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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Febbraio 2003
 
   
  ELEMENTI: FRANCO CARDINI: L´INFORMAZIONE? E´ IN MANO A POCHI ED È ABBASTANZA OMOGENEA". MONS. G.M. BRIGANTINI: "NEL LAVORO IMPORTANTI LA SUSSIDIARIETÀ, LA SOLIDARIETÀ E IL BENE COMUNE".

 
   
  Roma, 17 febbraio 2003 - "L´informazione è oggi un genere di consumo legato alle logiche della produzione. Non siamo veramente informati. Abbiamo solo informazione selezionata che non ci conduce a scelte ponderate e ci deresponsabilizza dal pensare e dal pretendere verità". Così afferma Franco Cardini nell´intervista rilasciata ad Elementi, rivista del Grtn, dell´Au e del Gme, visibile sul sito internet www.Grtn.it sul tema dell´informazione. "L´informazione, sostiene Cardini, è in mano a poche organizzazioni. I grandi giornali non sono gestiti da centri di potere o decisionali che hanno interessi contrastanti tra loro. Così forniscono una versione abbastanza omogenea dei fatti. Quindi interessi di tipo oligopolistico impediscono una diversificazione autentica dell´informazione. Consentendone invece una moderata, che non disturba il "senso di marcia" dell´oligopolio". Quanto al termine "revisionismo", sia in senso storico che culturale, Cardini è del parere che "nella realtà esiste la necessità di rivedere la storia attraverso nuovi documenti e quindi nuove interpretazioni. La storia si riscrive di continuo. La storia però non emette "verdetti inappellabili". La storia non è un tribunale e neppure la registrazione notarile dei fatti. La storia è esegesi, è interpretazione. Il suo giudizio non è definitivo su nulla. La storia è continua reinterpretazione alla luce di nuove scoperte. La storia, incalza Cardini, è movimento costante. Il "revisionismo" è dunque un´idea volgarmente mass mediale, e quindi fasulla. Serve solo a qualche finto storico per legittimare un suo modo di pensare gli eventi, a discapito della verità, che va cercata sempre e ovunque, per rispetto dei fatti e del prossimo." Cardini si sofferma poi sul tema delle conoscenze professionali, osservando che: "le conoscenze professionali in genere, e nelle aziende in particolare, sono fondate sulle logiche del successo, e le logiche del successo contrastano con la qualità, l´approfondimento e la crescita degli individui". Sul tema del lavoro invece, Mons. Giancarlo Maria Brigantini, vescovo di Locri-gerace e Presidente della Cei per i problemi sociali e del lavoro, ha evidenziato che per far fronte al cambiamento della cultura del lavoro in Italia, occorre "aiutare gli individui a percorrere un cammino di professionalità, evitando il proliferare di fenomeni che costringono le aziende a non utilizzare la troppa manodopera generica, in quanto incompatibile con le innovazioni tecnologiche. Fenomeno questo capace di generare conflitti, a volte di difficile risoluzione tra lavoratori e aziende". E più ancora, "bisogna riproporre i tre grandi principi della dottrina sociale della Chiesa: sussidiarietà, solidarietà, bene comune. Si tratta, ricorda Mons. Bregantini, di principi congiuntamente applicabili, che mirano ad un unico obiettivo, quello del bene sociale. Questa è la logica che deve guidare qualsiasi organizzazione civile alla risoluzione del problema sia tra gli individui, sia tra gli individui e le aziende". Sul tema della disoccupazione giovanile, Mons. Brigantini ritiene che: "ai giovani occorre fornire risposte serie. E´ importante la buona formazione dei lavoratori, che costituisce insegnamento per lavorare con qualità, competenza e preparazione. Ma è necessario anche il coinvolgimento degli enti e delle istituzioni interessate, in modo da aprire strade in settori nuovi e ancora poco considerati sotto l´aspetto del lavoro, come quello biologico, artistico, culturale, delle energie alternative, delle tradizioni, del turismo. Quello che sta facendo in gran parte la Chiesa con il Progetto Policoro". Quanto al rapporto tra "tempo del lavoro" e "tempo per la persona", Mons. Brigantini ha tenuto a precisare che: "C´è un tempo per il lavoro ed un tempo per il riposo, inteso come momento dedicato alla persona, alla famiglia, alla crescita culturale, al volontariato e non ultimo al valore religioso della domenica. La società e le aziende devono saper ricreare una cultura di rispetto degli individui basata proprio sul tempo. L´uomo che sa coniugare il tempo del lavoro con quello dei valori altri, sarà sempre un buon lavoratore e un uomo realizzato. Il tempo libero non è un tempo vuoto, ma è tempo ricco di valori".  
   
 

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