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Notiziario Marketpress di Venerdì 24 Gennaio 2003
 
   
  PRODI AVVIA UNA REVISIONE DELLA POLITICA INDUSTRIALE IN VISTA DELL´ALLARGAMENTO

 
   
  Bruxelles, 24 gennaio 2003 - Il presidente della Commissione Romano Prodi ha lanciato un monito ai politici e dirigenti d´azienda europei, esortandoli a non ostacolare i cambiamenti industriali che l´allargamento porterà con sé, bensì a reagire riesaminando le loro politiche. Aprendo i lavori della conferenza sulla politica industriale nell´Europa dell´allargamento, tenutasi a Bruxelles il 21 gennaio, Prodi ha affermato che il processo di adesione sarà inevitabilmente accompagnato dallo spostamento dei lavoratori e dalla delocalizzazione delle imprese. "L´industria deve prepararsi ad integrare nel suo sistema il gran numero di tecnici e di lavoratori specializzati che saranno fra pochissimo nostri concittadini e che rappresentano una grande occasione di crescita e di sviluppo", ha dichiarato Prodi dinnanzi ai partecipanti. Il Presidente ha lanciato un messaggio anche ai ministri dei governi nazionali presenti alla manifestazione, affermando che gli Stati membri devono compiere maggiori sforzi per aumentare gli investimenti nella ricerca. Secondo Prodi, elevare la spesa in questo settore è necessario poiché "solo così saremo capaci di tenere in Europa i nostri giovani più brillanti e attrarre ricercatori e studiosi da oltre i nostri confini". Durante un dibattito fra esperti sulle condizioni quadro della politica industriale europea, il commissario per le Imprese e la Società dell´informazione Erkki Liikanen ha condiviso la necessità di rivedere la legislazione industriale europea. A suo avviso, dopo l´introduzione dell´euro, l´ampliamento del mercato interno, lo sviluppo di nuove tecnologie e il processo di allargamento, è giunto il momento di ripensare e rimettere mano alla politica comunitaria in questo settore. Il ministro britannico per il Commercio e l´Industria Patricia Hewitt ha contribuito alla discussione evidenziando i temi chiave che, a suo avviso, dovrebbero fungere da filo conduttore per le future politiche industriali dell´Europa. Fra questi figurano la promozione dell´imprenditorialità, con particolare enfasi sul contributo delle piccole e medie imprese (Pmi), la creazione di un brevetto europeo, lo sviluppo di competenze per tutti i cittadini e il dispiegamento di tutte le risorse disponibili al fine di sostenere l´innovazione e il progresso tecnologico. La Hewitt ha proseguito affermando che, di fronte alle economie globali emergenti, come la Cina, l´Europa non può più rimanere competitiva sulla base di costi e salari ridotti. L´industria, ha sostenuto il Ministro, "deve concentrarsi sulla gamma alta del mercato nei settori in cui l´Ue è in grado di far fronte alla concorrenza". Tale cambiamento, ha avvertito il Ministro, non si applicherà soltanto all´industria tradizionale, come quella tessile, ma anche alle industrie più recenti come quelle dei servizi. La Hewitt, inoltre, ha condiviso le osservazioni espresse precedentemente dal ministro greco per lo Sviluppo Akis Tsohatzopoulos in merito al ruolo del Consiglio "Competitività" dell´Ue, quale motore della politica industriale. Tsohatzopoulos, attuale presidente del Consiglio "Competitività", ha affermato: "Il Consiglio ´Competitività´ darà slancio alla politica industriale europea, garantendone, inoltre, una coerente applicazione. [...] Il Consiglio aiuta i vari settori ad operare in stretta collaborazione". Egli ha evidenziato la necessità di elaborare politiche industriali trasversali che tengano conto dell´impatto sulla competitività di altre politiche, come quelle in materia di istruzione, ricerca, trasporti, Pmi e microrganizzazioni, e sviluppo. In qualità di rappresentante delle imprese europee, il presidente dell´Unione delle confederazioni europee dell´industria e dei datori di lavoro (Unice) Georges Jacobs, ha concentrato le sue osservazioni sull´obiettivo di elevare la spesa di ricerca al tre per cento del Pil. "Prefiggersi un obiettivo è molto importante, ma non so se questo traguardo sia realistico", ha dichiarato. Prima che le imprese possano concentrarsi sul raggiungimento dell´obiettivo fissato a Barcellona, Jacobs vorrebbe veder intrapresa un´azione volta a creare un ambiente legislativo più favorevole per gli investimenti nella ricerca, compreso un accordo sul brevetto europeo, l´eliminazione degli ostacoli al trasferimento tecnologico e l´introduzione di strumenti finanziari o fiscali per incentivare gli investimenti nella ricerca. La conferenza è stata organizzata al fine di avviare un ampio dibattito pubblico sulla politica industriale dell´Europa. Nelle conclusioni, Prodi ha sottolineato l´importanza del dibattito nel contesto più ampio della sostenibilità. La definizione di una politica industriale dinamica, sostiene il Presidente, creerà le condizioni per un´economia forte e, pertanto, "anche in questo modo contribuiremo alla ricerca del giusto equilibrio fra i pilastri economico, sociale e ambientale".  
   
 

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