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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Luglio 2011
 
   
  SAN GALGANO: IL SILENZIO E LA TERRA NELLA MOSTRA DI PAOLO STALTARI DAL 23 LUGLIO AL 7 AGOSTO

 
   
  Chiusino ( Si) 20 luglio 2011 Son cipressi, fascine e girasoli contro il cielo terso di Toscana –o forse calabrese- e contadine senza volto quelli che occhieggiano dai quadri di Paolo Staltari. Colori vivi, quasi violenti, ma che emanano una profonda poesia dei campi e poi della situazione umana, tanto da suscitare l’attenzione di una realtà culturale di pregio come la Biblioteca comunale di Chiusino per una mostra nella prestigiosa abbazia di San Galgano (Si). La mostra è divisa in due parti: gli olii sono collocati nello Scriptorium dell’ex abbazia di San Galgano, mentre gli acquarelli sono esposti nell’Aula magna della stessa Biblioteca, nel centro di Chiusdino. La mostra si inaugurerà allo Scriptorium sabato 23 luglio e chiuderà i suoi battenti la domenica 7 agosto. Nato a Pallagorio (Kr), paese di origini arbëreshë, nel 1964, Paolo Staltari sente l’arte come parte di se stesso sin dalla prima infanzia, ma in arte è autodidatta. Nella vita è maestro di nome e di fatto, e come tale insegna ai bambini di Campi Bisenzio (Fi) a lavorare la terracotta, a dipingerla, a non sprecare fotocopie in un profondo rispetto della natura, pensando al mondo che lasceremo ai nostri figli. In questo stesso modo, rispettoso della natura e degli uomini, si addentra nel terreno fertile dei racconti degli anziani del suo paese natio come pure della sua terra di adozione. Sono questi racconti che a volte imprime nelle sue tele, così come vi imprime visivamente il silenzio dei vicoli e delle campagne calabre e toscane. Ecco allora le donne arbëreshë, con le anfore, raccoglitrici di spighe, donne che dialogano. Le donne, matriarche e detentrici fino a non molto tempo fa del potere sociale, economico e cultural-agreste della società meridionale in genere, sono un soggetto ripetuto nelle sue opere. Come rileva lo scrittore e critico d’arte Domenico Medea, la pittura di Paolo Staltari è “un posto dove gli alberi sono ora piccoli e viola, ora enormi giganti, oppure diventano dei cipressi, a volte curvilinei, a volte con radici di ulivo o quercia. Un posto dove i girasoli sembrano voler volare fuori dal prato, dove le vecchie case e le stradine di un paese diventano tutt’uno con il paesaggio naturale. Un posto dove le donne non hanno volto di fronte ad orci di terracotta, al contempo belli ma rievocanti la fatica della loro condizione. Questo posto esiste nei dipinti di Staltari e prima ancora esisteva nella natura naturans che esso ritrae”. Paolo Staltari ha partecipato a mostre collettive e personali; tra di esse, di particolare significato: Rassegna di arte etnica nel comune di Caraffa (Cosenza), agosto 1996; personali a Pallagorio (Crotone) e Carfizzi (Crotone); Premio Romolini a Campi Bisenzio (Firenze), aprile 2011; personale “Identità e Incontro (colori e ricordi dell´anima)”, Rocca Strozzi Campi Bisenzio (Firenze), maggio 2011. L’artista opera anche nel campo della ceramica; i suoi quadri si trovano in collezioni pubbliche e private. La Biblioteca comunale di Chiusino, fondata nel 1885 e gestita da un comitato nominato dal sindaco, attualmente è presieduta dal prof. Andrea Conti, scrittore, storico ed esperto di storia locale. “Oltre alle attività di consultazione e prestito di libri la biblioteca promuove attività culturali, conferenze, convegni di studio e pubblicazioni per la conoscenza del territorio, visite guidate nell’ambito dell’educazione permanente degli adulti, corsi di alfabetizzazione o di sostegno alla popolazione scolastica in difficoltà -dichiara il prof. Conti- Organizza inoltre mostre d’arte, personali o collettive di pittura, di scultura, di fotografia, nell’ambito dell’educazione permanente degli adulti e come contributo per la diffusione della conoscenza delle arti visive fra la cittadinanza. È notevole lo sforzo economico con cui l’amministrazione comunale la sostiene biblioteca, specie in rapporto a una comunità di 2000 abitanti”. Per info: 0577 750313 o info@prolocochiusdino.It    
   
 

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