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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Febbraio 2003
 
   
  MILANO VISTA DALL´ESTERO? MODA , CALCIO E QUALITA´ DELLA VITA E L´IMMAGINE DEI MILANESI NEL LAVORO? "ELEGANTI"... LA PAGELLA DELLA COMPETITIVITÀ: BENE IN EUROPA L´AMBIENTE ECONOMICO

 
   
  Milano, 25 febbraio 2003 - Milano vista dall´estero è più bella di quanto si pensi. La qualità della vita (scelta dal 23,2% degli intervistati) è il punto di forza, appena dietro l´apertura internazionale (22,6%), l´ambiente economico (17,4%) e alberghi e ristoranti (14,8%). E´ conosciuta per la moda (27%), per il calcio (18%) e per lo shopping (14%). Il milanese più noto è Armani. I milanesi? Eleganti (22,5%), preparati (14,7%) e "flessibili" (13,2%). Poco mediatori (3,9%) ed affatto puntuali (0,8%). E´ quanto emerge da un´indagine tra 400 imprenditori che lavorano stabilmente con Milano, svolta dal Lab-mim della Camera di commercio di Milano e da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l´internazionalizzazione. Milano è poi a corrente alternata nella sfida della competitività: è quinta per ambiente economico superata tra le 12 principali città europee in competizione con lei solo da Zurigo, Stoccolma, Vienna e Bruxelles, nona per apertura verso l´esterno, dietro Francoforte, Bruxelles, Vienna e Zurigo. Sono questi alcuni dei dati tratti dall´"Osservatorio europeo" della Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con il Certet - Centro di Economia Regionale, dei Trasporti e del Turismo dell´Università Bocconi di Milano. L´occasione è stata la firma del "Protocollo di Intesa per la definizione di obbiettivi e strumenti per il marketing territoriale dell´area milanese". "Il procedere dell´integrazione europea- ha commentato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - ha incentivato ancor di più la competizione tra i territori e le città. Milano è da sempre città europea, ma per diventare "capitale europea" occorre un impegno comune di istituzioni e società civile. Milano può contare su un ambiente economico forte e competitivo, su eccellenze da capitale. Proprio per questo la Camera di Commercio partecipa alla creazione di un´agenzia per il marketing territoriale in collaborazione con le istituzioni milanesi. Ed è probabilmente questo il vero valore aggiunto da cui le istituzioni della città dovrebbero partire per rendere Milano non soltanto un´ottima città per localizzare una impresa, ma anche un posto in cui si vive bene". "Fare marketing per Milano - ha commentato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l´internazionalizzazione delle imprese - significa molte cose. Vuol dire migliorare le infrastrutture di trasporto di fronte ad una sfida che diventa di giorno in giorno sempre più globale; vuol dire investire nella cultura, a partire dall´istruzione; vuol dire accrescere l´attrattività di Milano. Partendo anche dal quotidiano: vale a dire dal traffico, dall´inquinamento, dalla sicurezza, perché è la qualità della vita uno dei fattori che rendono davvero competitiva un´area territoriale". Competitivita´ In Europa Osservatorio Europeo - Camera di Commercio-certet Bocconi Indice dell´ambiente economico. Questo indice, inteso nel senso di clima economico favorevole alla localizzazione e attrazione di imprese, è stato costruito utilizzando dieci categorie: Pil pro capite; valore aggiunto al costo dei fattori; indice dei prezzi al consumo - ovvero costo della vita; saldo movimento imprese; servizi alle imprese (intermediazione finanziaria; imprese di trasporti, logistica e telecomunicazioni); occupati nel settore dei servizi alle imprese; imprese quotate in borsa; imprese quotate con sede in città; tasso di disoccupazione; tasso di attività. Complessivamente, Milano conquista un buon quinto posto, con un valore pari a 3,65 che la pone fra le città più competitive, superata solo da Zurigo, Stoccolma, Vienna e Bruxelles. Per quanto riguarda le variabili tradizionalmente considerate nella misurazione della performance economica di un territorio, Milano è al sesto posto per quanto riguarda il valore del Pil pro capite (al primo posto Francoforte, seguita da Bruxelles), al terzo per il valore aggiunto al costo dei fattori (dietro Bruxelles e Francoforte), e infine al quinto per il tasso di disoccupazione (al vertice Zurigo e Stoccolma). Molto bene la situazione di Milano per il settore dei servizi alle imprese: prima sia per numero di imprese nel settore dei servizi, che in quello dell´intermediazione finanziaria, che in quello del numero di imprese in trasporti, logistica e telecomunicazioni. Bene la situazione anche per quanto riguarda gli occupati ai servizi, dove Milano è quarta (dietro a Zurigo, Stoccolma e Bruxelles), per numero di società con sede in città quotate in Borsa (terza) e per il saldo movimento imprese (sesta). Da migliore invece l´aggregato relativo al numero di imprese quotate in Borsa (qua Milano è soltanto decima), e quello relativo al tasso di attività (nona). Indice apertura verso l´esterno. Tale indicatore valuta l´apertura verso l´esterno dell´intero "sistema città", in particolare la capacità delle infrastrutture per la mobilità (aeroporti, ferrovie, autostrade e strade) e la disponibilità di servizi idonei ad accogliere flussi turistici, in particolare il turismo d´affari. In una scala da 0 a 5 (dove 0 è il minimo), Milano ottiene 2,28 - al nono posto tra le 12 principali città europee in competizione con lei. Al primo posto in questo indice Francoforte, seguita da Bruxelles, Vienna e Zurigo. Se si scompone l´indice e si considerano le sue componenti, la situazione in parte cambia: per quanto riguarda l´accessibilità aeroportuale, Milano si situa al quarto posto, dietro ancora una volta a Francoforte, Amsterdam e Zurigo. Per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale di tipo tradizionale (trasporti), scivola al settimo posto con un valore decisamente modesto (0,76): in particolare al quinto posto per dotazione di autostrade, all´ottavo per le strade e al nono posto per la rete ferroviaria. Per finire, per quanto riguarda la vacazione al turismo d´affari, Milano arretra al nono posto, precedendo soltanto Zurigo, Amsterdam e Torino. Tuttavia, la bassa posizione per questa categoria è dovuta soprattutto alla scarsa dotazione di sale convegno (ultimo posto) e ai posti letto in albergo (ottavo posto), mentre decisamente meglio va la situazione per quanto riguarda la manifestazioni fieristiche (al secondo posto subito dopo Birmingham). Indice dell´ambiente economico Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio di Milano - Certet Bocconi Indice di apertura verso l´esterno Fonte: Elaborazioni Camera di Commercio di Milano - Certet Bocconi L´immagine Di Milano Per Gli Imprenditori Esteri Il campione utilizzato. L´analisi è stata effettuata dal Lab-mim della Camera di commercio di Milano e da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per l´internazionalizzazione su un campione di 400 imprenditori stranieri che hanno instaurato rapporti d´affari continuativi con l´Italia e Milano, operanti principalmente in Europa, ma anche nel Nord America. La maggior parte degli imprenditori intervistati (41,4%) ha dichiarato di operare nel settore privato dei servizi, mentre il restante 58,6% è così ripartito: 30% altra attività privata (in genere si tratta di banche, istituzioni finanziarie o di imprese a partecipazione statale), 15,7% settore del commercio, 8,6% industria ed infine il 4,3% nei servizi pubblici. La visibilità internazionale di Milano. Per il 55,6% degli intervistati Milano è una metropoli conosciutissima. Ciò è particolarmente sentito dagli imprenditori operanti nei Paesi Scandinavi (18,42%), in Inghilterra (15,7%), in altri Paesi (Belgio, Olanda...) 23,7% e in Germania (21%). Per il 27,8% degli imprenditori esteri è molto conosciuta e solo per il 5,6% è poco conosciuta, ed appena l´1,4% ha dichiarato "per nulla". Come viene valutata la competitività internazionale di Milano. Il 47,2% degli intervistati ha indicato come grado di competitività internazionale "molto". Il 27,8% ha indicato "abbastanza" ed addirittura l´11,1% ha dichiarato "moltissimo". Solo il 9,7% ha dichiarato " poco". Ancora una volta l´elevato livello competitivo di Milano è avvertito soprattutto dai Paesi Scandinavi (35%) e dal Regno Unito ( 18%). Ad avere una bassa opinione di Milano sono invece soprattutto i francesi. Aprire un´attività a Milano può rappresentare un vantaggio competitivo? Il 43,7% degli intervistati ha indicato abbastanza. Il 21,1% molto e addirittura il 7% "moltissimo". Solo l´11,3% ha dichiarato " poco". Perché aprire un´attività a Milano può rappresentare un vantaggio competitivo? Alla maggior parte degli interpellati fa gola la posizione strategica del capoluogo lombardo: per il 36% Milano rappresenta una porta d´ingresso privilegiata per entrare nel mercato italiano e per il 20% è un nodo importante di connessione fra l´Europa e i paesi del Mediterraneo. Il 10,8% ritiene invece che sia un ottimo mercato potenziale, l´8,8% spera di aumentare la visibilità, l´8% è attratto dalla crescita del contesto economico, il 7,2% dal potenziale delle risorse umane. Solo l´1,6% ritiene che ci sia facilità e velocità di apertura e appena lo 0,8% facilità di accesso alle informazioni e la stessa percentuale assistenza nelle diverse fasi di apertura, così come la presenza di materie prime. Ma Milano è conosciuta per...La moda per il 27% degli intervistati, subito dopo per il calcio (Milan ed Inter) con il 18%, poi lo shopping e i negozi 14%, quindi la Scala per 11,7% che sorpassa il Duomo 7,8%, la Fiera 6,5%, la finanza 5,2%. I punti di forza di Milano? Sorpresa, la qualità della vita... Gli imprenditori stranieri preferiscono la qualità della vita (23,2%), l´internazionalità (22,6%), l´ambiente economico (17,4%), gli alberghi e i ristoranti (14,8%), gli eventi fieristici (9%), gli aeroporti (5,8%). I trasporti pubblici sono scelti per il 2,6% degli intervistati. Qual è l´immagine del milanese? Elegante. Gli imprenditori stranieri apprezzano dei milanesi l´eleganza (22,5%), la preparazione (14,7%), la flessibilità (13,2%), l´efficienza (10,1%), la comunicativa (8,5%), la novità delle idee (6,2%). Bocciate la capacità di mediazione (3,9%) e soprattutto la puntualità (0,8%).  
   
 

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