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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Dicembre 2006
 
   
  NELLA PRIMA GIORNATA DELLA CONFERENZA REGIONALE DELLO SVILUPPO RURALE CINA E OLANDA: LE DUE FACCE DELL´AGRICOLTURA MONDIALE I MODELLI DEI DUE PAESI PRESENTATI DAL GIORNALISTA FEDERICO RAMPINI E L´ECONOMISTA JAN DOUWE VAN DER PLOEG

 
   
  Firenze - Due modelli estremi a confronto. Due Paesi dalla storia e dalla tradizione totalmente diversa che si affacciano oggi sui mercati globali con strategie ed esigenze diametralmente opposte. A presentarli alla Conferenza regionale dell´agricoltura e dello sviluppo rurale ed aprire il 14 dicembre così una finestra sugli scenari dell´agricoltura mondiale, sono intervenuti Federico Rampini, giornalista, scrittore ed esperto di economia asiatica, e Jan Douwe van Der Ploeg, docente di sociologia rurale dell´Università olandese di Wageningen. L´immagine dell´ecosistema e dell´agricoltura cinese descritta da Rampini nel suo intervento è quasi apocalittica. Il giornalista parla di 26 milioni di tonnellate di anidride solforosa disperse nell´atmosfera nel solo 2005, dell´impiego in un solo Paese del 26% di tutto l´acciaio prodotto in un anno nel modno, del 37% di tutto il cotone, del 47% di tutto il cemento, di una situazione ambientale disastrosa e di "mele, pomodori, piselli e carciofi cinesi, irrigati con le acque più inquinate del pianeta, che oltre ad essere consumati su posto vengono esportati e arrivano sui nostri banchi del mercato". "Di questa situazione - precisa Rampini - sono perfettamente consapevoli anche i cinesi, soprattutto il livello sociale medio alto che, un po´ per maggiore formazione culturale, un po´ per il fiorire di mode e status simbol, sono disposti a pagare a peso d´oro vini pregiati e frutta di importazione. E´ un peccato che questi vini siano solo francesi e californiani, e che l´Italia non stia sfruttando questa immensa opportunità di mercato. Il rischio che corriamo è che le esigenze di centinaia di migliaia di cosumatori interessati ai nostri prodotti siano soddisaftti non da noi, ma da chi adesso sta facendo la scelta di investire in quelle zone e presto si arricchirà, magari sfruttando un falso marchio made in Italy". Alla drammatica situazione raccontata da Rampini si oppone il modello olandese, presentato da Jan Douwe van Der Ploeg. La sua relazione parte dalla valorizzazione della figura dell´agricoltore, vero depositario del saper fare, che spesso rischia di restare ingabbiato nelle maglie della burocrazia. Partendo da una ricerca che mette a confronto i dati di sei Paesi europei, van Der Ploeg è planato sull´illustrazione del modello positivo rappresentato dall´Olanda, dove l´agricoltura biologica e le prodzioni di qualità stanno facendo passi in avanti enormi mosse dal presupposto che si debba investire per valorizzare ciò che non è importabile, vale a dire la tipicità, il paesaggio, le produzioni locali. "Recuperare il rapporto con la natura, scegliere la strada del biologico e delle bio energie - spiega l´economista olandese - permette di abbassare i costi e incidere in maniera positiva sull´economia nazionale. Se una società vuole aumentare la propria qualità della vita e vuole vincere le sfide della nuova economia globale, deve necessariamente investire in un´agricoltura di un certo tipo. Quello che era il modello ´toscano´ ora è diventato tipico in tutta Europa e questo vuol dire che in Toscana è necessario andare oltre e approfondire questo metodo che fa della natura un vero e proprio capitale ecologico". Tra gli esempi portati per illustrare il suo pensiero, l´economista si è soffermato sull´analisi compiuta dagli agricoltiri olandesi sul letame. Resisi conto che in base agli alimenti somministrati agli animali variava la percentuale di azoto nel letame, che che al variare di questa aumnetavano la produttività dei campi e la qualità dei prodotti coltivati, si è deciso di portare avanti queste ricerche e questo metodo, assolutamente ecologico e poco dispendioso, invece di priilegiarne altri. "Migliorando il processo produttivo nel rispetto del capitale ecologico - ha spiegato - si produce di più, si guadagna di più e si tutela di più la natura, e con essa la nostra qualità della vita". .  
   
 

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