Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Marzo 2003
 
   
  IL MERCATO ITALIANO DELL´INFORMATICA E DELLE TELECOMUNICAZIONI PERDE COLPI DOPO ANNI DI CRESCITA SOSTENUTA, LA DOMANDA AGGREGATA CALA. PESANO PERÒ ANCHE I RITARDI DEI PROGRAMMI DEL GOVERNO.

 
   
  Milano, 5 marzo 2003 - Assinform - Associazione Nazionale Produttori Tecnologie e Servizi per l´Informazione e la Comunicazione - ha comunicato i dati relativi all´andamento del mercato italiano dell´Ict (informatica e telecomunicazioni) nel 2002. I dati presentati confermano, con ancora maggiore evidenza, la situazione che già nel settembre scorso aveva fatto lanciare l´allarme dell´Associazione. "Quello che per primi avevamo previsto, è purtroppo divenuto realtà a fine anno - ha esordito il Presidente di Assinform, Giulio Koch - Nel 2002, dopo anni di crescita sostenuta, la domanda aggregata di informatica e telecomunicazioni si è addirittura contratta, risultando pari a 60.206 milioni di Euro, contro i 60.503 del 2001." Si tratta di una contrazione contenuta (-0,5%), ma significativa. Essa infatti va raffrontata con la crescita dell´8,3 % del 2001 e del 12,8 % del 2000 e va interpretata alla luce della frenata di tutte e due le componenti del mercato: telecomunicazioni e informatica. Le telecomunicazioni hanno generato nel 2002 un volume d´affari pari a 40.170 milioni di Euro, in crescita di un risicato +0,4 % (contro l´8,5 del 2001 e il 12,9 del 2000). L´informatica si è attestata a quota 20.036 milioni, con una regressione del -2,2 per cento (contro una crescita dell´8 % nel 2001 e del 12,6 nel 2000). "Il 2002 - ha precisato Koch - ha visto esaurirsi un ciclo di sviluppo importante, che aveva permesso al nostro Paese di recuperare, almeno parzialmente, i ritardi accumulati negli anni precedenti." Dal 2002 il mercato italiano dell´Ict non fa più eccezione in Europa (-0,4%). Accusa i colpi di un quadro macroeconomico stagnante, che induce le imprese a contenere gli investimenti in informatica; e questo mentre viene a mancare l´effetto-volano dei grandi investimenti in infrastrutture di telecomunicazione e mentre anche la telefonia mobile mostra segni di maturazione. "A tale frenata hanno contribuito anche le mancate spinte, attese dai programmi di Governo" - ha aggiunto Koch - "La Legge Finanziaria, come da noi denunciato in autunno, lascia pochi spazi agli investimenti Ict, introducendo viceversa una ferma volontà di razionalizzazione, soprattutto nel settore pubblico, senza la necessaria selettività delle spese da tagliare, a scapito dell´efficienza del sistema." "Il problema supera gli interessi del settore - ha concluso Koch - e va affrontato a tutti i livelli: istituzionale, perché gli investimenti Ict sono necessari per tener fede all´impegno di innovare e creare posti di lavoro; e imprenditoriale, perché non c´è futuro per le imprese che esitano ad investire in risorse essenziali per la loro crescita". "L´ingresso in un nuovo ciclo, denso di incertezze, non è avvenuto in modo brusco. I tassi di crescita hanno cominciato a flettere sin dal primo semestre del 2001, confermando anche il cambiamento delle forze che determinano l´andamento dei mercati. - ha commentato Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting, la società di ricerca che collabora con Assinform al monitoraggio del mercato Ict - La spesa in informatica è rientrata nell´ambito dei trend che governano le dinamiche degli investimenti strumentali; quella in telecomunicazioni, che interessa oramai 40 milioni di utenti, è entrata nelle dinamiche proprie dei mercati di massa. Nei prossimi anni la crescita del mercato Ict sarà funzione sempre più stretta del quadro congiunturale e della capacità, nell´ambito delle telecomunicazioni, di introdurre novità significative sul fronte dei servizi." Nel seguito le note di maggior dettaglio sull´andamento del mercato Ict nel 2002. Telecomunicazioni: + 0,4 per cento Nel corso del 2002, il mercato italiano delle telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) ha generato nel suo complesso un volume d´affari di 40.170 milioni di Euro. Rispetto al 2001, quando le vendite si erano attestate a quota 40.025 milioni (+8,5 %), la crescita è stata del tutto trascurabile, pari allo 0,4 %. "Oramai non si può più parlare di effetto statistico conseguente al confronto con anni di boom - ha commentato Giancarlo Capitani - Il mercato non cresce più per cause strutturali. Basti pensare all´esaurirsi della prima ondata di investimenti infrastrutturali per le reti a banda larga. E, ancora, e soprattutto, all´affievolirsi della spinta delle telecomunicazioni mobili, per effetto dei ritardi nell´introduzione di significative novità e dei limiti orami evidenti alla crescita del numero di utenti." Apparati e terminali in netto calo La chiusura del ciclo espansivo nelle telecomunicazioni è in effetti resa manifesta da un calo marcato della componente infrastrutturale, appena compensata dall´incremento dei servizi, telefonia mobile inclusa. Nel corso del 2002, la domanda di apparati e terminali è risultata pari a 9.805 milioni di Euro (- 11,6 % rispetto all´anno prima, quando invece era cresciuta del 6,3 %), mentre quella di servizi (voce, dati e a valore aggiunto su rete fissa e mobile) si è attestata a quota 30.365 milioni (+ 4,9 % rispetto al 2001, anno in cui la crescita era stata del 9,3 %). I servizi tengono grazie al cellulare e a Internet ... La tenuta dei servizi di telecomunicazione è dovuta soprattutto a quelli su rete mobile, che nel 2002 sono risultati pari a 14.240 milioni di Euro (+9 % sull´anno prima), mentre quelli su rete fissa (servizi a valore aggiunto inclusi) sono risultati pari a 16.125 milioni (+1,6 %). Nell´ambito dei servizi su rete fissa, è significativo il contrasto fra l´andamento dei servizi voce - pari a 10.515 milioni e in calo del 2,3 % - e l´andamento degli altri servizi su rete fissa, risultati pari a 5.610 milioni di Euro, in crescita del 10 %. Significativo è al riguardo il peso che va assumendo sulla rete fissa il traffico generato da Internet, oramai vicino ai 3000 milioni, in crescita del 30 % sull´anno prima e oramai pari al 18,5 % dei servizi su rete fissa. La telefonia mobile eguaglia la fissa, ma non spinge più come prima Il 2002 ha confermato il calo tendenziale dei tassi di crescita della telefonia mobile. La spesa media annua per utente torna a crescere dopo anni di contrazione - 356 Euro pro-capite (+4,4 %), 39 dei quali per i servizi non voce (+ 25,8 % inclusi gli Sms) - ma le performance degli anni scorsi sono oramai quelle di un mercato maturo. La telefonia mobile non può più contare sull´incremento del numero degli utenti. Il numero delle linee attive (in abbonamento e soprattutto a scheda prepagata) ha oramai raggiunto i 54,2 milioni (contro i 51 del 2001, i 42 del 2000 e i 30,3 del 1999). Da qui l´evidenza che il balzo degli anni scorsi potrà essere ripetuto solo con l´introduzione di novità di rottura (Umts, ecc.). L´importanza della telefonia mobile è comunque crescente. L´intero mercato ad essa riconducibile (apparati + servizi + terminali), ha raggiunto nel 2002 i 19.772 milioni (+4,5 %). La telefonia mobile ha così continuato una progressione che l´ha portata ai livelli della telefonia fissa, pari nel 2002 a 20.448 milioni (-3,4 %). Informatica: - 2,2 per cento Da tassi di sviluppo sostenuti degli ultimi quattro anni ad una contrazione del 2,2 %: il 2002 è stato un anno difficile per il mercato italiano dell´informatica, che nel 2001 risultava in crescita dell´8 % e nel 2000 del 12,6 %. In sostanza il mercato italiano dell´It ha perso rapidamente lo slancio degli ultimi anni. Quella riscontrata è una situazione simile a quella degli alti paesi europei, ma non per questo meno preoccupante. Pa, famiglie e piccole imprese frenano Nel corso del 2002 è infatti venuta a cadere non solo domanda delle famiglie, risultata pari a 820 milioni (- 9,5 per % sul 2001 e inferiore anche al dato del 2000) ma anche quella della Pa Centrale e dell´impresa. A quest´ultimo riguardo è significativo rilevare come la caduta della domanda si sia manifestata in proporzione inversa alle dimensioni. La piccola impresa ha investito in informatica 3805 milioni (- 5,2 % sull´anno prima), la media 4650 milioni (-1,3%) e la grande 10.761 (- 0,8%). "Tutto questo da conto di due realtà oramai tangibili - ha commentato Capitani - La prima è che nell´impresa l´informatica non fa più eccezione rispetto ad altre tipologie d´investimento. La seconda, forse più preoccupante, è che si va perdendo di vista la valenza innovativa dell´informatica, facendola rientrare nell´ambito dei progetti a ritorno immediato. Le stesse grandi imprese hanno continuato ad investire in soluzioni di Internet/intranet in modo conservativo, sostenendo progetti già avviati, anche nel caso dell´integrazione con clienti e fornitori". Significativo al riguardo è l´andamento dei comparti in cui convenzionalmente si suddivide il mercato dell´informatica (hardware, assistenza tecnica e servizi). Nel 2002, le vendite di hardware, pari a 5375 milioni di Euro, sono risultate in calo del 13,5 % (contro una crescita del 2,6 % nel 2001), quelle dei servizi di assistenza tecnica, pari a 975 milioni sono risultate ancora in calo (- 4,2 %), mentre quelle di software e servizi, pari a 13.686 milioni sono cresciute del 3,3 %, ma contro il 11,8 % dell´anno prima, e comunque non tanto da compensare il calo degli altri comparti. Hardware: anche i personal calano Alla contrazione del mercato dell´hardware (5.375 milioni, -13,5%) hanno contribuito tutti i segmenti. Nel primo semestre 2002 e rispetto allo stesso semestre dell´anno prima, le vendite in valore sono calate del 27,5 % per i server, del 56,6 % per le workstation, del 9% per lo storage, del 18,5 % per le stampanti e del 10 % per i personal computer. Alla deludente performance dei Pc, che mai finora avevano mostrato una dinamica simile, ha contribuito non solo il calo delle vendite in unità (2.823.000 pezzi nel 2002, contro i 2946.500 del 2001), ma anche il calo dei prezzi medi d´acquisto. Cosa che tuttavia non ha incoraggiato le famiglie, che con 750.000 a pezzi hanno acquistato l´11% in meno di Pc rispetto all´anno prima. La quota di Pc acquistata dalle famiglie è dunque scesa ancora. Oggi essa risulta pari al 26,4 %o contro il 28,4 % del 2001 e il 32,8 % del 2000. Ancora a riguardo dei Pc, solo i portatili risultano in netta crescita con 818.000 pezzi venduti nel 2002 (+12,6 % sul 2001), mentre la componente Pc server, e cioè dei sistemi destinati alle applicazioni distribuite e in rete calano a 108.000 unità (-20 %), a conferma della frenata dei nuovi progetti di informatica. Quanto alla consistenza del parco di Pc installati Italia, il dato è oramai importante: oltre 13 milioni di unità. Software e servizi: avanti adagio Nel 2002, alla dinamica del comparto del software e dei servizi di informatica (13.685, + 3,3 %) hanno contribuito, in modo quasi eguale, entrambe le componenti. I servizi hanno fatto registrare un volume d´affari pari a 9.764 milioni, in crescita del 3,4 % sull´anno prima, mentre il comparto del software, con un giro d´affari di 3.922 milioni, è cresciuto del 3 %. In entrambi i casi i tassi di crescita sono dunque calati di molto: nel 2001 risultavano rispettivamente pari al +12,4 e al +10,3 %. Infine, va rilevato che la domanda di servizi è stata trainata soprattutto dai servizi di oursourcing (+7,5%) e di systems integration (+6%) e di consulenza (+4%). Il che va a conferma di una domanda It orientata alla razionalizzazione dei sistemi informativi, alla sicurezza e disponibilità delle applicazioni e ad una migliore gestione del patrimonio informativo aziendale (Crm, business intelligence).  
   
 

<<BACK