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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Gennaio 2003
 
   
  LA "QUIETA FURIA" CREATIVA DI VALTER VEDRINI IN MOSTRA AL CASTELLO DI FELINO (PARMA)

 
   
  Non bastano un cavalletto e una tavolozza per fare un artista. Né basta un grande castello per fare, da solo, una grande mostra. Se la tavolozza, però, è quella di Valter Vedrini e il castello è quello di Felino (Parma), l´appeal echeggia forte e chiaro tra le dolci alture del Parmense, e chiama a raccolta, dolcemente, gli appassionati del bello. Dal 29 marzo al 27 aprile 2003 i rossi, gli arancioni e i viola intensi e tormentati che per decenni sono stati l´anima dell´espressionismo all´italiana di Vedrini, eserciteranno, una volta ancora, la loro attrazione fatale sull´anima dei visitatori. Felino, austera e solida cinta di mura iscritta dalla natura nella gamma dei grigi, offre un magnifico motivo di contrasto ai timbri rutilanti del pictor optimus valtellinese. Nato a Sondrio, classe 1910, Valter Vedrini è uno dei maestri che hanno fatto del Novecento il secolo della riscossa italiana del colore. Da Emil Nolde a Ensor, perché non si può comunque prescindere dagli antesignani, giù fino al gruppo storico di "Corrente": Birolli, Pirandello, Cagli, Sassu, la scuola romana, quella torinese. Il rosso come colore del sangue, quello che scorre nelle arterie di un artista vero. Uno capace di vivere solo della propria pittura (e una figura eroica già solo per questo). La prima mostra è del 1955, nella città natale, mentore Carlo Carrà. Da lì, incoraggiato dai primi successi di casa e a grande richiesta, il volo verso le pareti delle gallerie francesi, tedesche e greche: i suoi oli, ricchi di materia e di anima, li staccarono quasi subito dal muro i numerosissimi acquirenti, ansiosi di portarli a casa. Vedrini ha viaggiato a lungo, ha conosciuto la sensuale spiritualità di Modigliani e l´estro sfrenato di Picasso, così come gli arabeschi gentili di Matisse e la rabbia di Soutine. Poi ritorna a casa e filtra tutto senza mai tradire la passione e la devozione all´ideale del colore come fonte di intensa emozione. Comincia a contare amicizie preziose: Carrà, Bonomi, Rosai, Migneco per la pittura; Betti, Borghese, Marinetti per la letteratura. Fu egli stesso poeta pudico e onestissimo, capace cioé di distruggere ben due raccolte in versi "Confessioni" e "Fosforescenze" (la superstite "Ascolto il mio silenzio", rarissima, pubblicata nel 1950 dalla Academia Editrice di Milano, con la bella copertina disegnata da Migneco, appartiene, in esemplare unico, all´autore ed è "violata" da annotazioni autografe). Dal ´63 all´83 il maestro vive e lavora a Roma, passa poi in via Brera (e dove se no?) a Milano, per il definitivo ritorno nella sua Sondrio. Si lascia dietro una lunga scia di mostre personali (a Sondrio, Stresa, Parigi, Sildenfingen, Milano, Roma, Biarritz, Cannes) e di recensioni (Bolaffi, Comanducci, Il Giorno, Le Figaro, Il Corriere della Sera, Rai Tg3 ecc.) Vedrini ora è cullato dalle robuste braccia di Iter (Movimento Culturale, via Scarabelli Zunti n° 18, Parma, Tel. 0521.243949), organizzatrice dell´antologica al castello di Felino, che sarà inaugurata ufficialmente sabato 29 marzo 2003 alle ore 17.00. L´autore e il luogo sono entrambi un´irresistibile attrazione per chi ama il genio italiano e desidera sentire il grande respiro di Parma. L´iniziativa gode del patrocinino del Comune di Felino. Www.iteronline.com    
   
 

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