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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Dicembre 2006
 
   
  ELENA DONAZZAN SUL NATALE “CERTI PROFESSORI DOVREBBERO RITORNARE A SCUOLA E RICORDARSI DI ESSERE STATI BAMBINI! MA DOVE L’ HANNO PERSA QUESTA SENSIBILITÀ DI RAPPORTARSI CON GLI ALUNNI? ”

 
   
  Venezia, 18 dicembre 2006 – Di seguito l’ intervento dell’Assessore regionale Elena Donazzan sul Natale: “Lo dico e me ne assumo tutte le responsabilità di Assessore alle Politiche dell’Istruzione che esistono dei docenti che dovrebbero tornare a scuola, dovrebbero tornare alla scuola dell’infanzia, dovrebbero fermarsi a fare mente locale su quando sono stati bambini e su che cosa li attraeva, li faceva sognare o magari gioire – commenta così Elena Donazzan le iniziative di questi giorni a proposito della decisione di non vendere o di non fare i presepi o come succede in tre istituiti di Padova, nei quali si è scelto di non recitare ‘Tu scendi dalle Stelle’ in luogo di canzoni dedicate alla pace, alla solidarietà o a chi soffre. Ma dove la hanno persa questa sensibilità di rapportarsi con gli alunni? Perchè di questo si tratta. E non centra nulla ne’ la morale, ne’ la religione, su ciò rievoca la sentenza della Cassazione sul crocifisso considerandolo non un simbolo religioso, ma un simbolo civile e quindi negare ciò significa sradicare tradizioni che sono proprio di ognuno e che non necessariamente diventano scelte religiose. Mi chiedo - prosegue l’Assessore - dove questi insegnanti abbiano cominciato a sentire parlare di pace, di solidarietà, di aiuto a chi soffre, come possono avere la presunzione di ammantarsi di buonismo parlando di ci escludendo il Natale che è la fonte e la genesi di questi sentimenti. Prendono delle decisioni come se il Natale parlasse di odio, di stermini, di sopraffazione, di prevaricazione, è incredibile – rincara Elena Donazzan – è l’esercizio del loro essere strumentalizzando i bambini che da loro dovrebbero essere educati. Oggi sembra davvero che ci sia una gara a chi è più bravo a fare notizia nel grande concorso del progressismo stolto e vuoto: niente canti tradizionali, niente presepi, niente poesie di Natale, niente sogni, niente immaginazioni, per dare ai ragazzi che cosa – si chiede l’Assessore Donazzan – la constatazione che si muore di fame nel mondo? Ma questo dovrebbe essere implicito nello studio della geografia, della storia, così come dovrebbe essere implicito nell’insegnamento dell’educazione civica, oggi desueta, il rispetto della convivenza civile. I tempi cambiano dicono questi docenti impegnati in elucubrazioni intellettuali e cosa mai ci dovremmo attendere nei prossimi anni, il disconoscimento del paese in cui si è nati (quasi ci siamo), il disconoscimento della propria famiglia, della propria comunità, in luogo di un mondo globale e multietnico che non significa più solidale, ma più vorticoso e frammentante e che proprio per meglio rapportarsi con esso avrebbe bisogno di studenti che sapessero riconoscere le proprie tradizioni per confrontarsi con l’altro, senza adeguarsi pedissequamente al cambiare dei tempi. Aboliamo la scuola! Mi verrebbe da dire se non dobbiamo insegnare chi siano e da dove veniamo, lasciamo che ogni elemento nuovo ci cambi per renderci indistinti e senza identità, la maniera migliore per isolare l’individuo e ridurlo ad individuo tra gli individui e quindi promanatore di egoismo e conflittualità. Cantare il Natale, fare il presepe, dovrebbe essere un obbligo per un docente e per ogni comunità che si ritrova su valori condivisi – conclude Elena Donazzan - ci vuole una bella presunzione per fare gli educatori e pensare di essere in grado di cambiare tradizioni millenarie, vuoi perchè in preda al nichilismo o alla vulgata secolarizzante molto in voga in ben determinati ambienti politici”. Assessore regionale all’istruzione e formazione - Elena Donazzan - .  
   
 

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