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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Giugno 2011
 
   
  IL RIEMERGERE DELLE MICRO ALGHE POTREBBE SCONVOLGERE LA VITA DELL´OCEANO

 
   
  Bruxelles, 30 giugno 2011 - L´atlantico del Nord ha perso una pianta microscopica 800.000 anni fa. Un nuovo studio però rivela che la Neodenticula seminae sta ricomparendo nella zona, segnando la prima migrazione trans-atlantica in tempi moderni per quanto riguarda il plankton. Il risultato fa parte del progetto Clamer ("Climate change and marine ecosystem research results"), finanziato nell´ambito del tema "Ambiente" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue con ben 990.000 euro. I ricercatori ipotizzano che il ridursi dei ghiacciai abbia aiutato la microscopica pianta a farsi trasportare dal Pacifico attraverso l´Oceano Artico, un vero e proprio passaggio aperto attraverso il Polo per la piccolissima alga. Nonostante sia una fonte di nutrimento, gli ambientalisti sono però diffidenti riguardo al suo ritorno. Credono che qualsiasi cambiamento alla base della catena alimentare marina potrebbe causare un "attacco" alla vita dell´Oceano Atlantico. Gli scienziati della Sir Alister Hardy Foundation for Ocean Science (Sahfos) nel Regno Unito avvertono che "un tale cambiamento geografico potrebbe trasformare la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi marini artici e dell´Atlantico del Nord". Secondo gli scienziati, la migrazione della N. Seminae è paragonabile all´arrivo nel 2010 di una balena grigia del Pacifico avvistata a largo delle coste di Israele e Spagna. Questa balena si è estinta nell´Atlantico 300 anni fa, molto probabilmente a causa della pesca eccessiva. Gli esperti suppongono che il ghiaccio dell´Artico rimpicciolitosi abbia permesso alla balena di migrare nell´Atlantico del Nord e successivamente da lì nel Mar Mediterraneo. Queste informazioni fanno parte di una serie di relazioni sullo sconvolgimento della vita marina in corso nell´Atlantico del Nord a causa dei cambiamenti climatici, i cui risultati sono stati raccolti e catalogati dal progetto Clamer. Il progetto sta mettendo insieme i risultati di quasi 300 progetti di ricerca finanziati dall´Ue sui cambiamenti climatici condotti nel corso di un periodo di 13 anni negli oceani europei e nelle acque sottocosta, nonché nel Mediterraneo, nel Baltico e nel Mar Nero. "Le migrazioni sono un esempio di come le condizioni climatiche in cambiamento provocano lo spostamento o il cambiamento del comportamento delle specie, il che porta ai mutamenti degli ecosistemi chiaramente visibili oggi," spiega Carlo Heip, Direttore generale dell´Istituto reale dei Paesi Bassi per la ricerca marina Nioz e leader del progetto Clamer. Sahfos, uno dei partner di Clamer, sta attualmente documentando il cambiamento del plankton attraverso il Continuous Plankton Recorder Survey, lo studio di biologia marina più completo dal punto di vista geografico al mondo. I dati raccolti mostrano che altri piccolissimi animali, che gli esperti chiamano copepodi, stanno cambiando e stanno mettendo a rischio le riserve di cibo di pesci come merluzzi, aringhe e sgombri. Il team dice che i cambiamenti della vita del plankton sono "collegati al collasso di alcune riserve di pesce" e alla diminuzione dagli uccelli che si nutrono di pesce nel Mare del Nord. Gli studi dimostrano che i cambiamenti della composizione della vita marina sono probabilmente misti. Mentre alcune specie potrebbero avere un impatto negativo, altre potrebbero prosperare, guadagnando in biodiversità e produttività. "Ma la maggior parte delle conseguenze sono talmente negative e la portata del cambiamento tanto potenzialmente enorme che, messe insieme, costituiscono potenti segnali di allarme," dice il dott. Heip. Gli altri partner di Clamer provengono da Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto marino delle Fiandre (Vliz): http://www.Vliz.be/en/intro  Sir Alister Hardy Foundation for Ocean Science (Sahfos): http://www.Sahfos.ac.uk/  Clamer: http://www.Clamer.eu/  Ricerca sull´ambiente nell´ambito del 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/environment/home_en.html    
   
 

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