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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Febbraio 2003
 
   
  NEL REGNO DEL COLLEZIONISMO UN PROFUMO DA COLLEZIONE L´APERTURA AL PUBBLICO DI MERCANTEINFIERA PRIMAVERA QUEST´ANNO COINCIDE CON LA FESTA DELLE DONNE

 
   
  Parma, 27 febbraio 2003 - L´edizione primaverile di Mercanteinfiera 2003 apre i battenti l´8 marzo, il giorno della Festa della Donna. E´ ormai tradizione consolidata della più grande rassegna antiquariale d´Europa, offrire, in concomitanza con questa festa, alle sue gentili visitatrici dei souvenir pensati appositamente per loro. Quest´anno le signore avranno una straordinaria sorpresa preparata per loro all´interno della mostra collaterale intitolata "Non rompete le scatole - Atto 2°. 1.000 scatole in latta e altri materiali, dalla fine dell´800 agli anni ´70", appositamente allestita in occasione di Mercanteinfiera a cura dei collezionisti Clara e Franco Jacassi e che si preannuncia, più che mai, un avvenimento di straordinaria portata. Come per sottolineare il leitmotiv del contenitore che anima la mostra, essa stessa diventa "contenitore" di un altro evento importante che ospita nel suo interno. Si tratta dell´opportunità di acquistare, in anteprima, un´originale ed esclusiva confezione in latta serigrafata, prodotta in numero limitato di 2000 esemplari (tutti numerati come le bottiglie di vino pregiato o le stampe d´autore), contenente l´inedito profumo "Acqua di Primavera" creato in esclusiva da un maestro profumiere, che viene lanciato proprio in questa occasione. E´ una fragranza fresca e frizzante, adatta sia per Lei che per Lui, racchiusa in un elegante flacone di cristallo protetto da una originale confezione in latta che richiama nella memoria i famosi capolavori della profumeria internazionale come quelli di Versace o Jean Paul Gaultier (a sua volta ispiratosi alla confezione di un profumo di Elsa Schiaparelli degli anni ´30). Tornando ancora più indietro nella storia della profumeria, possiamo ricordare un profumo giapponese dei primi ´900 che veniva confezionato, anch´esso, in latta. Le collaterali di Mercanteinfiera hanno la meritata fama di lanciare mode e codificare tendenze antiquariali, e tutto lascia presagire che l´attuale edizione non farà eccezione: l´esclusiva confezione dell´"Acqua di Primavera" promette, infatti, di diventare un ambitissimo oggetto da collezione. L´affascinante settore del collezionismo di profumi ha indubbiamente a Parma una sua patria d´elezione: qui le tradizioni di alta profumeria hanno profonde e gloriose radici storiche con la celebre Casa Borsari e la sua intramontabile "Violetta di Parma" e un ricordo perenne con il proprio museo nel cuore stesso della città ducale. La storia dei profumi è indissolubile da quella della cultura mondiale (anzitutto europea), del costume e della società del ´900. "Se soltanto parliamo delle confezioni", spiega un super-esperto del settore, Giorgio Dalla Villa, direttore del primo Museo dedicato alla storia della profumeria europea e statunitense, dai primi ´900 ad oggi, allestito dal 1998 a Milano, al quale è abbinata anche la rivista Profumeria da collezione, "troviamo riflessi e concentrati nelle piccole "boccette" tutti gli stili e i filoni artistici delle varie epoche. Basti pensare che tra gli autori dei contenitori per l´alta profumeria troviamo nomi come Fernand Leger o Salvador Dali. Se invece rivolgiamo lo sguardo all´evoluzione delle essenze, scopriamo delle inattese affinità con i costumi dell´ultimo secolo, ci accorgiamo come il profumo abbia seguito il percorso della società". Fino alla fine dell´800 le essenze aromatiche provenivano dalla natura e, di conseguenza, avevano l´odore simile alla materia prima (lavanda, rosa, violetta ecc.). Servivano principalmente per coprire i cattivi odori e venivano usate dalle signore dell´alta società per profumare i fazzoletti che all´occorrenza si avvicinavano al naso per allontanare sentori sgradevoli. La vera rivoluzione nella profumeria avviene nella seconda metà dell´800 con la scoperta di profumi sintetici, che non sempre hanno lo stesso odore delle essenze naturali, e mescolati tra loro, possono dare dei risultati a dir poco sorprendenti. In Francia, all´epoca la nazione più libera e democratica d´Europa, i profumieri per primi hanno intuito le potenzialità di questo fenomeno: il profumo poteva racchiudere in se una carica erotica e quindi diventare un´arma di seduzione. Ed è una rivoluzione nella società di allora, un passo decisivo nell´emancipazione della donna (probabilmente non ancora del tutto consapevole) che acquista il diritto di scelta, cioè può lei stessa decidere di attrarre, con il profumo adatto, l´attenzione dell´uomo che la interessa. Per molto tempo ancora il profumo francese rimane, in Italia, simbolo di qualcosa di proibito, peccaminoso, non adatto alle ragazze "bene" che dovevano "saper di buono", cioè di lavanda o violetta. La profumeria va a pari passo con la moda e ne diventa parte integrante. Lo stilista francese Paul Poiret, colui che liberò le donne dalla schiavitù del busto, fu il primo ad abbinare ai suoi abiti i profumi che meglio vi si adattassero, creando una sua casa di profumeria. Il suo esempio fu poi seguito da tutti i grandi della moda, fino ai giorni d´oggi.  
   
 

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