Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 19 Dicembre 2006
 
   
  "COLTIVARE IL FUTURO", LA CONFERENZA E LE PROSPETTIVE DELLE AGRIENERGIE UNA NUOVA COLTURA PER I PRODUTTORI TOSCANI: L´ENERGIA DALLE BIOMASSE AL BIODIESEL ECCO LE NUOVE OPPORTUNITÀ CHE SI APRONO IN TOSCANA

 
   
  Firenze Costa un terzo degli impianti a gasolio, diminuisce di 25 volte le emissioni di anidride carbonica, potrebbe già da oggi essere utilizzata da quasi mezzo milione di toscani. Sono queste le credenziali della nuova frontiera dell´agricoltura toscana: la produzione di energia da biomasse vegetali. E altre opportunità sono possibili grazie a un altro filone delle cosiddette colture ´no food´: quello della produzione di olio di girasole per la trasformazione in bio-diesel. Grazie a queste novità l´agricoltore che ´coltiva il futuro´, così come suggerito dalla conferenza, è certamente anche un agricoltore che produce energia. Dopo una prima fase sperimentale, l´energia da biomasse è divenuta ora un´opportunità concreta: la Regione ha già destinato nel 2006 4 milioni di euro alla realizzazione di impianti pubblici di teleriscaldamento (serviranno a riscaldare 1. 300 abitazioni e 25 tra scuole, ospedali, uffici) e promuoverà l´avvio di esperienze analoghe sia nel settore pubblico che in quello privato con le apposite misure inserite nel prossimo piano di sviluppo rurale. Obiettivo? Quello di offrire agli agricoltori una opportunità di diversificazione delle proprie attività utilizzando ciò che normalmente sarebbe scartato: i residui dei tagli selvicolturali e delle potature e, in questo modo, creando anche delle nuove occasioni imprenditoriali all´interno della filiera legno: in seguito allo sviluppo del settore potrebbero infatti nascere imprese su tutta la filiera produttiva, dalla raccolta della materia prima sino alla gestione degli impianti. Si tratta di un percorso già ben impiantato grazie al felice avvio di una serie di impianti pilota sperimentali a Rincine (Rufina), a Fivizzano (Massa), a Loro Ciuffenna (Ar), a Camporgiano (Lucca) a Monticiano e presto anche a Casole d´Elsa (Siena). Una settimana fa è stato inaugurato il primo impianto che riscalda un intero paese, quello di Cetica, in Casentino, presto toccherà a Pomino, nella montagna fiorentina, e successivamente a vari altri centri della Lunigiana, della Garfagnana, dell´Amiata, del Casentino. Che cos´è il cippato - Che con la legna si possa produrre energia termica non è certo una scoperta recente. Per comprendere la novità, più che della materia prima, bisogna perciò interessarci degli impianti di teleriscaldamento. Il legno che utilizzano è stato triturato in piccole scaglie di pochi centimetri (l´inglese chips diviene l´italiano cippato). Grazie alla tecnologia di cui è dotata la caldaia, è possibile modulare in maniera automatica tempi, modi e quantità di immissione delle scaglie nell´impianto; e così le scaglie possono essere utilizzate alla stregua degli altri combustibili (gasolio, Gpl, metano), di cui il cippato diviene quindi un temibile concorrente. L´interesse della Toscana per questo tipo di energia sta tutto nella sua vocazione forestale e agricola. Per realizzare il cippato si utilizzano infatti sia gli scarti della produzione forestale (interventi selvicolturali, diradamenti, ecc. ) che di quella agricola (vedi le potature di frutteti, di viti e di olivi). E la Toscana è, in entrambi i casi, ben fornita: basti pensare che circa metà del territorio regionale è boscato (oltre 1milione e 100mila ettari), e che quasi 180mila ettari del territorio ospitano colture agricole i cui scarti potrebbero servire a produrre biomasse. I vantaggi delle biomasse - Gli impianti a biomasse emettono anidride carbonica in misura 25 volte inferiore rispetto a un impianto a gasolio, non incidono sul patrimonio forestale (si utilizzano solo residui di lavorazione o tutt´al più ramaglie), anzi valorizzano materie prime presenti sul nostro territorio. E per di più costano meno: per riscaldare un appartamento di 100 metri quadri a gasolio o Gpl ci vogliono almeno 1. 000 euro l´anno, col metano almeno 600, mentre col cippato di legno se ne spendono 350 euro e il rendimento termico è pressoché identico. Certo, l´impianto è ancora più costoso (la tecnologia è evoluta), ma in 5-6 anni le spese possono essere totalmente ammortizzate per il risparmio che si ha nei consumi. Attualmente la quantità di biomassa legnosa che potrebbe essere destinata a uso energetico senza impoverire minimamente le nostre foreste supera il milione di tonnellate annue. Con queste cifre potrebbero essere realizzati impianti capaci di produrre oltre 2 milioni e mezzo di Megawatt di enegia, con cui servire oltre 125mila abitazioni (pari a circa 500mila abitanti) risparmiando rispetto ai costi attuali 200 milioni di euro annui e evitando l´immissione nell´aria di quasi 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Le frontiere del bio-diesel - Il carburante degli autobus? Viene dai girasoli. E´ questo il primo, futuribile impatto del bio-diesel sulla vita pubblica toscana. E´ in corso infatti un progetto pilota a carattere sperimentale condiviso e cofinanziato dalla Regione e dalla Fondazione Monte dei Paschi che permetterà la sperimentazione dell´intera filiera produttiva del bio-diesel e che avrà come ricaduta finale l´utilizzo del carburante ecologico su alcuni autobus della Tra. In e sulle macchine pulitrici di Siena Ambiente. E´ un esempio concreto di quanto potrà essere realizzato in futuro utilizzando le coltivazioni di girasole; è soprattutto un´opportunità nuova che si apre specie a seguito delle novità introdotte dalla Pac e dal relativo disaccoppiamento che ha prodotto una netta diminuzione di alcune coltivazioni ´storiche´ (come quella dei cereali) che potrebbero essere quindi almeno in parte sostituite dalle colture ´no food´ come girasole, appunto o colza. A questo tema la Regione ha dedicato, attraverso l´Arsia, una particolare attenzione promuovendo un progetto di studio (denominato Activa) e una serie di ricerche condotte presso il centro di collaudo dell´innovazione di Cesa (Ar) e ora aperto le porte alla sperimentazione. Ad accelerarlo questo percorso notevolmente una direttiva comunitaria che fissa al 5,75 per cento la percentuale da riservare ai biocarburanti entro il 2010. L´utilizzo di biodiesel è infatti destinato a avere un triplice vantaggio per l´ambiente: non è nocivo all´ambiente (restituisce la quantità di anidride carbonica che ha assorbito durante la crescita della pianta), è rinnovabile (si ottiene dalla coltivazione di piante ad ampia diffusione) ed è biodegradabile (cioè se disperso si dissolve nell´arco di pochi giorni mentre gli scarti degli altri carburanti rimangono più a lungo). .  
   
 

<<BACK