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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Dicembre 2006
 
   
  FRANCO FERLENGA IMPEGNO, COERENZA, UMANITÀ DAL 16 DICEMBRE 2006 AL 4 MARZO 2007 PALAZZO MENGHINI, CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (MN)

 
   
  Castiglione delle Stiviere (Mn), 18 dicembre 2006 - La mostra Franco Ferlenga. Impegno, coerenza, umanità, organizzata dall’Istituzione dei Servizi Culturali “Città di Castiglione delle Siviere” – Assessorato alla Cultura, con il patrocinio della Regione Lombardia - Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza del Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico di Brescia, Cremona e Mantova e dell’Amministrazione Provinciale di Mantova intende offrire all’artista nativo un’antologica per presentare al pubblico l’opera di Ferlenga nella sua complessità. Nei locali di Palazzo Menghini verrà esposta un’ampia selezione della sua produzione, in gran parte ricavata dalla sua collezione privata, che attraversa tutte le fasi dell’esperienza artistica del pittore castiglionese. La ricca rassegna non presenterà soltanto dipinti, ma anche le incursioni dell’artista nel campo della scultura, della critica, della letteratura. Pitture ad olio delle più varie dimensioni saranno affiancate dai grandi cartoni elaborati per opere a mosaico o per affreschi; l’esposizione vanta inoltre tempere approntate per opere grafiche, schizzi di lavoro e bozzetti per vetrate. Le pitture, rappresentate da oltre 150 dipinti, saranno organizzate a partire dalle principali tematiche affrontate dall’artista: il paesaggio, la figura, i temi sociali, le grandi opere, il sacro. Il racconto che Ferlenga fa della realtà oggettiva attraverso una pittura impervia e spigolosa, dai colori terrosi, cupi, distribuiti su un impianto sempre equilibrato e solido, in una salda architettura monumentale, cerca di cogliere le miserie umane, le pene degli afflitti e dei vinti, il corteo sofferente dei deboli e degli emarginati. Alcuni cicli esemplificativi della condizione umana raffigurati da Ferlenga sono la fame in India e nel Biafra, i disastri della diga del Vajont, la tragedia della droga. La scelta dei temi e dello stile rendono la sua pittura come avvolta da un’aura aspra e velata di malinconia, sempre volta a rappresentare la verità, attraverso la meditazione sul reale. Pittura forse scomoda -afferma il curatore- lontana dalle mollezze descrittive, ma risonante di tensione immaginativa… Il dolore della condizione umana viene esplicato nelle opere a soggetto laico come in quelle a soggetto religioso: “…ho dipinto la figura di Cristo, segno e vertice di tutte le ingiustizie e le violenze di cui l’uomo soffre. ”, dichiara Ferlenga. Video e filmati documenteranno le opere di grandi dimensioni elaborate per chiese o edifici pubblici. L’insieme delle opere esposte è raccolto all’interno di un catalogo Electa che comprende la presentazione del curatore della mostra, Tino Gipponi, e uno scritto autobiografico dell’artista. Biografia - Nato il 22 marzo 1916 a Castiglione delle Stiviere Franco Ferlenga ha sviluppato la sua attività artistica in stretto rapporto con una costante attenzione critica rivolta alla filosofia, al cinema, alla letteratura. Diplomatosi nel 1939 presso l’Accademia di Brera a Milano consegue contemporaneamente i tre premi di pittura, scultura e architettura da qui l’interesse per quest’ultima disciplina che lo porterà a frequentare il Politecnico milanese. Sono di quegli anni l’amicizia con Mario Sironi e con molti altri protagonisti della scena artistica milanese la cui frequentazione si interrompe bruscamente con lo scoppio della guerra a cui partecipa prima in qualità di ufficiale e quindi aderendo alla Resistenza da cui trae una lunga e sofferta esperienza. Nel dopoguerra la sua produzione artistica affronta sia le drastiche variazioni di un paesaggio stravolto dalla crescita industriale che le questioni sociali legate ad uno sviluppo troppo rapido. Forte della sua preparazione artistica riscopre l’affresco e il mosaico, vince importanti concorsi nazionali, esegue monumentali cicli di opere. La ricerca nell’ambito del colore è alla base della sua pittura, avvezzo alla visione globale della grande parete, traduce anche nel quadro di cavalletto una composizione monumentale. Negli anni ’60 la sua opera viene esposta a Parigi in una importante personale presso la galleria Bernheim-jeune; da quel momento le mostre personali si susseguono, viene invitato a Pittsburg, Goteborg, New York, Stoccolma, Bruxelles, Osaka Tokyo conseguendo ben presto una notorietà internazionale, testimoniata da importanti servizi dedicatigli dalla rete televisiva giapponese, dalla Ortf francese, dalla Rai italiana. Negli anni ’70 ancora una importante mostra a Parigi, quindi, un po’ dovunque in Italia, si susseguono le mostre antologiche. Nel 1971 il Comune di Milano gli attribuisce l’Ambrogino d’oro e poi, nel ’76, la Tavolozza d’oro, nel 1972 vince il premio Europa, nel 1973 La Regione Lombardia lo decora con la medaglia d’oro del Comune di Milano e poi è la volta della Provincia di Milano con la Targa d’oro. Tra i molti riconoscimenti, nel 1978 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nomina Cavaliere per meriti culturali. Ancora, negli anni ’80, la sua incessante produzione artistica viene riconosciuta da mostre personali come quella di Monaco, inaugurata dal Presidente della Repubblica Federale Tedesca, o quelle di Milano o Bruxelles. Nel 1989 dipinge la grande pala d’altare “ Da colonna a colonna” per il duomo di Castiglione delle Stiviere e altri cicli di opere dedicati ai temi dell’ambiente o ad altri grandi temi sociali, l’attenzione ai quali, insieme ad una continua produzione critica e letteraria, contraddistingue, anche nel corso degli anni ’90, il suo impegno nei confronti dell’arte praticato costantemente a più livelli. Muore a Castiglione delle Stiviere il 5 febbraio 2004. .  
   
 

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