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Notiziario Marketpress di Venerdì 31 Gennaio 2003
 
   
  "L´ARTE E I LINGUAGGI PROSSIMI" A CURA DI LOREDANA PARMESANI

 
   
  Palazzolo sull´Oglio, 31 gennaio 2003 - nello splendido quadro di Palazzo Panella, la Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, dopo i tre cicli di conferenze dedicati al secondo dopoguerra (dagli anni Cinquanta agli Novanta), ha voluto affrontare uno degli aspetti più significativi dell´oggi, cioè il rapporto tra arte e discipline a lei prossime. In un momento come quello attuale che segnala, dall´arte alla moda, dalla progettazione all´industria, dalla teoria alla tecnologia, una necessità assoluta di immagini e di risoluzioni "estetiche", riflettere sulle interferenze fra tali linguaggi significa fare luce sulle tendenze dell´oggi, sulla spettacolarizzazione della realtà e sul suo confondersi con le immagini che fino ad ora l´arte sola ha saputo produrre. La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il nuovo ciclo di conferenze, si addentra quest´anno non solo negli specifici linguaggi dell´arte, ma anche in quelli a lei prossimi quali la moda, l´architettura, il design, la multimedialità per ricercare percorsi nei quali l´arte possa di nuovo definirsi. L´intervento della serata di ieri, giovedì 30 gennaio, aveva per tema : "Incontro con l´artista Liliana Moro" , relatrice la stessa Liliana Moro. Liliana Moro è nata a Milano nel 1961, dove vive e lavora. Attiva dalla fine degli anni ´80 (è tra i fondatori dello Spazio di via Lazzaro Palazzi a Milano) ha partecipato a numerose rassegne internazionali tra le quali: Una Scena Emergente, Centro per l´Arte Contemporanea L.pecci, Prato; Documenta Ix, Kassel; Aperto ´93, Xlv Biennale di Venezia; Castello di Rivoli, Torino; Moderna Museet, Stoccolma; Ps1 New York. Tra le mostre personali: Spazio di via Lazzaro Palazzi Milano; Galleria Locus Solus, Genova; Galleria Emi Fontana Milano; Arc Paris; Muhka Antwerpen, Galerie Michel Rein Paris; Galerie Meert Rihoux, Bruxelles; Dvir Gallery, Tel Aviv; 13O1pe Gallery Los Angeles. Liliana Moro lavora a Milano con la Galleria Emi Fontana. Il linguaggio espressivo elaborato in questi anni dall´artista prevede un costante sconfinamento nel mondo dell´infanzia e l´uso di mezzi comunicativi quali la favola, il gioco, la maschera, come strumenti di esplorazione di una realtà soggettiva che affronta lo spazio esterno, in particolare lo spazio espositivo, come involucro metaforico dell´esperienza personale. Nel segno di un´ampia libertà espressiva ha realizzato dal 1989 ad oggi opere ambientali, disegni, collages, sculture, progetti teatrali e installazioni sonore. Nell´ultima mostra (Galleria Valentina Bonomo, Roma, novembre 2002) l´artista ha realizzato una casetta di biscotti (9000) e caramelle che richiama quella descritta nella favola di Hensel e Grethel. La casa di Liliana Moro è proprio come quella di Hensel e Gretel, accattivante e desiderabile dal di fuori, ma spaventevole e drammatica all´interno. Appesi alle pareti della casa sei disegni a matita, realizzati dall´artista da modelli classici delle fiabe, rappresentano in sequenza la fase finale della storia quando Grethel spinge la strega dentro il forno. La casa è un tema ricorrente nel mio lavoro - spiega Liliana Moro - come pure la doppia natura delle cose, composte da una realtà interna in opposizione con quella esterna, come il mio Cavallo di Troia, per esempio (fra le opere della mostra al Palazzo delle Papesse di Siena nell´estate del 2001). La casa delle favole come metafora delle case della realtà, dove si nascondono molte situazioni e molte storie, un involucro metaforico di esperienze della vita e della cronaca di tutti i giorni. Liliana Moro riafferma cioè un modello di visione - e non di immagine - legato alla conoscenza e alla consapevolezza piuttosto che al ricordo e alla nostalgia, mostrando una particolare attenzione alla ciclicità del tempo, o meglio, al tempo vissuto. Prossimi appuntamenti: 27 febbraio 2003 Cesare Viel (artista), 27 marzo 2003 Michelangelo Pistoletto (artista), 10 aprile 2003 Alessio Fransoni (artista), 29 maggio 2003 Andrea Lissoni (critico).  
   
 

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