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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Luglio 2011
 
   
  MAMIANO DI TRAVERSETOLO (PARMA): HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC IN UNA MOSTRA IRRIPETIBILE ALLA MAGNANI ROCCA - DAL 10 SETTEMBRE ALL´11 DICEMBRE 2011

 
   
  Una mostra su Henri de Toulouse-lautrec in Italia mancava da parecchi anni. Il vuoto viene colmato dalla Fondazione Magnani Rocca che, dal 10 settembre all´11 dicembre 2011 nella sua sede di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, propone una originale riflessione sul celebre artista francese. La mostra, che inaugura la presidenza di Giancarlo Forestieri, è curata da Stefano Roffi - con saggi in catalogo di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Mauro Carrera e del curatore - ed è frutto della collaborazione della Magnani Rocca col Museum of Fine Arts di Boston, col Musée d´Ixelles-bruxelles, con la Fondazione E. G. Bührle di Zurigo, col Mibac - Soprintendenza Bsae per le province di Venezia Belluno, Padova e Treviso, con la Galleria d´Arte Moderna di Milano e con altri musei e collezioni italiani ed esteri. Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole sono i mecenati dell´iniziativa. È noto come una parte della produzione dell´aristocratico Toulouse-lautrec (Albi 1864 - Malromé 1901), si sviluppi sulla scia del "japonisme", ovvero l´ispirazione all´arte giapponese; egli traspone tecniche e inquadrature di quel mondo affascinante e misterioso al contesto occidentale dei locali notturni e delle maisons closes, ovvero le case chiuse che frequenta non solo come artista. È nell´ambito delle sue celeberrime affiches, presenti in mostra nell´intero corpus, che la rielaborazione dei temi e del linearismo grafico giapponese si esprime più evidentemente: dai profili degli uomini in cilindro, alle ombre nere alle spalle del soggetto, alla silhouette "senza testa" della cantante Yvette Guilbert nel notissimo Divan Japonais. I suoi manifesti sono capolavori d´arte e documenti di un´epoca: conquistarono il pubblico d´allora che li amò e li collezionò, in un periodo in cui altri grandi maestri si cimentavano in questo genere in forte ascesa. Ma sono tutti i suoi personaggi, colti nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo, nei postriboli, nel celebre Moulin Rouge, nei circhi, nei teatri, raccontati con caustica e rutilante malinconia, che rivivono nella mostra "Toulouse-lautrec e la Parigi della Belle Époque". Da notare come nei musei italiani siano rarissime le opere di Lautrec; si tratta quindi di un´occasione imperdibile per vedere suoi lavori senza dover raggiungere grandi musei internazionali. L´artista mostra un occhio spietato e caricaturale per le caratteristiche e la gestualità dei soggetti che rappresenta (che includono le vedettes sue amiche, le cantanti e ballerine May Milton, Jane Avril e La Goulue - come Andy Warhol farà coi personaggi della sua Factory newyorkese) unito all´uso innovativo di ampie stesure di colori piatti, marcate silhouettes e punti di vista inconsueti, in un´elaborazione di inesauste folgorazioni emotive. Accanto al corpus delle affiches, la mostra propone una serie di confronti di particolare suggestione: sono accostati i dipinti di figura di Lautrec a quelli di paesaggio degli impressionisti Monet e Renoir, oltre a Cézanne; viene evidenziato il debito nella grafica all´arte giapponese offrendo un confronto speculare fra i manifesti del francese e stampe giapponesi fra Settecento e Ottocento di Utamaro, Hiroshige e Hokusai; viene ricreato il clima di frizzante competizione che Lautrec ingaggia coi vari Chéret, Mucha, Steinlen, Bonnard nell´accaparrarsi le commesse pubblicitarie nella Parigi della Belle Époque; infine viene mostrata l´influenza che Picasso riceve da lui in occasione dei primi soggiorni parigini. "In tutto il mondo si conoscono le fotografie di quest´ometto deforme. Soltanto la testa e il tronco erano di proporzioni normali. La testa sembrava avvitata sopra le spalle molto cascanti. La barba lunga e nera faceva l´effetto d´uno strano ornamento. Gambe e braccia erano quelle di un bambino di sei anni. Ma in questo corpo deforme c´era una forza vitale enorme, quasi superata dallo spirito di Lautrec. Le sue risposte pronte - simili a quelle di un clown maligno - erano sconcertanti. La bocca di una animalesca sensualità, il modo di esprimersi ora incontrollato, ora estremamente arguto, ora del tutto anticonvenzionale...". (Henry van de Velde). L´arte di Lautrec nella Parigi di fine Ottocento non si allinea con quella degli impressionisti che di pochi anni lo avevano preceduto e ancora stavano lavorando in Francia; la sua pittura infatti non rivela interesse per il paesaggio e per la luce, mentre esprime un fascino fortissimo per la figura umana. Lautrec ha chiaro fin da bambino che avrebbe fatto il pittore; la sua statura molto ridotta - dovuta a una duplice frattura alle gambe contratta tra il ´78 ed il ´79 - non gli consente, d´altra parte, di pensare a un lavoro fisicamente impegnativo. Lasciata la monotonia della vita in famiglia nel sud della Francia, si trasferisce a Parigi, metropoli che, nell´ultimo ventennio del Xix secolo, vive l´atmosfera gioiosa, entusiasmante ed eccessiva della Belle Époque. Montmartre, quartiere degli artisti per eccellenza, vede la nascita e la diffusione di trasgressivi locali notturni, cafès, cabarets, rivelando il lato nascosto e torbido della rigida morale borghese dominante. Circondato di amici - pittori, poeti e artisti della notte - Lautrec si dà alla bella vita e frequenta i celebri Moulin Rouge, Divan Japonais, Folies Bergère. All´inizio è quasi intimorito dalla cattiva reputazione di quell´ambiente, ma poi, grazie all´amicizia con lo showman Aristide Bruant, fondatore del Mirliton, proprio a Montmartre trova ispirazione preziosa per le sue ricerche d´artista. Evidenzia così nuove connessioni fra l´arte e la vita quotidiana affermandosi come una figura centrale nella società decadente che raffigura. La sua attenzione è rivolta ai personaggi: mette a fuoco e analizza da vicino i "tipi" umani che incontra (per usare un´espressione flaubertiana), presentandoli sotto una luce distorta, ironica, tramite nuove inquadrature, nuovi tagli delle scene, nuovi colori e giustapposizioni di colore. La tipologia dei soggetti rappresentati è la più varia: ballerine, habituès dei cafès, borghesi goderecci, il popolo notturno, ma anche prostitute e le masse di derelitti che vivono ai margini della società, un´umanità che anche Picasso, nel suo soggiorno parigino, rappresenterà proprio nel momento del commiato di Lautrec - morto trentasettenne come Raffaello, Parmigianino, Watteau, Van Gogh - da quel mondo e dalla vita. Info: Toulouse-lautrec e la Parigi della Belle Époque - Mostra e Catalogo a cura di Stefano Roffi - Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Mauro Carrera, Stefano Roffi - Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma) - Dal 10 settembre all´ 11 dicembre 2011 - Aperto anche tutti i festivi - tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 - info@magnanirocca.It  - www.Magnanirocca.it  - Ristorante nella corte del museo tel. 0521 848135  
   
 

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