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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Giugno 2011
 
   
  LOMBARDIA.WELFARE, A VARESE: APRIRE UNA FASE NUOVA LE RISORSE SONO SCARSE, SERVONO AZIONI INTEGRATE

 
   
  Varese, 30 giugno 2011 - E´ necessario "aprire oggi una nuova fase del welfare", che faccia tesoro del percorso di sussidiarietà realizzato finora e che lo estenda, dando forma e contenuto a "un´alleanza forte fra attori diversi". Regione Lombardia ha scelto di riconfermare "l´assoluta priorità" della difesa delle persone e delle famiglie più fragili, incrementando di 40 milioni i fondi per le politiche sociali rispetto allo scorso anno e attraverso la valorizzazione di tutte quelle realtà sociali, pubbliche e private, che si fanno carico della cura e dell´assistenza ma "non possiamo fingere che non ci siano ristrettezze di bilancio o che non sia evidente l´insostenibilità nel tempo dell´attuale modello di welfare". Lo ha detto ieri a Varese l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, intervenendo al convegno ´Politiche sociali e Comuni. Fare fronte alla crisi´. Sulla scarsità dei fondi a disposizione Boscagli ha fatto notare che le risorse per il sociale in Lombardia (1,3 miliardi all´anno), sono solo di poco superiori a quelle per le infrastrutture (1,2 miliardi), il che "sottolinea la necessità di aumentare gli stanziamenti per il welfare a livello nazionale". Un primo banco di prova dell´apertura di un nuovo capitolo nelle politiche sociali sarà, secondo Boscagli, la stesura delle prossime linee di indirizzo per la programmazione dei Piani di Zona 2012-2014 (ossia lo strumento della programmazione della rete d´offerta sociale in ambito locale). "È evidente - ha sottolineato l´assessore - che risorse scarse non possono essere distribuite secondo meccanismi e sistemi che impediscono un monitoraggio stringente dell´efficacia degli interventi. È il momento di scegliere temi strategici su cui si possano costruire Accordi di Programma che vedano la convergenza di più attori, che tocchino dimensioni sovra comunali e, possibilmente, anche sovra distrettuali, che prevedano un vero lavoro di rete con un´integrazione estesa a tutti i fronti, compreso quello finanziario". "La gestione associata - ha detto ancora Boscagli -, laddove è stata intesa in senso pieno, ha portato un coinvolgimento forte e responsabile di tutti gli attori. È un aspetto su cui non si può tornare indietro e che deve, anzi, crescere, affinché gli interventi siano modulati sulle effettive caratteristiche del territorio". Esempi di questo tipo di impegno e allo stesso tempo priorità di cui i Piani di Zona dovranno tenere conto sono: il lavoro sul tema della conciliazione famiglia-lavoro, con l´attivazione delle reti territoriali; il Piano di Azione Regionale a favore delle persone con disabilità, "che si caratterizza per un forte approccio trasversale capace di tenere insieme molteplici aspetti (la sanità, la continuità di assistenza, l´autonomia, il lavoro, la casa, i trasporti, lo sport, la cultura)"; sperimentazioni da avviare rispetto alla graduale applicazione del Fattore Famiglia o sul tema dei minori, in attuazione delle recenti Linee per l´affido familiare. "Per i Comuni e per tutti gli altri attori - ha concluso Boscagli - diventa più che mai indispensabile operare in modo integrato e condiviso, per non disperdere le risorse e per far emergere quelle idee di innovazione sociale cui accennavamo prima. Affrontiamo questa nuova fase con il capitale di conoscenza ed esperienza che abbiamo maturato grazie al percorso svolto nelle precedenti triennalità di programmazione. Si tratta, ora, di mettere a frutto quanto abbiamo appreso. Cerchiamo di non riprodurre automaticamente schemi e meccanismi passati, ma apriamo strade nuove per continuare a tutelare le persone più fragili attraverso scelte sostenibili".  
   
 

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