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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Luglio 2011
 
   
  RISTORNI FRONTALIERI NEL VARESOTTO

 
   
  Milano, 5 luglio 2011 - Continua la protesta dei comuni di frontiera del varesotto per la decisione del Consiglio di Stato ticinese di congelare i ristorni dei frontalieri. L´assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo ha partecipato ad un incontro - indetto dai presidenti della Comunità Montana Valli del Luinese e Valli del Piambello al Maglio di Ghirla, in provincia di Varese - nel corso del quale è stata nuovamente discussa la questione con i diversi rappresentanti locali. "Questa è una decisione sbagliata - ha detto Cattaneo - che va immediatamente revocata: gli accordi internazionali si rispettano e non si possono modificare unilateralmente. Soprattutto, se c´è un problema con Berna o con Roma, non possono essere né Varese né le province di confine della Lombardia a pagarne il prezzo". "La prima richiesta - ha proseguito Cattaneo - è che questa decisione venga ritirata, si ricostituisca il tavolo e si rafforzino i rapporti diplomatici per cercare insieme una soluzione immediata e concreta per risolvere i problemi che ci sono". Tra le criticità nei rapporti italo-svizzeri, Cattaneo - che ieri ha parlato con il Consigliere di Stato Borradori inviando a lui e al Cancelliere Gianella una lettera formale affinché ripensassero il provvedimento - ha individuato l´inserimento della Confederazione elvetica nella famosa ´black list´. "Certamente la Svizzera non è come le isole Cayman e non può essere trattata come tale - ha concluso Cattaneo -. Ma se qualcuno del governo ticinese pensa che staremo con le mani in mano, si sbaglia di grosso. In Lombardia non ci sono interlocutori deboli e sapremo far valere le nostre ragioni. Abbiamo molte frecce al nostro arco sui tanti temi di collaborazione comune: penso ai collegamenti delle infrastrutture che stiamo facendo insieme, come la ferrovia Arcisate-stabio, penso ai servizi ferroviari e di navigazione che la Lombardia gestisce anche in territorio elvetico. Non voglio questa deriva in cui prevale la logica del ricatto e non auspico certamente un´escalation di ritorsioni che non farà bene a nessuno, né all´Italia né alla Svizzera, ma segnalo agli amici ticinesi che qui non siamo disposti a stare a questo gioco".  
   
 

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