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Notiziario Marketpress di Venerdì 24 Giugno 2011
 
   
  VALLE DEI MÒCHENI: “GOCCIA DOPO GOCCIA” UN VIAGGIO NELLA VALLE INCANTATA - ALLA SCOPERTA DEL FASCINO DI UNA DELLE PIÙ INCONTAMINATE VALLI TRENTINE CON LA NOTTE BIANCA DEL 25 GIUGNO IL VIA UFFICIALE DELLA NUOVA STAGIONE TURISTICA

 
   
  La Valle dei Mòcheni è una suggestiva vallata situata nel cuore del Trentino, destinazione ideale per gli amanti della natura che vogliono immergersi in un ambiente incontaminato che ha saputo preservare nei secoli la propria cultura e tradizione, a partire dalla lingua parlata dai suoi abitanti: un idioma di origine bavarese che ha catturato l’attenzione di numerosi linguisti per la sua curiosa formazione – che rappresenta l’incontro tra l’alto tedesco antico e influenze dialettali trentine – e la sua importante trasmissione orale che, pur senza il supporto di testi scritti, ha reso possibile la sua conservazione fino ai giorni nostri. Elemento centrale della valle è sicuramente l’acqua: basti pensare che l’altro modo con cui viene chiamata è Valle del Fersina, dal nome del fiume che nasce nel Lago di Erdemolo – al margine occidentale della catena del Lagorai – e la attraversa fino a raggiungere Trento per sfociare infine nell’Adige. L’acqua non solo è stata la fonte energetica fondamentale che alimentava importanti attività, come le segherie e i mulini, ma da sempre fa sentire la propria importante presenza anche nei numerosi torrenti, ruscelli, laghi e cascate che impreziosiscono la valle dando un tocco caratteristico e affascinante al territorio. Questo spettacolo si può ammirare sicuramente in estate, ma anche in inverno, quando l’acqua si trasforma in ghiaccio e crea paesaggi incantati al limite del fiabesco. Di qui nasce la decisione degli operatori del territorio di improntare la propria offerta turistica estiva sul tema dell’acqua attraverso il progetto Vision H2o, vera e propria esperienza polisensoriale che si sviluppa in un ricco calendario di proposte finalizzate a valorizzare tradizioni e folklore della valle che verrà presentata sabato 25 giugno durante la Notte Bianca Mòchena. La volontà è quella di creare un percorso che passi attraverso l’elemento trasversale dell’acqua per coinvolgere e stimolare vista, udito, tatto, gusto e olfatto. La Valle dei Mòcheni in pillole I Paesi della Valle Canezza, Sant’orsola Terme, Fierozzo, Frassilongo, Palù del Fersina La storia e l’economia La colonizzazione della valle è avvenuta dopo il Mille, probabilmente causata dall’aumento della popolazione che ha spinto le famiglie verso territori scarsamente o per nulla abitati. Chi si spostava in Valle dei Mòcheni aveva la possibilità di occuparsi degli ampi appezzamenti di terreno dei signori feudatari che governavano Pergine e Caldonazzo (importanti centri urbani ai piedi della valle). All’interno di questi terreni si sono formati i masi (Hof), tipiche abitazioni in legno e pietra formate da un nucleo centrale (Haus) e da una stalla (Stoll) . Attività principali erano agricoltura, pastorizia e lavorazione del bosco. A queste, a partire dal 1400, si è aggiunta un’intensa ed importante attività mineraria, grazie alla scoperta di giacimenti di rame, ferro ed argento, che ha richiamato numerosi lavoratori dalla Germania che ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura mòchena. L’attività mineraria fu la principale fonte di sostentamento fino al secolo scorso. Quando questa rallentò, si riaffermò l’economia del maso, affiancata dall’attività dei krumer, i commercianti ambulanti tipici della Valle dei Mòcheni, che si spingevano verso territori lontani per vendere i loro prodotti. La cultura La vita della valle è caratterizzata da una serie di tradizioni che segnano l’arco dell’anno (in particolare la Stèla, il rito paraliturgico che celebra la commemorazione dell’annuncio della nascita di Gesù ad opera dei Re Magi, e il Carnevale, ricco di maschere, simboli e gestualità non presenti altrove e tramandati di generazione in generazione) e i momenti più importanti della vita delle persone (nascita, coscrizione, che segna il raggiungimento della maggiore età attraverso rituali ben definiti, matrimonio e morte) . Per respirare in maniera completa la cultura mòchena, si consiglia di visitare il Bersnstoler Kulturinstitut/istituto Mòcheno. La natura Lungo gli straordinari paesaggi della Valle dei Mòcheni si possono ammirare numerose specie vegetali e animali, tra le quali vanno certamente segnalati i caprioli, i cervi, le volpi, gli ermellini, i galli cedroni, i galli forcelli, le pernici bianche, i camosci, le marmotte, le aquile reali. Sulle sponde del Fersina è invece possibile scorgere merli acquaioli e aironi cinerini, mentre al lago di Erdemolo i salmerini alpini. Itinerari turistici Sono davvero numerose le attività che si possono vivere in Valle dei Mòcheni. Tra queste, una serie di incantevoli itinerari di varie difficoltà percorribili a piedi, in bicicletta o anche a cavallo, che coinvolgono i paesaggi del Lago di Erdemolo, le cime delle Sette Selle, le Vallette di Laner, la località di Valcava, ecc. Tra le escursioni consigliate, il Sentiero dei Cavatori, riscoperto grazie ad un lavoro di rivalorizzazione che ha coinvolto i giovani ragazzi della valle. Oltre ai percorsi sopracitati, affascinanti le escursioni con le ciaspole, anche in notturna, e i percorsi di scialpinismo. E per i più esperti, l’ice climbing sulle cascate di ghiaccio che si formano durante i mesi invernali. Tappe museali Per immergersi completamente nella cultura, oltre al Bersnstoler Kulturinstitut, si consiglia di visitare: - Sito Archeologico Fontane Fredde, una delle più importanti fonderie di rame preistoriche della tarda età del Bronzo d’Europa composta da una batteria di nove forni fusori. - Museo di Pietra Viva, esposizione di minerali all’interno del quale spicca la ricostruzione del più grande geode (cavità naturale nella roccia rivestita di cristalli) rinvenuto nelle Alpi dai gemelli Pallaoro. - Miniera de Gruab va Hardimbl, in funzione tra il 1500 e il 1800, che consente di tuffarsi nel mondo dei minatori attraverso un excursus storico delle varie tecniche di coltivazione utilizzate. - Museo Attrezzi Agricoli e Artigianali di Canezza, con importanti testimonianze sui mestieri tradizionali praticati in valle. - Segheria Veneziana De Sog van Rindel, per scoprire l’importanza del legno e del bosco nella valle, attorno alla quale è costruito un percorso che permette di conoscere le varie specie arboree, soprattutto larici e abeti. - Casa-museo der Filzerhof, museo etnografico che consente di vivere da vicino la vita tradizionale del maso mòcheno. *definizione coniata dallo scrittore mitteleuropeo Robert Musil che durante la Prima Guerra Mondiale ebbe la possibilità di trascorrere 3 mesi a Palù del Fersina, in quanto tenente aiutante del 169° reggimento, e conoscere la magia di questa straordinaria vallata trentina  
   
 

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