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Notiziario Marketpress di
Venerdì 21 Febbraio 2003 |
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AVVENTURE NEL REGGIANO, CON DUE SPLENDIDE TAPPE
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Benché i paradisi reggiani abbiano aperto i cancelli da secoli, ci si sente un po´ pionieri, tra questi paesaggi di caleidoscopico aspetto, con rocce brulle e scoscese miste a prataie dalle sorprendenti tonalità di verde. E´ una terra ancora tutta da scoprire, quella di Reggio Emilia, anche se i suoi sono scrigni aperti. Dai preziosi siti enogastronomici ai calanchi, dalle rovine di Canossa che ancora parlano della grande Matilde alla Pietra di Bismantova, andarsene in giro a scoprire quella chicca, sfuggita magari ad altri, è gioia infinita per i moderni esploratori della storia, dell´arte e del gusto. Alle valenze artistiche e tradizionali, riproposte da geniali "invenzioni" come il Circuito dei Castelli Matildici & Corti Reggiane con i loro eventi in costume storico, a nomi celebri come Montechiarugolo, Rossena, Sarzano, Bianello, Quattro Castella, Reggiolo (per citarne solo alcuni), rocche medioevali, molte delle quali trasformate in eleganti dimore rinascimentali, fanno da controcanto i sentieri del buon gusto, che indicano ai fortunati "romei" del 2000 la via emiliana alla felicità della tavola e del bicchiere. La Strada dei Vini e dei Sapori reggiani (da percorrere con il mezzo di trasporto preferito), dipanandosi tra paesaggi e architetture mozzafiato, porta alle migliori aziende agricole emiliane, agli agriturismi, ai vitivinicultori e ai ristoratori di questo piccolo, grande miracolo padano. Nessuna meraviglia, se è questa la patria del tortello verde e di quello di zucca, del salume e della coppa, del prosciutto di Parma e di quello della Val d´Enza, del Parmigiano-reggiano e dei cappelletti, dell´ erbazzone, del Lambrusco e del Nocino. E di quel "nuovo mito" dall´antichissima genealogia, ambito persino dagli imperatori e oggi, usato dai grandi chef in una varietà impressionante di gradevoli accostamenti: l´Aceto Balsamico Tradizionale, che qui ha uno dei suoi santuari. L´azienda agricola Cavazzone, ex residenza del barone Franchetti, formidabile mix tra albergo di grande appeal epocale, grazie agli antichi, bellissimi mobili padronali (vale la pena pernottarvi!), ristorante dalle grandi promesse mantenute (create da mani amorevoli) e acetaia "da re", visitabilissima, da cui esce un prodotto Dop invecchiato almeno 12 anni. La seconda sorpresa esplode in tutto il suo fascino d´antan, nel cuore storico di Reggio Emilia, proprio dove si aprono le vetrine delle boutique e dei negozi "grandi firme". E´ l´Hotel Posta (33 camere e 9 suite), nel Palazzo del Capitano del Popolo, strepitosa base di partenza verso gli Eden naturalistici. Doti magnificate: glamour, efficienza, arte dell´accueil, completezza dei servizi.Con un tocco in più. Una shopping card molto, molto esclusiva. Infolink:www.hotelposta.re.it. |
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