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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Gennaio 2003
 
   
  LA SCALA IN RISTRUTTURAZIONE: OGNI GIORNO IN PIÙ, 35.000 EURO IN MENO CON LA CHIUSURA DEL PIERMARINI PER LE IMPRESE DELL´AREA UNA PERDITA DI FATTURATO DEL 10%. SANGALLI: ACCANTO ALLA SCALA E AL COMUNE PER FINIRE NEI TEMPI STABILITI

 
   
  Milano 24 gennaio 2003. Con la chiusura del Piermarini le circa 500 attività dell´indotto-Scala del centro di Milano perdono 13 milioni di euro all´anno. Ed ogni giorno di ritardo costa 35.000 euro. A soffrire di più sono bar e ristoranti: quasi uno su tre (28%) ha avuto un forte calo del fatturato, tra il 15% e il 30%. E ancora, uno su cinque (19%), tra il 10 e il 15%. Il 10% soffre con un fatturato in discesa di oltre il 30%. Un altro 10%, più fortunato ha visto una lieve riduzione, tra lo 0 e il 5%. Solo un terzo (33%) non ha avuto conseguenze. In media bar e ristoranti perdono il 10%. Lo mette in evidenza un´indagine "focus-query" della Camera di commercio di Milano, condotta attraverso il Lab Mim (Laboratorio Monitoraggio Imprese Milano) su 100 attività, tra bar, ristoranti, alberghi e negozi di moda nella zona centrale intorno alla Scala. Anche se alberghi e negozi di moda riescono a trovare soluzioni e tamponare la perdita di clienti legati alla vicinanza con la Scala. Ma l´occupazione rischia: per il 23%, quasi uno su quattro, dei bar e dei ristoranti c´è chi tende a ridurre i collaboratori, sia fissi che occasionali. E nella realtà milanese il fatturato turistico per attività culturali e ricreative è pari a 59 milioni di euro (il 56% proveniente da turisti stranieri). I turisti spendono ogni anno solo per teatri, opera e concerti di musica classica 4 milioni di euro. E´ emerso oggi: i 32 consiglieri della Camera di Commercio di Milano in rappresentanza del mondo delle imprese, del lavoro e dei consumatori sono stati in visita al cantiere della Scala. Prima della visita un consiglio camerale aperto, nel quale sono intervenuti Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio, Bruno Ermolli, vice presidente della Fondazione Teatro alla Scala, Carlo Fontana, sovrintendente Teatro alla Scala, Mario Botta, autore del progetto di restauro conservativo e della ristrutturazione, Carla di Francesco sovrintendente regionale ai beni artistici, Franco Malgrande direttore allestimenti scenici e progettistica di cantiere. Dopo un appello sottoscritto da 20 associazioni volto a rispettare i termini della ristrutturazione, con rientro il 7 dicembre 2004, della Scala al Piermarini. "La ristrutturazione della Scala, conclusa nei termini stabiliti, - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - è un obiettivo importante per la città, per la sua immagine internazionale, ma anche per le imprese. La Scala è simbolo vero di Milano e attorno ai simboli in questi tempi rapidi e frammentati si giocano identità, appartenenze e competitività. Con questa iniziativa e con l´ appello sottoscritto da 20 associazioni, abbiamo voluto essere accanto alla Fondazione Scala e al Comune di Milano in questa sfida all´insegna della "cultura del fare". Del resto ogni giorno in più di chiusura del Piermarini significa difficoltà per le piccole imprese della zona, il fatturato delle quali, per il 10%, dipende proprio dall´ "indotto Scala"" . La Camera di Commercio di Milano: un appello per la Scala. "16 agosto 1943 La Scala viene bombardata, 11 maggio 1946 la Scala riapre, 31 dicembre 2001 la Scala chiude per adeguarsi al nuovo, 7 dicembre 2004 la Scala deve ritornare al Piermarini. E´ un grande progetto. Lavoriamo con l´impegno di tutti nel segno del fare. Per Milano e per l´Italia". E´ il testo di un appello promosso da Camera di commercio, Assolombarda e Unione del Commercio e condiviso da Apimilano, Unione Artigiani della Provincia di Milano, Confartigianato Milano, Apam - Casartigiani, Cna Milano, Compagnia delle Opere di Milano, Federazione Regionale Coldiretti, Legacoop Lombardia, Confesercenti Milano, Confcooperative Milano, Cisl Milano, Uil Milano, Confagricoltura Milano e Lodi, Alsea, Associazione Legnanese Industria, Assindustria Monza e Brianza, Assimpredil. "Tutti i dati della focus- query" Il settore della cultura a Milano: quadro complessivo. A Milano e Provincia sono attive complessivamente circa 9.000 imprese operanti nel settore della cultura, pari al 3% del numero totale di imprese attive. A Milano c´è il 16% di tutte le imprese editoriali italiane. Sono cresciute le biblioteche e i musei (+35,4% dal 1995), il settore radio e televisivo (+9,3% dal 1988 ad oggi), il settore cinema e video (+37,3%), e se è vero che rispetto al 1988 ci sono meno sale cinematografiche, in questi ultimi 3 anni i segnali positivi di una inversione di tendenza non mancano (+18%). E poi crescono anche i teatri, gli auditorium e le sale di spettacoli (+45,7% dal 1988). Fatturato turistico per attività culturali e ricreative. E´ pari a 59 milioni di euro (il 56% proveniente da turisti stranieri). I turisti spendono ogni anno solo per teatri, opera e concerti di musica classica quattro milioni di euro. Imprese e fatturato: indotto scala. Le imprese dei settori bar, ristoranti, alberghi e moda della zona, interessate dall´effetto scala, nel solo centro di milano sono circa 500. Nel 2002 il fatturato medio di un´impresa - bar, ristorante, albergo o moda - nell´area intorno alla scala ha superato un milione e centomila euro (per un totale aggregato di 542 milioni di euro). Dato che scende a 295.000 euro, in media per ogni bar o ristorante (con un totale per i pubblici esercizi dell´area di 121 milioni di euro di fatturato). Le perdite di fatturato coi lavori in corso. Da un´indagine "focus-query" (indagine articolata in tre momenti: descrizione dell´universo attraverso banche dati - Registro delle imprese, Stock View, Infoimprese -, estrazione campione da parte di Infocamere e questionario, stime su fatturato e dipendenti dichiarato alla Cciaa) della Camera di commercio di Milano condotta attraverso il Lab Mim (Laboratorio Monitoraggio Imprese Milano) su 100 attività, tra bar, ristoranti, alberghi e negozi di moda nella zona centrale intorno alla Scala, emerge come a soffrire di più siano bar e ristoranti: quasi uno su tre (28%) ha avuto un forte calo del fatturato, tra il 15% e il 30%. E ancora, uno su cinque (19%), tra il 10 e il 15%. Il 10% soffre con un fatturato in discesa libera, oltre il 30%. Un altro 10%, più fortunato ha visto una lieve riduzione, tra lo 0 e il 5%. Solo un terzo (33%) non ha avuto conseguenze. In media i pubblici esercizi perdono il 10%, gli altri molto meno, che tradotto in termini di fatturato significa 13 milioni di euro in meno per tutte le attività dell´indotto-Scala all´anno. E questo significa 35.000 euro al giorno.  
   
 

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