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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Luglio 2011
 
   
  P.E. BUSUTTIL: "LA SOLA VIA D´USCITA È LA SOLIDARIETÀ"

 
   
   Strasburgo, 20 luglio 2011 - Il maltese del Partito Popolare Europeo Simon Busuttil ha guidato la delegazione parlamentare che si è recata in Tunisia settimana scorsa per visitare gli immigrati e i campi di rifugiati. Alla fine della missione la delegazione ha chiesto agli Stati membri dell´Ue un maggiore sforzo di solidarietà con le autorità e il popolo tunisino, che hanno dovuto gestire un flusso immigratorio straordinario a seguito degli eventi politici in Libia. Intervista con Simon Busuttil. Che impressioni ha della visita nei campi di rifugiati? E´ stata un´esperienza toccante. Alla televisione abbiamo visto tante immagini, sapevamo che migliaia di persone fuggivano dalla Libia verso la Tunisia, e per questo abbiamo deciso di organizzare la delegazione. Ma venire qui è un´altra cosa. E´ impressionante vedere che cosa stanno attraversando queste persone. A molti operatori sul campo lei ha detto "siamo qui per ascoltarvi". Che cosa ha sentito, che cosa ha imparato? Abbiamo ascoltato gli operatori, i rifugiati, le organizzazioni internazionali, le autorità tunisine. E grazie a loro siamo passati dall´ascolto alla comprensione. Capire la situazione è cruciale per coloro che, come noi parlamentari, devono prendere poi le decisioni. La cosa più interessante di queste missioni, è che danno la possibilità a chi è chiamato a decidere di farlo sulla base di un´esperienza di prima mano, specie nelle situazioni difficili. Quando torniamo dobbiamo prendere le nostre decisioni, ma lo facciamo avendo toccato con mano i problemi. Nella visita è stato testimone di situazioni di emergenza. Pensa che l´Ue reagisca in maniera abbastanza veloce in questi casi? L´ue reagisce in modo estremamente veloce quando si tratta di aiuti finanziari. Siamo il primo donatore del mondo e il più veloce quando bisogna mandare sostegno economico. Incoraggeremo la Commissione a continuare così e diremo che siamo soddisfatti con quello che è stato fatto. Per dare un´idea: sono stati stanziati subito 100 milioni di euro per l´emergenza umanitaria in Tunisia a seguito della crisi libica, di cui 70 già spesi. Ma quando si va oltre l´aiuto finanziario, sfortunatamente i meccanismi Ue sono più stagnanti. E quando si tratta di questioni sensibili, come la ricollocazione delle persone, la re-installazione in altri paesi, il processo è completamente bloccato. E´ arrivata l´ora di andare oltre la solidarietà finanziaria. Se 3-4 mila persone sono bloccate in un campo a Choucha (alla frontiera con la Libia, ndr), a una temperatura di 43° C e tempeste di sabbia tutti i pomeriggi, l´unica via di uscita è andare oltre la solidarietà finanziaria e muoversi verso altre azioni, come le ricollocazioni. Oltre mezzo milione di persone si è spostato dalla Libia alla Tunisia. Di questi, solo qualche migliaia sono quelli che non hanno nessun posto dove andare, e per questo sono bloccati nei campi. Tutti gli altri sono stati rimandati a casa. Ora sta a noi di prenderci le nostre responsabilità. Sarebbe un gesto di buona volontà, da parte dei 27 paesi membri dell´Ue, per dimostrare al popolo tunisino che apprezziamo quello che ha fatto per i rifugiati dalla Libia.  
   
 

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