possiamo presumere che i costi sarebbero superiori ai benefici". Riformare la governance economica - Evitare il default comunque è più un compito politico che economico; le misure d´emergenza della Banca centrale europea erano solo temporanee. Ed è adesso che c`è bisogno di più governance economica europea, come chiesto dal Parlamento. "La crisi del debito pubblico è un vero banco di prova per la volontà politica europea di fare tutto il necessario per integrare le politiche finanziarie e di bilancio" ha dichiarato Draghi. "Invece di chiedere un Ministro delle finanze europeo o gli Eurobonds, ci si dovrebbe concentrare sul rafforzamento della vigilanza" ha continuato. In linea con vari rapporti parlamentari, il candidato alla presidenza della Bce ha sostenuto che indebolire il Patto di stabilità e crescita 5 anni fa sia stato un errore e che sanzioni automatiche sarebbero state necessarie. Ha sottolineato, poi, la necessità per i politici di guardare oltre la disciplina di bilancio, a campi come la competitività, ottenuta attraverso riforme strutturali, che non erano ancora parte delle norme vincolanti Ue. "Penso che ciò sia più realistico di un salto qualitativo verso nuove istituzioni" ha detto. Lotta contro l´inflazione e alcune critiche - Se eletto, sotto la sua guida la lotta all´inflazione continuerà a essere il primo compito della Banca centrale. "Nemmeno la crisi del debito sovrano potrà mai deviare l´attenzione dall´obiettivo della stabilità dei prezzi" ha affermato con sicurezza. Un passato a Goldman e Sachs - Alcuni eurodeputati hanno criticato il lavoro alla Goldmann Sachs e chiesto se quest´esperienza potrebbe minare il suo potenziale ruolo di guida indipendente della zona euro. Draghi si è difeso dicendo di non aver mai lavorato con i governi e sottolineando di essere stato uno dei primi a mettere in guardia dai grandi rischi insiti nei mercati bancari e immobiliari. "Mario Draghi ha animato la discussione in maniera molto competente e interessante durante l´audizione, ottenendo il largo appoggio della commissione. Sono molto lieta di sostenere la sua candidatura con una raccomandazione positiva nella plenaria della prossima settimana, e molto ansiosa di lavorare con lui" ha commentato la presidente di commissione, l´inglese e liberale Sharon Bowles, al termine del voto.  
   
 

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