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Notiziario Marketpress di
Venerdì 14 Febbraio 2003 |
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IN MOSTRA A PARMA IL PACKAGING PUBBLICITARIO DALL´800 AGLI ANNI ´70
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Parma, 14 febbraio 2003 - Fin dalle sue prime edizioni Mercanteinfiera - la più grande mostra-mercato d´antiquariato, collezionismo e modernariato d´Europa (1.200 espositori, 60 mila metri quadri di superficie espositiva, 9 giorni d´apertura al pubblico) si è sempre contraddistinta per una caratterista unica nel panorama fieristico: quella di essere, oltre che un grande e qualificato mercato, un luogo di cultura, di riscoperta e di valorizzazione dell´arte applicata ai beni di consumo. La rassegna, nel corso della storia delle sue due edizioni annuali - primaverile (che quest´anno celebra il nono compleanno) e autunnale (che si rinnova puntualmente ormai da più di vent´anni), ha proposto diverse mostre collaterali nelle quali sono nate o si sono consolidate importanti mode e tendenze. Fiere di Parma ha ideato e organizzato questi eventi per offrire al pubblico, di volta in volta, rassegne legate ai temi più vari, sempre di sicuro interesse e di grande suggestione e respiro culturale. Quest´anno l´edizione primaverile di Mercanteinfiera - che sarà aperta al pubblico da sabato 8 a domenica 16 marzo - propone un revival del packaging pubblicitario italiano ed internazionale: la mostra "Non rompete le scatole - Atto Ii. 1.000 scatole in latta e altri materiali, dalla fine dell´800 agli anni ´70" a cura di Clara Giubellini e Franco Jacassi. L´originale mostra (una rivisitazione arricchita dell´esposizione proposta nel novembre scorso nell´occasione di Mercanteinfiera Napoli), comprende oltre mille scatole dipinte (di latta, di cartone e di legno), create fra la fine dell´800 e gli anni ´70 per contenere i prodotti più vari: dal caffè ai dolci; dai profumi ai liquori, ma anche sigarette, pennini, spazzole e, addirittura, corde di violino. Saranno esposti accanto ad alcuni grandi contenitori destinati ai negozianti (i cosiddetti "bidoni", alti fino a 50 cm, che venivano messi in bella mostra nelle drogherie di un tempo per la vendita di prodotti sfusi), un´ampia gamma di contenitori medi e piccoli dalle fogge più varie ed originali, da vendersi unitamente al prodotto, direttamente al pubblico. Ecco quindi scatole a forma di cestino o di cofanetto ma anche contenitori-giocattolo pronti all´uso, destinati ai bambini. "Oggi le scatole vengono concepite come contenitori usa e getta", spiegano i collezionisti Clara Giubellini e il marito Franco Jacassi che hanno raccolto migliaia di artistici contenitori d´epoca in tutta Europa. "Ma nel passato venivano create per durare nel tempo e venivano fatte decorare da famosi illustratori, tra i quali spiccano i nomi di Capiello, Dudovich e Mucha (l´artista d´origine ceca vissuto a Parigi, considerato il padre dell´Art Nouveau e dello Stile Liberty), diventando così delle vere e proprie opere d´arte. Il loro pregio consiste non solo nello studio delle forme e dei colori, ma anche nelle raffinate e, per l´epoca, avveniristiche, tecniche d´impressione cromolitografica, con utilizzo fino a dodici colori". Tra questi piccoli tesori si può ricordare, rarissima e introvabile, la scatola illustrata nel 1899 da Mucha per Lefevre-utile Bisquits, con allegorie di donne e giardini fioriti, in uno splendido stile Art Nouveau. Dudovich invece è l´autore di un altro capolavoro, che conteneva prodotti della Zeda di Intra: raffigura una barca sul lago spinta da una vela a forma di una tavoletta di cioccolato gigantesca, che trasporta un sacco di caramelle, mentre la donna a prua sventola la bandiera tricolore. Nella maggior parte delle famiglie di un tempo, dopo essere svuotate del loro contenuto originario, le scatole venivano conservate e utilizzate dalle nostre nonne e bisnonne per riporvi piccoli oggetti di uso comune, prevalentemente aghi, fili e bottoni. E´ proprio grazie alle signore di allora che ancora oggi capita di trovare questi preziosi contenitori nelle vecchie soffitte o cantine, e innamorarsene al punto d´iniziare a collezionarli. Il collezionismo di scatole d´epoca - non importa di quale materiale siano - è una realtà che negli ultimi anni si sta affermando sempre di più e ormai sono tanti gli appassionati che impegnano il loro tempo libero e le loro risorse a salvare dall´oblio e dalla distruzione questi preziosi contenitori. La passione per il collezionismo delle scatole ebbe un riconoscimento ufficiale nel 1971, quando il Victoria & Albert Museum di Londra dedicò loro un´importante mostra e, pochi anni dopo, nell´ottobre del 1978, Christie´s batté la prima asta. La collaterale di Mercanteinfiera presenta alcuni oggetti che si possono definire veri e propri capolavori dell´arte pubblicitaria del passato. Possiamo ammirare, ad esempio, una serie di contenitori di sapore settecentesco per i cioccolatini del negozio A´ la Marquise de Sevigné di Parigi; le scatole per il thé in stile Art Nouveau prodotte a Norimberga; le riproduzioni di casette vittoriane e torri dell´orologio con scene di caccia alla volpe, tipicamente inglesi; le donnine olandesi con gli zoccoli, del Cacao Hollandis Bensorp di Amsterdam; un contenitore da banco per il thé sfuso a forma di samovar, dipinto a mano con disegni di ispirazione orientale, proveniente dall´America della metà del´800. Tra le scatole italiane citiamo la favolosa serie degli Elefanti del Surrogato del caffè della Luigi Rossa di Vercelli (la prima fabbrica italiana specializzata in questi prodotti), o i "bidoni" dei biscotti Saiwa. Troviamo anche riproduzioni dei famosi dipinti del passato, come La cavalcata dei Re Magi di Benozzo Gozzoli, pittore del ´400 fiorentino, sui quattro lati e sul coperchio della scatola delle caramelle Motta, oppure Il Bacio di Hayez su quelle della Maggiora. Da questi piccoli pezzi di storia, primi esempi del packaging pubblicitario, è impossibile non lasciarsi affascinare e trascinare in un viaggio virtuale attraverso l´arte, la storia, il costume, i paesaggi, in un mondo infinito di forme e dei contenuti. |
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