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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Luglio 2011
 
   
  TUNISIA, RIFUGIATI E AZIONI DELL´UNIONE EUROPEA: LE CONCLUSIONI DELLA DELEGAZIONE

 
   
  Strasburgo, 40 luglio 2011 - Nel corso di una conferenza stampa a Tunisi la delegazione ha presentato ai giornalisti le proprie conclusioni. I gruppi politici rappresentati (Ppe, S&d, Verdi, Alde) hanno rilasciato una dichiarazione comune, in cui sottolineano il bisogno di una maggiore mobilitazione dell´Ue per il reinsediamento dei rifugiati e chiedono ai ministri degli Affari interni di discutere la problematica nel prossimo incontro informale del Consiglio in Polonia. È la seconda volta che una delegazione del Parlamento europeo si reca in Tunisia, durante i sei mesi che sono seguiti alla caduta del regime di Ben Ali. I deputati in visita si sono detti profondamente colpiti dalle condizioni di vita estreme degli immigrati: "caldo insopportabile, tempeste di sabbia, e accesso limitato all´acqua potabile e a servizi igienici adeguati". Una situazione insostenibile - hanno sottolineato - soprattutto "per bambini e donne incinte". La delegazione si è detta, poi, sorpresa della generosità di un paese come la Tunisia, che sta affrontando non pochi problemi economici e politici, ma non per questo " chiude le porte ai cittadini dei paesi terzi in fuga dalla Libia". I deputati hanno parlato di "travolgente ospitalità e solidarietà del popolo tunisino" e hanno ricordato che "i flussi migratori rappresentano un onere che dovrebbe essere condiviso". Le richieste della delegazione all´Ue - A seguito di quanto visto e appreso, i membri della delegazione hanno chiesto agli Stati Ue di sostenere con più forza il reinsediamento dei rifugiati provenienti dalle zone di guerra: " Siamo delusi dalla debole risposta data dagli Stati membri dell´Unione europea rispetto agli sforzi intrapresi da Norvegia, Stati Uniti e Canada", hanno lamentato. Hanno chiesto inoltre ai ministri degli Affari interni di discutere la questione durante la riunione informale del Consiglio Giustizia e Affari Interni il 18 e 19 luglio in Polonia, perché "l´Ue non può chiudere gli occhi davanti a queste realtà drammatiche"  
   
 

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