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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Dicembre 2006
 
   
  TORINO: RETE DISTRIBUTIVA DEI CARBURANTI NECESSARIA LA PRESENZA DI PIU’ IMPRESE

 
   
   Torino, 19 dicembre 2006 - La Regione ha presentato il 14 dicembre il rapporto annuale sulla situazione della rete distributiva dei carburanti. La rete stradale in Piemonte conta 1. 801 impianti, di cui più del 43% sono in Torino e provincia, e gli addetti sono circa 3. 200. Il carburante venduto sulla rete stradale del Piemonte è di poco inferiore ai 3. 000 milioni di litri, con un trend in leggera flessione negli ultimi due anni. I consumi si orientano sempre di più verso il gasolio che rappresenta ormai circa il 47% del venduto, con una quota ancora marginale per il gpl, con il 2,74%. Il valore complessivo del venduto è di circa 4,5 miliardi di euro. Nel 1980 erano in esercizio circa 3700 punti vendita: una diminuzione che da un lato ha alzato il livello qualitativo dei punti di rifornimento (nel 53% dei quali sono presenti altre attività quali shop, bar, autolavaggi e officine), dall’altro ha creato qualche problema per la presenza del servizio. Infatti, dei 1. 206 Comuni piemontesi, poco meno della metà sono provvisti del servizio di distribuzione carburanti; ne sono sprovvisti, invece, soprattutto quelli in zona montana o pre-montana, dove sono in esercizio, in totale, solamente 207 punti vendita. Per quanto attiene i prezzi, contrariamente a quanto si dice spesso, soprattutto per la benzina, c’è chi sta peggio di noi, anche se sono pochi ( Regno Unito, Finlandia, Portogallo, Olanda e Belgio). I prezzi sono comunque pesantemente condizionati dal prezzo internazionale del petrolio e dalla forte tassazione, esercitata da tutti gli stati. “L’obiettivo dell’incontro di oggi- ha dichiarato l’assessore al Commercio Giovanni Caracciolo- è stimolare una riflessione collettiva che analizzi lo stato attuale della cosiddetta liberalizzazione del commercio, le cui regole sono di competenza regionale. Il dibattito politico e legislativo sui tempi e le modalità necessarie al compimento di una reale liberalizzazione del mercato è argomento di stretta attualità. ” Relativamente al settore dei carburanti il Piemonte si è dato regole meno vincolanti, entrate in vigore all’inizio del 2005, in seguito all’approvazione della legge 14 del 2004. La normativa attuale tuttavia non è ancora sufficiente a garantire una piena liberalizzazione del settore, tanto che l’Unione Europea e l’autorità nazionale Antitrust hanno sollecitato una più incisiva de-regolamentazione, fino ad attivare la procedura di infrazione alle regole sulla concorrenza. Lo Stato, mediante la “legge Bersani” varata nell’agosto scorso, non ha posto alle Regioni – per il momento – obblighi stringenti di “libertà di stabilimento”. Per Caracciolo: “ se è vero che due anni non rappresentano un lasso di tempo sufficiente per misurare appieno il raggiungimento degli obiettivi da parte di una legge, dobbiamo tuttavia rilevare come vi siano difficoltà oggettive (poste tanto dalle norme regionali, quanto da quelle statali e dalla struttura oligopolistica di questo mercato). Questo contesto rende problematico il sostegno ad investimenti a basso costo e l’ingresso di nuovi operatori sul mercato, magari portatori di moduli organizzativi diversi da quelli tradizionali; risulta altresì difficile stimolare l’imprenditorialità delle aziende ed assicurare ai consumatori scelte di rifornimento tali da garantire un basso prezzo unito ad un’alta qualità del servizio. Nonostante il settore assicuri buoni margini di profitto ad una parte consistente di imprese, è stato l’ente pubblico a co-finanziare l’ampliamento della rete distributiva del metano ed a finanziare interamente i servizi di approvvigionamento in alcuni comuni localizzati nelle aree montane. E’ più che mai necessaria -sottolinea Caracciolo- la presenza di più imprese e di più impresa. ” Per questo motivo è stato avviato, proprio in questi giorni, un processo di qualificazione professionale (che coinvolgerà 300 operatori) con le organizzazioni di categoria del settore (Faib, Fegica, Figisc), che hanno accompagnato la Regione in un percorso che si prefigge come traguardo aziende sempre più qualificate e polifunzionali. .  
   
 

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