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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Gennaio 2003
 
   
  IL PRESIDENTE DEL C.A.I. GABRIELE BIANCHI IN MERITO ALLE TRAGEDIE DEL FALLERA E DI CORTINA "TUTTI UNITI PER UNA CAPILLARE OPERA DI INFORMAZIONE SUL RISPETTO AMBIENTALE E I PERICOLI DELLA MONTAGNA"

 
   
  Milano, 17 gennaio 2003 - La recente tragedia del Monte Fallera e di Cortina fa riflettere su uno dei piu´ delicati temi di prevenzione e sicurezza della montagna che non puo´ non coinvolgere ed essere sentito in maniera particolare dal C.a.i., Club Alpino Italiano. Alle numerose reazioni mediatiche, che si riferiscono alle vittime del mondo alpinistico e di quello più legato allo sport, allo snowboard in particolare, si unisce la voce ufficiale del C.a.i. Che da tempo ha valutato come priorità quella di agire, sia in maniera programmatica che promozionale, e comunque efficace, in materia di miglioramento dell´informazione, suggerendo talvolta maggiori e piu´ dettagliati monitoraggi sulle diverse stratificazioni della neve a seconda dei versanti, promuovendo una piu´attenta e seria consapevolezza nell´affrontare escursioni alpinistiche. "Un piano d´azione va assolutamente preso in considerazione - ha detto il presidente del C.a.i. Gabriele Bianchi - e la nostra Associazione è da tempo unita e compatta oltre che competente in materia, per iniziare un percorso serio che porti a dei risultati. Da un punto di vista emotivo mi sento di dire che, anche sul fronte dello sport praticato in montagna, sia pure registrando con favore una crescita esponenziale e un abbassamento del target (piu´ giovani praticanti sulle piste da sci) la tragedia di Cortina ci porta ad una reazione immediata che si puo´ tradurre nella proposta concreta di rendere obbligatorio l´uso del casco almeno fra i bambini, come mi risulta accada in Usa, tenendo presente che in altri ambiti sportivi (vedi motociclismo) i dati parlano chiaro e dicono che la protezione ha significato il 30% in meno di morti violente". Il C.a.i. Fa di più, anzi sta facendo qualcosa già da tempo in questo senso: "Ci tengo a sottolineare come esiste un progetto C.a.i., - continua Bianchi - attuato sperimentalmente a livello regionale in Lombardia, che ci ha permesso di cominciare una capillare azione di corretta promozione, puntando sulla conoscenza dell´ambiente e dei pericoli della montagna, attraverso una campagna che da due anni coinvolge istruttori di alpinismo, guide, corpo nazionale di soccorso alpino, associazione interregionale neve e valanghe, e altri soggetti competenti, tutti uniti per un unico scopo. Sono stati già distribuiti migliaia di folder sui temi "sicurezza su neve, in ferrata, cercar funghi e camminando", potendo contare anche sulla presenza di questi esperti operatori di settore, che hanno presidiato il territorio dando importanti delucidazioni e raccogliendo schede statistiche che rappresentano oggi un importante monitoraggio sperimentale, utile per tutti e per il Club, un lavoro che mi auguro possa essere d´esempio per estendere il progetto a livello nazionale". Il C.a.i., oltre 300mila soci in tutto il 2003, Associazione radicata sul territorio nazionale e con tradizioni importanti, nonché credibilità, ritiene insomma perseguibile la strada di una campagna di sensibilizzazione per l´uso del casco per i freerider e gli sciatori, con una revisione urgente delle norme di sicurezza delle piste e una capillare informazione mirata a chi pratica l´alpinismo.  
   
 

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