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Notiziario Marketpress di
Venerdì 10 Gennaio 2003 |
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SCI IN SLOVENIA: NOVITA´ E CURIOSITA´
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Nonostante le sue montagne superino raramente i 2.500 metri di altezza, in Slovenia lo sport maggiormente diffuso è costituito dallo sci. A testimoniarlo non sono soltanto i grandi campioni del passato e del presente, oppure la presenza di una cinquantina di stazioni sciistiche su un territorio più piccolo della Lombardia, ma soprattutto il fatto che uno sloveno su cinque pratica questa attività (350 mila sciatori su una popolazione inferiore ai 2 milioni). Per fare un paragone sarebbe come se in Italia annoverassimo 10 milioni di sciatori. Qualcuno sostiene anche che lo sci sia nato in Slovenia, basandosi sul fatto che già nel 1600 i montanari della Bloska Planota per spostarsi durante l´inverno usavano un bastone e due assi da botte legate ai piedi. In realtà, come sappiamo, lo sci è nato in epoca preistorica in Russia e nei paesi scandinavi, ma forse quelli carniolani sono stati i più antichi sciatori dell´Europa centrale. Il dato certo è che gli sloveni trascorrono volentieri una vacanza o le loro domeniche invernali sui campi da sci, non solo nelle più note stazioni di Maribor e di Kranjska Gora, ben famose per essere sedi di gare di Coppa del Mondo, ma anche nelle tante altre meno note sparse sulle pendici del Pohorje, delle Caravanche, delle Alpi di Kamnik e delle Alpi Giulie. E da tempo anche gli stranieri ´ italiani compresi ´ hanno imparato ad apprezzarne alcune caratteristiche positive, economicità e buon livello alberghiero in primo luogo. Vale la pena di segnalare alcune curiosità: a Maribor le piste del Pohorje si trovano appena fuori città e possono essere raggiunte anche con gli autobus metropolitani; sempre a Maribor la pista principale è interamente illuminata, per cui si può sciare anche di notte; ancora a Maribor nei pressi degli impianti sorge il nuovo hotel Habakuk, un elegante 5 stelle le cui piscine e terme sono alimentate da acque termali. In Slovenia diverse stazioni sciistiche sorgono in prossimità di impianti termali, per cui è frequente l´abbinamento tra le due attività. Il casinò di Kranjska Gora si trova a due passi dalle piste: volendo si può alternare una discesa ad una puntata. Planica, situata a breve distanza dal confine di Tarvisio, viene considerata una delle capitali mondiali del salto con gli sci grazie alla presenza di sei trampolini che vanno dai 25 ai 180 metri, attivi fin dal 1934. A Bovec invece, nell´alta valle dell´Isonzo, si può sciare fino a maggio ai 2.000 metri di quota del versante sloveno del Canin, oppure sulle piste italiane di Sella Nevea, alternando magari lo sci ad una discesa in rafting o in canoa di uno dei fiumi più belli d´Europa. A Krvavec infine, sulle Alpi di Kamnik, si può sciare ad appena mezz´ora di macchina dalla capitale Lubiana, utilizzando la moderna cabinovia circolare a 6 posti in grado di trasportare 2 mila persone all´ora. Nelle stazioni invernali della Slovenia si è lavorato alacremente in vista della nuova stagione e non sono poche le novità che attendono gli sciatori, che si prevede possano superare il milione e mezzo. A pieno ritmo funzioneranno le nuove funivie per portare gli sciatori in quota sui monti Canin, Vogel e Golte, nonché quelle altrettanto nuove di Cerkno e le seggiovie del Rogla. Nel centro di Stari Vrh, sulle montagne di Skofja Loka, gli impianti per l´innevamento artificiale coprono ora ben il 95 % delle piste esistenti, mentre sul Pohorje, la montagna di Maribor, si arriva già alla metà. Diversi operatori turistici italiani, tra cui Eden, Eurotravel, Il Piccolo Tiglio e Orizzonti, propongono nei loro cataloghi neve soggiorni in alcune delle principali località sciistiche slovene. Depliant e informazioni sullo sci in Slovenia possono essere richiesti all´Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, tel. 02 29 51 11 87, e-mail: slovenia@tin.It www.Slovenia-tourism.si Carnevali in Slovenia - Il Carnevale rappresenta una delle festività più sentite e vissute in Slovenia, giovane nazione aperta e moderna ma al tempo stesso ancora piuttosto legata alle sue antiche tradizioni, molte delle quali connesse al mondo contadino e ai cicli stagionali della terra. Tra le numerose manifestazioni organizzate per festeggiare il Carnevale, quattro spiccano in particolare per l´elevata partecipazione di pubblico e per l´antichità delle maschere locali: si tratta della Kurentovanje di Ptuj, la graziosissima città storica sulle rive della Drava, del Pust Karneval di Cerknica, sul lago omonimo non lontano da Postumia (Postojna), della Laufarija di Cerkno, paese collinare nei pressi di Idrija, e dei Psti di Dreznica, piccolo paese nella valle dell´Isonzo (Soca) vicino a Caporetto (Kobarid). I Kurenti sono complessi e pesantissimi costumi di pelle di pecora a cui sono appesi campanacci da mucca, che fanno suonare saltellando ritmicamente, con calze colorate e stivaloni, grandi copricapo di pelliccia decorati con piume, rami, corna e striscioline colorate. La maschera di cuoio che copre il viso ha le aperture per occhi e bocca orlate di rosso, un naso a forma di tronco, fagioli bianchi per denti e una lingua di cuoio rossa lunga fino al petto. Essi si muovono in gruppo di casa in casa, accompagnati da altre figure carnevalesche, spaventando gli spiriti maligni con il rumore dei campanacci e con bastoni che portano sulla cima aculei di porcospino. I Kurenti rappresentano un po´ un emblema nazionale: figurano sui francobolli, partecipano a parecchie manifestazioni folcloristiche anche all´estero e possono essere ammirati per tutto l´anno nell´apposita sezione del museo ospitato nel castello cittadino. Ptuj, la romana Poetovio, è una delle città più antiche e più ricca di monumenti storici di tutta la Slovenia. La maschera emblema di Cerknica, di cui si trova traccia in documenti del 1551, è data da Ursula, una vecchia brutta e gobba con un solo dente e un solo seno, sempre a cavalcioni dell´inseparabile scopa, progenitrice e capostipite di tutte le streghe. Le streghe di Cerknica hanno un fondamento che travalica la credenza popolare. Il grande storico seicentesco Valvasor racconta infatti di processi e di esecuzioni avvenute durante la Riforma, indicando proprio questa località carniolana come epicentro della caccia alle streghe. Ci sono poi altre maschere caratteristiche, come il drago che nasce dal lago, e i Butalci, gli stupidi abitanti del paese immaginario di Butale ideatori delle più stravaganti idiozie. Oltre al singolare lago intermittente, nei pressi di Cerknica si possono visitare il Parco speleologico di Rakov Skocjan, la grotta Krizna Jama con ventidue laghetti sotterranei e il cinquecentesco castello di Sneznik, uno dei pochi giunto intatto fino a noi con arredi originari. Anche le maschere di Cerkno affondano le loro radici nel tempo e impegnano seriamente gli abitanti: i costumi, veri capolavori artigianali costruiti con materiali poveri locali come legno, foglie, pigne, paglia e muschio, debbono essere rifatti tutti gli anni. La famiglia dei laufarji comprende 24 personaggi: la figura centrale è il Pust, il Carnevale, che indossa una maschera cornuta e un costume pesante fino a 60-80 chilogrammi; ogni anno viene condannato a morte dopo un processo burla che dura una mezza giornata. Nei pressi di Cerkno si trovano una frequentata stazione sciistica, una grotta adorna di stupende concrezioni di aragonite e un curioso ospedale partigiano celato nel canyon di un torrente. Ultima citazione per un Carnevale minore, ma forse più autentico: è quello che si festeggia a Dreznica, punto di partenza per le escursioni sul Monte Nero. In questo periodo gli abitanti riesumano le vecchie maschere tradizionali, dette psti, fatte con pelli di pecora e striscie di stoffa colorate, per dare vita ad una incruenta battaglia con polverosi sacchetti di cenere. Le manifestazioni si svolgono a Dreznica sabato 1 marzo, a Ptuj, Cerknica e Cerkno domenica 2. I vini della Slovenia - Grappoli turgidi di mosto e di sole, pendenti da vigneti sinuosi disposti ad anfiteatro, attraenti come un´opera d´arte, tanto da essere dichiarati monumento ambientale. Come la vite più vecchia d´Europa, che abbarbicata ad un edificio coevo lungo le rive urbane della Drava fruttifica ´ così sostengono i suoi concittadini della città di Maribor ´ da oltre 400 anni, donando ogni autunno 35 litri di Modra Kaucina, un rosso vellutato che farebbe la gioia di qualsiasi collezionista. C´è lo Zlata trta, il bianco leggendario annata 1917, conservato con religioso affetto e giustificato orgoglio nella storica cantina di Ptuj, e il Ledeno della valle della Sava, vendemmiato eccezionalmente a sei gradi sotto zero, così da conservare nelle bucce pressate i cristalli di ghiaccio uniti agli zuccheri e agli aromi intensi. Per chi vuole o deve fare a meno degli zuccheri senza rinunciare ad un ottimo bicchiere di vino, ecco il gusto secco e poco alcolico del rosè Cvicek della zona di Dolenjska, nella valle della Sava. Agli amanti del perlage Gornja Radgona, situata nella valle della Drava, esibisce una cantina che da oltre 140 anni produce spumante secondo il metodo classico dello Champagne, qui chiamato Zlata Penina. Introdotta dai Celti, curata dagli Illiri e diffusa dai Romani, la viticoltura in Slovenia prospera e incuriosisce, alimentata da propizi fattori ambientali (varietà dei terreni, clima continentale e mediterraneo a seconda della zona) e da una tradizione enologica risalente ai monaci medievali. Basta percorrere le venti Vinska Cesta, le strade del vino che attraversano le tre regioni enologiche slovene, per capire che l´andar per sorsi è un piacere lento, antico e gustoso, un filo conduttore tra città e paesi, attività economiche e spazi culturali. La ruralità slovena non è solo rispetto per la tradizione, ma valorizzazione del paesaggio, dei percorsi del gusto (numerosi e piuttosto accoglienti sono gli agriturismi) e della cultura materiale, espressa da musei disseminati un po´ ovunque. La Slovenia vinicola comprende tre zone distinte: quella della valle della Drava a nord-est, quella della valle della Sava a sud-est e quella litoranea ad ovest. L´area più vasta, attraversata dal fiume Drava, comprende i colli di Ljutomer e di Ormoz con Jeruzalem, dove i vigneti stesi su terrazze disposte ad anfiteatro meritano il titolo di monumento arboreo. E poi le colline di Haloze e il circondario delle città di Maribor e di Ptuj. Se alzando i calici vi capita di vedere le cicogne, rassicuratevi: non dipende dall´ ebbrezza del vino, ma dal fatto che siete giunti nella regione del Pomurje, ai confini con l´Ungheria, dove spesso i tetti delle case ospitano i nidi dei candidi volatili. L´area della Drava è territorio ideale per i vini bianchi come il Renski Rizling, il Laski Rizling, il Sauvignon e il Sivi Pinot. Da qui viene lo Spumante d´oro, ottenuto con il metodo classico da 140 anni; qui si pratica la vendemmia tardiva, fino ad autunno inoltrato, che favorisce una qualità superiore. La zona della Sava, a sud-est, produce invece una gamma variegata di bianchi, rossi e rosè, complici il clima continentale con suggestioni mediterranee e diverse varietà di terreni, che si moltiplicano nella regione della Bela Krajina. Nato freddo, il Ledeno risulta un nettare da dessert, mentre il Cvicek della zona della Dolenjska, la Bassa Carniola, prodotto con uve bianche e nere, si distingue dai rosati europei per quel gusto secco e leggero che lo rende particolarmente gradevole in estate. A sud-ovest si estende infine la zona litoranea, detta Primorje. Il felice connubio tra clima mediterraneo e continentale favorisce qui vini dalla spiccata personalità e struttura corposa. Tra i rossi primeggia il Terran, prodotto con uve Refosco provenienti da vitigni dell´altipiano carsico. Di colore rubino intenso e bouquet fruttato, accompagna con vigore il gustoso prosciutto crudo del Carso e la rinomata selvaggina slovena. Per un tocco d´aroma a fine pasto ecco il Pikolit, il cui unico vero difetto è quello di avere una produzione assai ridotta. Tra i bianchi meritano attenzione il Rebula, il Pinot, il Tokai e la Malvasia, tra i rossi il Merlot, il Refosco e il Cabernet. La cucina slovena - Sapori, profumi e ricordi compaiono gustosamente amalgamati nella gastronomia slovena che presenta, da una parte, profondi legami con i prodotti locali e, dall´altra, risente di tradizioni culinarie dei paesi confinanti come l´Italia, l´Austria e l´Ungheria. Una gastronomia con piatti delle regioni pannonica, alpina e mediterranea, che mette in tavola eccellente pesce di mare sul litorale, funghi e cacciagione odoranti di bosco, piatti speziati e aromatici, fino al caffè turco, reminiscenza storica di antiche invasioni. L´incontro tra le tradizioni enogastronomiche con la ricchezza agroalimentare del territorio danno origine a ben 1.200 piatti nazionali, tra i quali non rimane che l´imbarazzo della scelta. Si tratta di pietanze ben assortite, con oltre cento tipi di brodi e minestre, piatti di carne dai sapori decisi, parecchi tipi di pane ´ tra cui quello fatto con grano saraceno e avena ´ e, per finire, deliziose attrazioni di pasticceria. Il viaggio culinario parte dall´antipasto, che ha normalmente come ouverture un bicchierino di distillato di frutta. Se l´antipasto serve per predisporre la psiche e i succhi gastrici alle portate successive, nulla di meglio del prosciutto crudo del Carso (prsut) profumato al ginepro e stagionato al soffio della bora. Stuzzicanti portate sono i salami e le salsicce (la krvavica è fatta di sanguinacci, riso e spezie, spesso abbinate ai crauti) e poi lardo insaporito con spezie e pancetta affumicata. Così ben allenati alla tavola saporita, si può continuare con un brodo o una zuppa (ottime quelle ai funghi; la jota, di provenienza carsica, è a base di fagioli e crauti, mentre d´orzo è la ricet, d´ascendenza austriaca). Gli struklji sono fette di pasta ripiena di carne, ricotta o verdure e conditi in svariati modi; nella versione dolce il ripieno prevede uvetta, noci e pinoli. Cotti in zuppa di cavoli e contornati da pancetta affumicata, gli zganci sono gnocchi di farina di grano saraceno. Regina della terza portata è la carne, con un sapore pieno, che diventa ancora più pregnante nell´abbondante selvaggina e gradevole negli spiedini dove maiale, vitello e agnello si alternano a cipolle e peperoni oppure bolliti e serviti con salse, tra cui il cren. Il gulasch si assapora con le verdure, mentre i cevapcici sono gustose e speziate polpette di carne tritata cotte alla griglia e mangiate con cipolla cruda. I funghi, raccolti in abbondanza, hanno fragranza di bosco, mentre non manca mai sulla tavola slovena un piatto di verdura fresca servita a parte. Per gli amanti del pesce l´arte culinaria della costa valorizza l´ottimo pescato, tra cui figurano capesante, sogliole, crostacei e frutti di mare. Ardua risulta la scelta finale tra i vari gustosi dessert. La potica è il dolce più popolare, fatto di pasta lievitata con ripieno di miele, noci, papavero e frutta secca (ma anche lardo e ciccioli nella versione salata). Simile alla prima, ma arricchita da vari strati, è la gibanica, con differenti versioni a seconda delle regioni. Scegliendo lo strudel non si sbaglia mai. Per una pausa ghiottona fuori dai pasti, oppure per una sferzata d´energia, ecco il krof, ovvero il bombolone. Per l´omaggio gentile o un dolce invito si può ricorrere alle paste al miele, considerate come la pasticceria più antica della Slovenia, profumate di cannella e disegnate a forma di cuore. Ulteriori informazioni e materiale illustrativo possono essere richiesti all´Ufficio del Turismo Sloveno in Italia, galleria Buenos Aires 1, 20124 Milano, tel. 02 29 51 11 87, fax 02 29 51 40 71, e-mail: slovenia@tin.It Infolink: www.Slovenia-tourism.si/ |
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