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Notiziario Marketpress di
Venerdì 31 Gennaio 2003 |
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CREMONINI ANTOLOGICA RETROSPETTIVA 2003 1953 15 FEBBRAIO 21 APRILE 2003 SALE BELLE ARTI DI ACCADEMIA DI BELLE ARTI E PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA
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Bologna, 31 gennaio 2003 - Inaugura il 15 febbraio presso la Sala Francesco Arcangeli della Pinacoteca Nazionale di Bologna, via delle Belle Arti 56, la mostra "Cremonini. Antologica retrospettiva 2003 -1953" curata da Adriano Baccilieri, Vittorio Mascalchi e Peter Weiermair, e promossa dalla Galleria d¹Arte Moderna di Bologna, dall´Associazione Amici della Galleria d´Arte Moderna di Bologna, dal Comune di Bologna, dall´Accademia delle Belle Arti e dalla Soprintendenza per i Beni Storico Artistici Demoantropologici. Dopo La Seyne-sur-mer e Milano, giungono ora a Bologna, importanti dipinti dell´artista:circa 120 opere, esposte alla Pinacoteca Nazionale e all¹Accademia delle Belle Arti di Bologna, provenienti da collezioni private americane, dalla collezione Dreyfuss di Parigi e da istituzioni pubbliche italiane. Leonardo Cremonini, artista italiano residente ormai da tempo a Parigi dove ha raggiunto una fama internazionale, è fra i più grandi pittori Œfigurativi¹ del secondo Novecento. Nella sua città, Bologna, dove Cremonini periodicamente ritorna per brevi soggiorni, nel 1969 gli è stata dedicata una mostra presso il Museo Civico Archeologico, curata dalla Galleria d¹Arte Moderna. Sue opere erano presenti anche in due importanti rassegne collettive quali "Pittura iconica" nel 1999 presso la Galleria d¹Arte Moderna, e "Figure del Novecento 2. Oltre l´Accademia", nelle sale dell´Accademia delle Belle Arti e della Pinacoteca Nazionale, evento compreso nel cartello di ŒBologna 2000". Con questa mostra antologica, arricchita di ulteriori e diverse opere, la capitale emiliana vuole rendere un ulteriore importante omaggio al suo illustre figlio e cittadino. Nato nel 1925, Leonardo Cremonini si diploma all¹Accademia di Belle Arti e giovanissimo si trasferisce a Milano, dove frequenta l¹ambiente artistico di Brera. La svolta decisiva della sua vita e della sua carriera pittorica avviene nel 1951, quando decide di stabilirsi a Parigi. Da questo momento, il pittore diviene uno dei rappresentanti di spicco della ³nuova figurazione² internazionale. Tiene mostre personali alla Catherine Viviano Gallery di New York nel 1952, 1954, 1957 e 1962, alla Galleria L¹obelisco di Roma nel 1954, alla Hanover Gallery di Londra nel 1955. Nel 1960 è alla Galleria del Milione di Milano con una personale, nel 1962 alla Galerie du Dragon di Parigi e, due anni dopo, ha una sala alla Biennale di Venezia. Da allora e per più di 40 anni esporrà in tutto il mondo con mostre personali e collettive. Da Louis Althusser, filosofo francese allievo di Bachelard, che provocatoriamente definiva Cremonini "peintre de l¹abstrait", tanti sono stati gli illustri esegeti della sua opera: da Rubin a Briganti, da Moravia a Calvino, da Umberto Eco a Paul Gaudibert e Regis Debray, fino a Carluccio, Valsecchi, Crispolti, Solmi, Sgarbi, ed altri ancora. "Il lessico della pittura di Leonardo Cremonini - scrive Adriano Baccilieri nella sua presentazione - nell´affascinante, ambivalente ambiguità della sua formulazione, fra figurazione e figuralità, fra figuralità ed astrazione, fra forma ed informe, fra pennellata definita o indefinita, fra disegno o segno, può davvero essere inteso come un esemplare Œcanone inverso´. In altre parole, siamo in presenza di un¹opera la quale sfugge ad ogni possibile definizione grazie alla complessità Œcontraddittoria´ che magistralmente ostenta nel nesso Œtableau-peinture´; per affidare poi alla sola trasparenza iconografica della superficie dipinta il compito di dissimularla, tutto ammantando di un¹apparente calma sovrana, dove la simbiosi dialettica immagine-pittura resta sospesa come un enigma d´olimpo." La qualità della pittura di Cremonini è felicemente ambigua, alta e trasmutante fra effetti realistici, libertà astratte, invenzioni informali. Una tastiera ricca e virtuosa messa a disposizione degli spartiti più complessi. Il mare, la porta-finestra, le sedie, il treno, le donne, i bambini, il cane, questi i temi più cari a Leonardo Cremonini, il quale opera su un¹economia cromatica rappresa tra i grigi e i bruni dominanti e i celesti e i rossi dissonanti. Le carrousel, 1954-´55, Les balcons d´Italie, 1953-´55, Le bain parmi les rochers, 1955-´56, Maternité, 1956, Femmes à la plage, 1956-´58, Conversation, 1957-¹60, Mère à l´enfant, 1956, rimandano, in modo diverso, alle lezioni più alte della pittura: Paolo Uccello, Piero, Pontormo, Caravaggio, Georges de La Tour ed altri; oltre i Œclassici´ antichi, anche quelli della modernità, come Georges Seurat, sono chiamati in causa: Sens obligés, 1964-´65, Les codes d¹un jardin, 1965, Colin-maillard, 1965-´67, Le jardin à tatons, 1996-´97. Celebre il suo ciclo di spiagge che si apre nel 1965-Œ66 con Les parenthèses de l´été: irreali nella loro assolata, implacabile realtà, surreali nell´artificio prospettico, pop-iperrealista, di un trompe l´oeil-trompe l´ésprit che lascia spiazzato l´osservatore, invaso nel suo spazio dalla pittura, o, viceversa, risucchiato dalla pittura nello spazio del dipinto. "Una prerogativa di magnetica attrazione e Œdéplacement´- scrive ancora Baccilieri - possiedono altre sue opere della serie (la maggior parte dittici, e di grandi dimensioni: quasi a ribadire, nella scansione duale e nella misura virtualmente illimitata, il senso della sequenza proprio del progetto antico di Œdecorazione), e sono, scegliendo solo due titoli: Au coin du plein air, 1967, Les abris futiles, 1986-´87". L´arte di Cremonini è poi capace di evocare altre e diverse atmosfere: enigmatiche, cariche di Œsuspense´. Sono i Œsoft thrillers´ degli scompartimenti ferroviari o degli abitacoli dei bus, delle fermate in stazione, dei finestrini affrontati di due convogli (fermi, in movimento affiancato, sfilanti in direzioni opposte? o situati solo nel non-luogo della pittura?). Altri enigmi ancora in quell´affascinante Œrebus´, così secco e chiaro, così chiuso e Œsvelato´, che è La chaleur à carreaux, 1981-´82, o nelle immagini che si moltiplicano, si frammentano, si riflettono, in un gioco ingannevole d¹identità, che fa lievitare anche le mille inflessioni cromatiche delle sue rifrazioni; ma tutto lasciando affidato all¹unità imperturbabile del dipinto, come nella serie degli specchi, iniziata nel 1963. Belle Arti di Accademia di Belle Arti e Pinacoteca Nazionale, Via delle Belle Arti 56, Bologna. Per informazioni tel 051.420.94.11 Accademia delle Belle Arti di Bologna: tel 051.243.074 |
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