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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Marzo 2003
 
   
  METAMORFOSI DEL MITO. PITTURA BAROCCA TRA NAPOLI, GENOVA E VENEZIA. PALAZZO DUCALE, GENOVA APPARTAMENTO DEL DOGE DAL 22 MARZO AL 6 LUGLIO 2003

 
   
  Genova, 3 marzo 2003 - La circolazione delle traduzioni delle Metamorfosi di Ovidio, divenute basilari per l´approfondimento delle conoscenze dei miti da parte degli artisti, determina, agli inizi del Seicento, un rinnovato interesse verso le tematiche mitologiche. La formulazione di nuove proposte iconografiche, maturate in ambito romano-bolognese ad opera dei Carracci e dei loro discepoli, fornisce le basi per le successive interpretazioni, di stampo classicistico, del Vouet e del Poussin, in alternativa alle quali trovano affermazione le soluzioni introdotte dal Rubens e da Pietro da Cortona, con dichiarati intenti propositivi in chiave barocca. Facendo perno sulla fase di reinvenzione del tema mitologico, la mostra, scegliendo un percorso rivolto all´analisi di dipinti di ambito mediterraneo, punta a valorizzare i termini iconografici innovativi che segnarono il passaggio dalla produzione pittorica seicentesca a quella settecentesca, portando attenzione anche alle tematiche meno consuete nel panorama delle scelte operate dalla committenza nelle tre aree considerate. La riproposta del ricco repertorio ovidiano, rivisitato sulla scorta delle fonti classiche e moderne relative ai diversi miti, ha costituito la premessa per un riesame delle interpretazioni iconografiche maturate tra Sei e Settecento. Nel contempo l´analisi delle varianti iconografiche ha consentito di verificare le interrelazioni tra gli apporti pittorici e le coeve proposte di ambito letterario.Letterariarpretazioni iconografiche maturate tra Sei e Settecento e le coevetituisce la premessa per un riesame delle interrala I nuclei tematici, indagati attraverso il riferimento alle testimonianze poetiche e teatrali, che presero avvio con i ricchi repertori del Marino, e trovarono seguito in quelli di stampo melodrammatico sviluppati dal Metastasio, hanno fornito occasione di verifica delle complesse fasi di rielaborazione tematica, permettendo di cogliere l´ampia varietà dei livelli interpretativi. Prendendo le mosse da un significativo gruppo di opere relative alle tre aree considerate (napoletana, genovese e veneta), è stato possibile valutarne l´apporto innovativo sul piano iconografico, sia attraverso un confronto con i prodotti artistici delle aree affini (anche in relazione alla circolazione delle proposte grafiche), sia in considerazione dei transiti degli artisti nelle diverse aree. La produzione di ambito veneto, anche grazie alle progressive richieste degli artisti all´interno del circuito europeo, permette di cogliere il positivo riflesso della tradizione iconografica cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto, nel passaggio dalla pittura dei "tenebrosi", a quella dei "chiaristi". In ambito genovese l´iniziale consenso verso la corrente pittoricistica di stampo fiammingo, piuttosto incline ad un´indagine analitica dei termini compositivi, cede il passo ad una progrediente affermazione delle esperienze barocche, avviate dallo Strozzi e culminate nelle tumultuose visioni del Baciccio: un percorso che aprirà la strada all´affermazione della decorazione dei palazzi nobilari. La situazione napoletana appare caratterizzata da una dichiarata apertura verso gli apporti veneti, inizialmente vincolati alla matrice tenebristica di stampo pretiano, ma che verranno inglobati dalle soluzioni barocche giordanesche, e risulteranno esemplari sia per coloro che aderiranno al metro giordanesco, che per quanti attueranno la svolta in chiave rococò. La mostra consente pertanto un approccio al prodotto artistico non solo a livello di interpretazione tematica, ma soprattutto in relazione al particolare linguaggio adottato dagli artisti in connessione alle proposte iconografiche formulate. Sul filo della narrazione che accompagna lo svolgimento dei diversi episodi, trovano pertanto opportuno risalto quegli elementi compositivi che siglano il passaggio dalla componente barocca a quella tardobarocca, come dalle rischiarate atmosfere arcadiche agli sviluppi in chiave rococò. Per l´area napoletana è stata presa in considerazione la produzione pittorica di artisti quali, Luca Giordano, Giacomo Farelli, Paolo De Matteis, Francesco Solimena, Giovan Battista Lam: Filippo Napoletano, Hendrick van Somer, Andrea De Lione, Salvator Rosa, Pietro Novelli, Mattia Preti a, Francesco De Mura, Corrado Giaquinto. Per l´area genovese, sono stati considerati soprattutto: il Grechetto, Giovanni Andrea e Giovan Battista Carlone, Anton Maria Vassallo, Sinibaldo Scorza, Giovan Battista Casoni, Valerio Castello, Bartolomeo Guidobono, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Alessandro Magnasco, Domenico Parodi, Paolo Gerolamo Piola, Carlo Giuseppe Ratti. Per l´area veneta: Giulio Carpioni, Pietro Liberi, Sebastiano Mazzoni, Giambattista Langetti, Pietro Negri, Francesco Maffei, Andrea Celesti, Antonio Carneo, Federico Cervelli, Antonio Bellucci, Sebastiano Ricci, Giovanni Antonio Pellegrini, Nicolò Bambini, Jacopo Amigoni, Giambattista Piazzetta. Sezioni considerate: Il momento della trasformazione Le tematiche affrontate all´interno delle Metamorfosi consentono di individuare alcuni percorsi caratterizzanti relativi a momenti liberatori, difensivi, consolatori o punitivi, come anche a situazioni nelle quali la divinità, per raggiungere il suo scopo, assume diverse sembianze. Il risultato del processo metamorfico offre pertanto spazio ad un´ampia varietà di soluzioni, verificabili sia attraverso le trasformazioni di Dafne e Siringa in piante, di Narciso in fiore, di Coronide in uccello, che per sostituzione, come nel caso di Ifigenia. All´interno del medesimo circuito il protagonismo di Giove si manifesta attraverso il ricorso ad una serie di metamorfosi, che compaiono all´interno dell´elaborata trama predisposta da Aracne, finalizzata ad illustrare gli amori illeciti degli dei. La suprema divinità olimpica assume pertanto le sembianze di toro per rapire Europa, di pioggia d´oro per sedurre Danae, e di cigno per unirsi a Leda. Le punizioni La serie di interventi punitivi permette di porre l´accento su testimonianze conflittuali, spinte spesso fino al limite della sopportazione fisica. I motivi che sono alla base degli interventi punitivi possono essere suddivisi o in ragione dei tradimenti, come nel caso della mortificante trasformazione di Io in vacca, e della conseguente uccisione di Argo, di Apollo che si vendica del tradimento di Coronide, di Vulcano che sorprende Venere e Marte, ma anche di Semele che viene incenerita a seguito dell´apparizione di Giove. Alla mancata ubbidienza nei confronti del potere superiore vanno ricondotti gli episodi relativi alle azioni di Diana nei confronti di Callisto e di Atteone, mentre agli atteggiamenti di sfida e di pretesa superiorità nei riguardi della divinità, vanno riferiti quelli di Niobe, Latona e Aracne. Nel circuito delle operazioni punitive trovano inoltre inserimento sia la vicenda di Progne, che dopo essersi finta Baccante per ritrovare Filomela, ricorre all´uccisione del proprio figlio per punire Tereo (macchiatosi del turpe adulterio consumato a danno della sorella), sia quella relativa ad Orfeo, e conseguente al suo isolamento, che risulterà provocatorio per le Baccanti, sì da determinarne la vendetta. La dimensione solare All´interno di tale sezione trovano spazio i riferimenti all´ambito operativo di Apollo, sia quale guida solare, che come promotore delle arti. Sono stati pertanto considerati quali momenti esemplari quelli della conduzione del carro del Sole (anche in connessione alla figura di Aurora), quello relativo all´abbinamento del dio con le Muse, e quello della contesa musicale con Marsia. Gli amori Nel complesso intreccio narrativo che accompagna lo svolgimento della trama ovidiana delle Metamorfosi sono le vicende amorose ad offrire una linea di continuità, contrassegnata spesso da episodi legati a trasformazioni. Se da un lato si assiste ad interventi eroici (Perseo e Andromeda), in alcuni casi è lasciato spazio ad intereventi consolatori (Bacco e Arianna; Atalanta e Ippomene) o ad eventi segnati dal dolore (Venere e Adone; Aci e Galatea). Spesso è il rapimento ad essere risolutore per una serie di circostanze caratterizzate da improvvisi trasporti amorosi. Al rapimento ricorrono Plutone, per appagare il proprio desiderio nei confronti di Proserpina, Borea per possedere Orizia, Nesso nel tentativo di sottrarre Deianira ad Ercole, ma anche Paride per potersi unire ad Elena. Infolink: www.Palazzoducale,genova.it    
   
 

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