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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Febbraio 2003
 
   
  GLI ADOLESCENTI ITALIANI SI RACCONTANO AL DERMATOLOGO ON LINE 2 ANNI DI DOMANDE - 2 ANNI DI RISPOSTE

 
   
  Milano, 25 febbraio 2003 - L´80% dei ragazzi italiani soffre di acne1, ma pochi di loro ne parlano liberamente, anche con le persone più vicine. Www.mysurface.com il sito della campagna educativa per i giovani sulla cura della pelle, ha consentito ai ragazzi di discutere di questo problema con gli specialisti in modo diretto, senza intermediari. In quasi due anni di attività del servizio "dermatologo on line" (un pool di dermatologi concordato con le tre associazioni scientifiche Sidev, Adoi e Aida), sono pervenute al sito oltre 800 lettere, che hanno ricevuto risposta ad personam. Alberto Caputo, Psichiatra e Psicoterapeuta, Dottore Ricercatore in Psichiatria e Scienze Relazionali dell´Università di Milano, ha analizzato qualitativamente le domande poste, mettendo in evidenza gli aspetti psicopatologici, le problematiche più sentite da coloro che soffrono di acne ma anche le loro emozioni, le loro ansie e il loro modo di confrontarsi con l´esterno e con se stessi. Ne è emerso uno spaccato del mondo giovanile alla ricerca di risposte specifiche e precise ai propri interrogativi e soprattutto bisognoso di ascolto e di comprensione. "Uno dei lavori più interessanti sul quale sono stato coinvolto - commenta il Dottor Alberto Caputo - un´iniziativa innovativa e ben studiata per i giovani. La possibilità per i ragazzi di parlare con uno specialista senza avere nessun tipo di filtro, soprattutto quello dei genitori spesso presenti durante le viste dermatologiche, ha fornito una prospettiva di osservazione estremamente utile per il dermatologo, ma anche molto stimolante dal punto di vista psicologico". My Surface è una campagna promossa da Boots Healthcare a partire dal 1997 e realizzata con l´egida della Società Italiana di Dermatologia e Venereologia (Sidev), dell´Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (Adoi) e dell´Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (Aida). Acne: Dalla Superficie al Profondo. Paura, vergogna, ansia e disagio. La difficoltà del rapporto con gli altri. Cute e psiche sono strettamente legate e dipendenti da un punto di vista funzionale. La pelle anticipa sul piano organico la complessità dell´Io sul piano psichico; in quanto tessuto che contiene il corpo, è allo stesso tempo un elemento di separazione e di confine dell´Io. Poiché visibile, toccabile e annusabile, la cute è anche "specchio" in cui si riflette la soggettività, un tramite privilegiato e fondamentale di comunicazione non verbale con il mondo esterno. Infine la pelle, determinando l´immagine esteriore di un individuo, svolge un importante ruolo relazionale caratterizzato dalle sue valenze estetiche e sessuali. L´epoca di insorgenza tipica dell´acne si colloca durante l´adolescenza, periodo esistenziale critico nel quale i conflitti legati alla modificazione propria immagine, alla sessualità, alla scuola e al lavoro sono all´ordine del giorno. La presenza di lesioni che alterano l´aspetto della cute (come nel caso dell´acne e dei suoi esiti) evoca spesso sentimenti di repulsione, timore di contagio e disapprovazione, in un momento cruciale, come l´adolescenza, per la strutturazione dell´immagine corporea di ogni individuo. È per questo motivo che l´acne viene percepita dal giovane come una vera e propria disabilità o come un evento ineluttabile e ciò può aggravare il quadro psicologico minando precocemente le capacità di instaurare adeguate relazioni sociali, sentimentali e sessuali. La solitudine dei ragazzi - Gli inestetismi dovuti all´acne spesso compromettono le relazioni umane, possono essere causa di scarsi contatti con i coetanei, di difficoltà di relazione a con i compagni di scuola, in alcuni casi anche di perdita di opportunità lavorative e di svago. In genere, ciò è dovuto allo sviluppo di comportamenti fobici e alla riduzione dell´autostima, correlati direttamente con l´entità delle lesioni. La svalutazione di se stessi porta i giovani ad isolarsi, a sentirsi abbandonati e soli di fronte ad una malattia che è circondata da pregiudizi e da leggende. Dall´analisi emerge inoltre che i ragazzi sollecitano un maggior dialogo con i famigliari, anche per problemi così importanti come la salute. Vi è reticenza da parte di alcuni genitori a sottoporre il figlio ad una visita specialistica, forse sottovalutando il problema o per mancanza di tempo. I referenti principali rimangono gli amici e più volentieri i trattamenti vengono eseguiti dall´erborista o dall´estetista, persone più facilmente raggiungibili. La richiesta di un dialogo maggiore e più costruttivo, riguarda anche il rapporto con il dermatologo; in modo particolare, i ragazzi chiedono di essere supportati da un punto di vista psicologico, non solo terapeutico. A questo disagio si aggiunge il filtro del genitore, in genere presente alla visita che spesso lascia poco spazio e privacy al figlio. Il linguaggio dei giovani. Gran parte delle lettere sono brevi (4-10 righe), estremamente dirette, facilmente comprensibili e formalmente corrette. C´è una certa variabilità nell´uso appropriato di termini medici e le descrizioni sono vivide ed efficaci. Sono dense di emotività e richiedono rapidamente confermando la necessità da parte del pubblico più giovane di avere rapidamente informazioni esatte e suggerimenti estremamente pratici, richiedendo una funzione di tampone emotivo e di accoglimento da parte del sito. Le richieste, poiché inviate come e-mail, risentono molto del gergo e della grammatica che gli utenti più giovani della rete normalmente utilizzano "on-line". Probabilmente è un retaggio del linguaggio ultrarapido delle chat-line, ma riflette anche un bisogno di connotarsi come membri ufficiali della comunità virtuale. Vengono espressi sentimenti sinceri di ringraziamento, al di fuori di ogni formalismo. Il servizio offerto viene assai apprezzato. Con il solo inviare dell´e-mail, i ragazzi sembrano già sentirsi "presi in cura"* dal dermatologo on line e quindi averne un beneficio. Ciò rispecchia il notevole bisogno di ascolto di questa fascia di pazienti. Vissuti e fantasie, bisogni e aspettative dei ragazzi I ragazzi desiderano vedere soddisfatti al più presto e con urgenza i loro bisogni. Notevole è l´ansia generata dalle speranze offerte dallo specialista e poi disattese Il reiterato senso di frustrazione che ne consegue compromette anche la costanza necessaria in questo tipo di cure. Le speranze sono fondamentalmente nella testa del paziente, talora sganciate dalle possibilità terapeutiche e dalle situazioni realistiche. L´incomprensibilità dell´origine della patologia lascia alcuni giovani indecisi sul da farsi e apre la ricerca di rimedi magici. E´ un continuo chiedersi attonito del "perché proprio io?"*. La confusione sulle potenziali cause comprende i fattori alimentari, mentre permane una certa ambivalenza su quelli psicologici, individuati più come conseguenze dell´acne. Classicamente l´acne viene interpretata in ambito psicodinamico come l´esteriorizzazione cutanea di intense pulsioni e conflitti di natura sessuale, inaccettabili a livello conscio. In effetti, i sensi di colpa e i desideri di rimuovere, dimenticare, sparire e perdere, sembrano abbastanza evidenti nelle comunicazioni raccolte. Spesso c´è confusione sulla patologia, in quanto l´acne non viene necessariamente percepita come una malattia, ma come un grande problema cutaneo, un "handicap"* o un grave inestetismo. Tuttavia i suoi esiti cicatriziali sono temutissimi. E prevalgono i vissuti di reiterata violazione e contaminazione che intaccano profondamente l´immagine corporea dei pazienti. I brufoli sembrano quasi dotati di vita propria, quasi degli "invasori alieni"*. In alcuni prevale la disperazione ("...Non li sopporto più!", "...Sono disperata. È ora che cominci a godermi la mia giovinezza")*. Alcuni pazienti si sentono abbandonati, "condannati"* e senza speranza: la loro gioventù è "compromessa"*. La connotazione depressiva, citandoli testualmente, di alcune espressioni esprime un misto di risentimento e demotivazione verso un qualcosa di ineluttabile. La ricaduta sul funzionamento personale è talora devastante. Infatti in molte richieste prevale il bisogno di aiuto, ascolto e comprensione: non sembrano essere disponibili dei validi referenti dialogici per i pazienti, né fra i conoscenti (parenti e amici), né fra gli specialisti. I loro problemi appaiono talora sottovaluti e le loro ansie poco considerate. Gran parte delle lettere contiene domande precise a situazioni variamente personalizzate. Ogni paziente presenta una richiesta "unica e diversa", quasi le lesioni fossero una proprietà specifica. Notevole quindi è il bisogno di essere riconosciuti. Così come spesso vengono richiesti indirizzi di dermatologi fidati: le risposte terapeutiche fino a quel momento ricevute dagli utenti non sembrano essere state esaustive. Aspettative magiche, irrealistiche in termini di efficacia e di rapidità di azione delle cure, riflettono modalità regredite di pensiero detto magico-primitivo. Si utilizzano schemi infantili quando l´ansia è soverchiante e la realtà spaventa troppo per essere affrontata. Qualcuno vorrebbe addirittura una vera e propria derattizzazione ("E´ possibile schiacciare e subito utilizzare un disinfettante per eliminare i batteri che sono in profondità?")*. Altri ancora sarebbero pronti a fare da cavie in nome della scienza ("...Sono disposto a provare qualsiasi terapia innovativa!")*. Ogni strategia alternativa è da provare quando si è con le spalle al muro. Anche se i rimedi sono chiaramente inefficaci o addirittura controproducenti. Alcuni di questi, come il dentifricio spalmato in viso, colpiscono fortemente nell´immaginario. Ove possibile, il rimedio "naturale" (erboristico, omeopatico o casalingo) è preferito al farmaco ed esplicitamente richiesto. Viene vissuto come più sano ed indicato, confermando l´ambivalente rifiuto del concetto di acne come malattia. Vengono richieste indicazione "operative" su cosa fare, quando, dove e come farlo. Le parole fumose e il medichese non sono gradite.  
   
 

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