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Notiziario Marketpress di Venerdì 14 Febbraio 2003
 
   
  TOURING: CRISI ECONOMICA E VENTI DI GUERRA. PER LŽITALIA I PRIMI TIMIDI SEGNALI DI CRESCITA

 
   
  In attesa della presentazione completa del Rapporto Touring-ciset-feem alla Borsa Internazionale del Turismo, anticipati alla stampa i dati 2002 e le previsioni per la stagione turistica 2003. Crisi economica e venti di guerra: lo scenario internazionale scoraggia il turismo di lungo raggio. Per lŽItalia i primi, timidi segnali di crescita Bilancio 2002 deludente per lŽItalia, che ha registrato un incremento modesto dei flussi turistici internazionali (+0,6%, pari a 37,9 milioni di arrivi da tutto il mondo e -1% di quelli dai 21 principali Paesi di provenienza *) e primi, timidi segnali di ripresa per il 2003, quando il movimento internazionale verso lŽItalia raggiungerà quasi lŽ1% di crescita medio annuo (si prevede che la domanda tradizionale e i flussi totali cresceranno rispettivamente del +0,9% e del +1,4%). Queste alcune delle valutazioni contenute nel Ix Rapporto Tci-ciset-feem che il 17 febbraio verrà presentato in Bit con lŽedizione 2003 dellŽAnnuario del Turismo Touring, dal 1998 punto di riferimento per ogni studio statistico sul settore e repertorio completo degli operatori, organismi, enti, istituzioni e media attivi in questo campo. Le previsioni per il 2003 tengono conto della situazione macroeconomica, che nel 2002 ha visto una ripresa incerta e irregolare e che per lŽanno in corso prefigura scenari improntati allŽinerzia se non alla recessione. Tra i fattori di rischio il perdurante declino nella fiducia dei consumatori e dei mercati finanziari, lŽestendersi della crisi economica latino-americana e le tensioni in Medio Oriente, con il pericolo terrorismo e il rischio di guerra contro lŽIraq. Uno scenario che ha sicuramente determinato un rallentamento del turismo ma soprattutto la ridistribuzione/sostituzione dei flussi turistici, così che in Italia assistiamo a un incremento del turismo intraregionale rispetto a quello a lungo raggio: un effetto che si è manifestato nel 2002 e caratterizzerà anche il 2003, quando cresceranno i flussi dallŽEuropa dellŽEst e dallŽarea mediterranea e la ripresa dallŽextra Europa interesserà soprattutto i flussi dallŽAsia. Ecco in sintesi le previsioni presentate dal Rapporto (V. Tabella), che grazie allŽutilizzo del modello econometrico Trip elaborato dal Ciset forniscono informazioni non solo sui flussi turistici aggregati ma anche su quelli relativi a singoli Paesi o gruppi di Paesi I flussi provenienti dai Paesi dellŽArea Mediterranea sono cresciuti dello 0,9% nel 2002 e registreranno ulteriori miglioramenti nellŽanno in corso (+1,5%). I Paesi dellŽEuropa Centrale, principale mercato di origine per lŽItalia, rappresentano più della metà degli arrivi dai 21 Paesi*. I flussi da questŽarea raggiungeranno nel biennio i 17,6 milioni e sono caratterizzati da tassi di crescita pari rispettivamente a +0,8% e +1,0%. Buone le prospettive in Austria e Olanda meno in Germania, dove la difficile situazione economica limiterà la propensione alla vacanza allŽestero: una tendenza di cui risentirà anche lŽItalia nonostante la relativa vicinanza geografica delle mete preferite dai tedeschi (spiagge, laghi, terme). Il Nord Europa, che con quasi 3,7 milioni di arrivi rappresenta il mercato di origine meno consistente per il nostro Paese, si caratterizza per una dinamica modesta nei due anni (- 0,1% nel 2002 e +1% questŽanno) dovuta soprattutto al fatto che il Regno Unito (che con circa 2,3 milioni di arrivi rappresenta i 2/3 dei flussi totali dallŽarea) è il Paese europeo più colpito dalla crisi legata al terrorismo. LŽarea che raggruppa i Paesi extra Europei rappresenta lŽunico bacino dŽorigine della domanda a cui corrisponde un decremento dei flussi: - 6,8% nel 2002 e - 0,1% nel 2003. Gli Usa, che rappresentano più della metà dei flussi di questo raggruppamento, sono il Paese più colpito dalla crisi del 2001; questo, insieme a una difficile situazione economica e al rafforzamento dellŽEuro, potrà ulteriormente deprimere la domanda statunitense. Seria anche la contrazione del turismo internazionale dal Giappone, che continua ad attraversare un periodo di grave crisi.  
   
 

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