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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Luglio 2011
 
   
  ROSSI: “BASTA CON L’INDIFFERENZA BUROCRATICA DI FRONTE ALLE GUERRE”

 
   
  Firenze, 18 luglio 2011 – “Non possiamo limitarci a registrare con burocratica indifferenza la presenza di tanti conflitti, a cui anche l’Italia partecipa. Dobbiamo mantenere vivo un anelito di pace”. Così si è espresso il presidente della Regione Enrico Rossi, presentando il messaggio da lui inviato alle più alte cariche dello Stato perché sostengano la proposta del vescovo di Tripoli, monsignor Martinelli, per un “cessate il fuoco” in Libia in occasione dell’imminente Ramadan. “La stessa Nato – ha proseguito il presidente – ha nei giorni scorsi ventilato una ripresa delle azioni diplomatiche. Oggi ho avuto un colloquio telefonico con monsignor Martinelli, che si è detto molto contento della nostra iniziativa. Mi ha anche raccontato che la situazione a Tripoli è di grande sofferenza per la popolazione, anche per la scarsità e gli elevati prezzi dei generi di prima necessità e la carenza di benzina. Ci sono poi i tanti sfollati verso la Tunisia, mentre mancano forme di controllo su chi fugge versol’Italia, per cui è nell’ordine delle cose un aumento del flusso dei migranti verso le nostre coste. La nostra è una piccola iniziativa rispetto a una grande tragedia, ma significativa e rispettosa da una parte del dettato costituzionale sul ripudio della guerra e dall’altro dell’adesione del nostro paese alle organizzazioni internazionali”. Il presidente nazionale dell’Ucoii Izzedin Elzir ha giudicato positivo l’appello lanciato dal presidente Rossi. “Non eravamo d’accordo sull’intervento militare – ha proseguito – ma siamo fiduciosi che l’Italia possa svolgere un ruolo molto importante perché la Libia possa ritrovare la luce della pacifica convivenza e dei diritti umani. Speriamo che in un mese così caldo le armi e le ostilità possano raffreddarsi”. Don Giovanni Momigli, intervenuto in rappresentanza della Curia fiorentina, ha sottolineato i due piani in cui l’iniziativa si colloca: “E’ in continuità – ha detto – con il lavoro che abbiamo sviluppato insieme per l’accoglienza dei profughi e nello stesso tempo si colloca in un ambito in cui da più parti si cerca di fare in modo che il negoziato e il dialogo prevalgano sulla violenza. Cogliamo una occasione religiosa – ha concluso – per ridare spazio alla diplomazia e alla politica”.  
   
 

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