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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Giugno 2011
 
   
  LA TROCHITA: UNA DONNA, TANTA VOGLIA DI CORRERE, 168 KM DI BINARI. UN’AVVENTURA IN PATAGONIA DOVE L’EQUIPAGGIAMENTO ERA TUTTO ARC’TERYX

 
   
 

Tutto è cominciato con un sogno, ed è finito con un grande progetto. L’austriaca Cornelia Zamernik ce l’ha fatta: ha corso lungo i 168 chilometri di binari che collegano El Maiten a Esquel, nel cuore della Patagonia. In soli quattro giorni e in perfetta solitudine, dal 30 settembre al 3 ottobre 2010

 “L’idea mi ha catturato subito, e non mi ha più abbandonato”, spiega Cornelia, per gli amici Conny. Minuta, delicata, non ha certo l’aspetto di un’atleta estrema, avvezza alle imprese in quota e oggi reduce di un’avventura running destinata a lasciare il segno. Eppure la prova è stata dura, dal punto di vista fisico, psichico, emotivo: “A volte il vento soffiava così forte che non potevo reggermi in piedi.” Il vento soffia a cento km all’ora nella provincia di Chubut, Patagonia (Argentina), 100 km a sud di Bariloche. Bisogna essere forti per affrontarlo, e bisogna avere i piedi ben piantati per terra  per correre lungo i binari immersi nella natura selvaggia e surreale della Patagonia, tracce della mitica linea ferroviaria costruita 75 anni fa. 168 km in 4 giorni, in compagnia solo delle proprie scarpe, del proprio entusiasmo e di quei binari nel nulla, quasi un serpente di ferro adagiato in una delle regioni più estreme della Patagonia, nota ai più per le meraviglie del Parco Nazionale Torres del Paine. Nell’estremo sud del pianeta, circondati da due oceani, l’unica previsione che si può fare è che il tempo sarà imprevedibile. Ma è proprio l’attrazione per l’ignoto ad aver acceso in Conny l’idea poco ragionevole di attraversare “il paesaggio più incredibile della terra”, come lei ama definirlo. Pochi vestiti addosso, scelti con cura per assicurarsi leggerezza, protezione, traspirabilità. Poi solo la voglia cocciuta di realizzare un sogno.

La sensazione è che questa ragazza austriaca, esile e gentile, non abbia ben realizzato la portata della sua impresa “tutto sommato non è niente di speciale, no?”, ci chiede (o si chiede) sorridendo. Ma la nostra curiosità ci spinge a chiederci come e perché un’alpinista e sciatrice appassionata ha deciso di correre per 4 giorni lungo 168 chilometri di binari dismessi in uno dei luoghi più remoti del pianeta.

“Il primo giorno ho incontrato due operai della ferrovia, poi neanche un’anima”. Solo fenicotteri e pecore. Conny non si sofferma molto sul racconto delle difficoltà: vesciche ai piedi, anche infiammate fino a rendere quasi impossibile la corsa, vegetazione incolta da superare. Ciò che le piace ripetere è che la motivazione per andare avanti nasceva dal mondo selvaggio che la accompagnava, passo dopo passo. Per lei ciò che davvero conta è l’esperienza, non l’obiettivo. Forse per questo Conny è un’atleta un po’ speciale.

Conny ha iniziato la sua impresa con addosso ben poche cose: un pant a 3/4 , una giacca tecnica leggera, un underwear. Jacob guidava nella stessa direzione, lungo una via parallela alla ferrovia. Dato che entrambi erano senza cellulare, si sono dati appuntamento al villaggio di Leleque, a circa 50 chilometri da El Maiten. Dalle sue sessioni di training Conny aveva appurato di poter sostenere una media di 7 chilometri all’ora. Ma non in condizioni climatiche estreme. Quando Jacob la saluta e si trova sola nella vastità del paesaggio della Patagonia si sente nervosa. Poi inizia a correre e la preoccupazione si trasforma in gioia. I primi 10 chilometri li fa volando. Poi inizia a piovere e a grandinare. Conny va avanti, i vestiti sono caldi ma lei ha freddo, fin dentro alle ossa.

Il secondo giorno Conny ha corso per 42 km da Lelque a Lepa. Per un tratto la ferrovia corre parallela alla Ruta 40, la mini-autostrada che va da Bariloche a Esquel. Poi i binari lasciano la pianura costeggiano il fiume Gordon Leleque, risalendo un altopiano. Attraversano la Estancia Leleque, il più grande allevamento di bestiame dell’Argentina meridionale. Qui il terreno diventa più difficile e sabbioso. Ma Conny stabilizza una buona velocità di corsa e si gusta la vista dall’altopiano, con le vette della Cordigliera delle Ande innevate.

La sabbia che ricopre i binari racconta la storia di questa incredibile ferrovia. Inaugurata nel 1945, serviva principalmente per il trasporto della lana. “La Trochita” – conosciuta anche come “The old Patagonian Express” è presto diventata la sorgente di vita dell’intera regione. Grazie ad essa, il nord, già industrializzato, poteva raggiungere gli allevatori di pecore del sud. Ma l’era di questa ferrovia è stata breve: ben presto le strade l’hanno sostituita, offrendo una soluzione più economica per il trasporto di merci. E il sistema ferroviario è caduto in disuso.

Il terzo giorno di Conny è stato il più duro. Il percorso si snoda tra continue salite e discese, è molto faticoso. Deve attraversare una quantità di ponti: “Al ventesimo ho smesso di contare”.

Durante i 4 giorni Conny si è mossa tra i 500 e i 900 mt di altitudine, ed ha affrontato un’escursione termica da 0° a + 15° Celsius. “Vestirsi era una sfida quotidiana, ma il mio abbigliamento si è dimostrato all’altezza”. Underwear tecnico e una combinazione di vestiti per il running e lo sci, tutto firmato Arc’teryx.

Il quarto giorno Conny si sente scoppiare di gioia. Le ossa le fanno male, ma ormai è fatta. All’improvviso la stazione di Esquel si staglia all’orizzonte: è la meta finale. Mancano solo 10 km, ma i dolori si fanno insopportabili. Le articolazioni dell’anca urlano ad ogni passo, la sabbia la tortura, non riesce a correre con fluidità. Il vento la frusta. Ma ancora una volta è la natura a soccorrerla: supera un incantevole lago di sale, nel bagliore di una luce surreale. E’ il 3 ottobre 2011, il sogno si è realizzato.

Un’impresa romantica e estrema. 4 tappe: da El Maiten a Esqueil (Provincia: Chubut, 168 km).

Abbigliamento:

Pant: Arc’teryx Phase AR Bottom e Solita Running Shorts

Strato base: Arc’teryx Kapta Zip Short Sleeve

Strato esterno: Arc’teryx Accelero Jacket

Zaino: Arc’teryx Aerios 7

Scarpe: scarpe da running ben collaudate

Calze: 1 paio di calze tecniche traspiranti al giorno

Acqua:  3 bottiglie da mezzo litro al giorno

Cibo: biscotti, barrette energetiche, cioccolato, sandwich

Pernottamento: stanze in affitto nelle località nelle quali si fa tappa

Innovazione: è sempre stata la forza trainante di Arc’teryx Equipment Inc., sin dalla sua nascita, nel 1990 a Vancouver, Canada. Arc’teryx ha raggiunto un indiscusso riconoscimento internazionale come industria leader per costruzione e design di attrezzature, zaini e abbigliamento tecnico da montagna, nella continua ricerca di sempre migliori prestazioni nel mondo outdoor. Infoweb: www.arcteryx.com 
 
   
 

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