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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2003
 
   
  UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

 
   
  Bruxelles, 10 marzo 2003 - La discussione congiunta dell´11 marzo verterà su vari aspetti dell´Unione economica e monetaria. La prima relazione, elaborata da José Manuel García-margallo Y Marfil (Ppe/de, E) sull´analisi dell´attuale situazione e gli orientamenti generali di politica economica, rileva che la ripresa economica europea, come quella mondiale, è rallentata sia a causa dei bassi livelli di investimenti pubblici e privati sia per la debole crescita della produttività. L´inflazione si è stabilizzata ma si mantiene su livelli elevati, mentre la disoccupazione si aggrava e l´invecchiamento della popolazione è sempre più marcato. Una politica basata sulla domanda a breve termine dovrebbe quindi evitare di mettere in questione la stabilità macroeconomica e di sottrarre risorse necessarie ad affrontare il problema dell´invecchiamento della popolazione. I parlamentari sono favorevoli ad un´applicazione intelligente e flessibile del Patto di stabilità e apprezzano le modifiche procedurali introdotte dalla Commissione che ha proposto orientamenti a medio termine della politica economica, ha reso interdipendenti gli indirizzi europei nel settore dell´occupazione, integrando la strategia per lo sviluppo sostenibile. Tali modifiche dovrebbero però essere completate aggregando le politiche fiscali e proponendo una riforma delle pensioni compatibile con la politica monetaria, utilizzando questa procedura unificata come base per l´adozione del bilancio dell´Ue e dei bilanci nazionali. La liberalizzazione dei mercati, che deve essere ampliata e promossa dagli Stati membri, potrebbe comportare un calo delle pressioni inflazionistiche e dare finalmente alla Bce (costretta ora a mantenere una rigida sorveglianza monetaria) un maggiore margine di manovra per allentare la politica monetaria. Per raggiungere i progetti ambiziosi su scala europea e garantire gli investimenti in risorse umane e R&s, sono necessari maggiori impegni finanziari e una più ampia promozione dell´imprenditorialità. Il Piano d´azione per i servizi finanziari e il Piano d´azione per i capitali di rischio devono essere pienamente applicati per contribuire alla crescita economica, mentre il mercato del lavoro deve coinvolgere maggiormente le donne e i lavoratori anziani, aumentando magari l´età effettiva del pensionamento. Occorre infine sopprimere le regolamentazioni fiscali che falsano la concorrenza e attuare una graduale convergenza di molte tasse come l´Iva, la tassa sull´energia, l´imposta sulle società e la tassa sui fondi pensionistici. La risoluzione menziona la necessità di garantire la responsabilità sociale delle imprese nel settore privato e suggerisce di prendere in esame la fatturazione in euro delle forniture di materie prime ed energia, per avvalorare il ruolo di rappresentanza della zona euro nelle istituzioni internazionali e multilaterali. Programmi di stabilità e convergenza - La relazione di Bruno Trentin (Pse, I) sulla valutazione dell´esecuzione dei programmi di stabilità e convergenza esprime anzitutto una critica verso gli errori di previsione economica e monetaria commessi dalle istituzioni europee negli anni 2001 e 2002, risultato di una politica "attendista", che contava soprattutto sulla ripresa americana, senza portare avanti le riforme strutturali di cui l´Europa ha bisogno. Così si spiegherebbe il ritardo di varie economie europee nella realizzazione degli obiettivi fissati a Lisbona. Una spiegazione più coerente delle proposte della Commissione europea avrebbe invece permesso un coordinamento più efficace delle politiche economiche sociali ed ambientali. Occorre forse introdurre tra i criteri e gli obiettivi del Patto di crescita e stabilità alcuni indicatori che consentano una governance più efficace del Patto, per adattarlo alle varie realtà nazionali, senza incidere sugli obiettivi di riduzione del disavanzo e del debito pubblico. Tutti gli strumenti del coordinamento economico e finanziario dovrebbero integrare in modo coerente gli obiettivi della strategia di Lisbona definendo tappe intermedie (2005) per recuperare i ritardi accumulati e conseguire nel 2010 risultati sostanziali nell´attuazione della strategia. La commissione per i problemi economici e monetari chiede infine che in occasione del Vertice di primavera i capi di Stato e di governo intensifichino gli sforzi per introdurre le riforme necessarie affinché "gli ambiziosi obiettivi di Lisbona non restino semplice utopia". Criteri di convergenza: il caso svedese - La relazione di Olle Schmidt (Eldr, S) è dedicata alla valutazione della situazione svedese rispetto ai criteri di convergenza all´Uem. Ai sensi del Trattato di Maastricht, la Svezia è tenuta ad aderire alla cooperazione in ambito Uem quando saranno soddisfatti tali criteri. Diversamente dalla Danimarca e dal Regno Unito, la Svezia non dispone di una clausola di esclusione (opt-out) per quanto riguarda l´adesione all´Unione economica e monetaria ma è stata designata, insieme alla Grecia, come "Stato membro con deroga" e sarà tenuta, in quanto tale, a introdurre presto o tardi la moneta unica (il 14 settembre 2003 si terrà infatti un referendum nazionale in proposito). D´accordo con la Commissione europea, la relazione sottolinea che la Svezia attualmente non soddisfa tutti i criteri di convergenza, soprattutto per quanto riguarda la compatibilità della legislazione nazionale con gli impegni previsti dal Trattato, in particolare per quanto concerne l´indipendenza della banca centrale svedese. La Svezia, infine, dovrebbe mirare attivamente alle riforme strutturali e adottare misure volte a migliorare la concorrenza al fine di prepararsi all´adesione alla zona euro. Finanze pubbliche nell´Uem - La commissione per i problemi economici e monetari ha espresso sostegno al Patto di crescita e stabilità, adottando la relazione di Manuel Dos Santos (Pse, P), sull´analisi per il 2002 delle finanze pubbliche nell´Uem. L´organo parlamentare è favorevole ad un´applicazione flessibile del Patto che tenga conto dei disavanzi nazionali, come proposto dalla Commissione europea, ma scoraggia i tentativi di escludere alcune voci di spesa dal calcolo dei disavanzi. La relazione approvata sottolinea che la discussione sul miglioramento del Patto non ne giustifica comunque la mancata osservanza. Alcuni deputati hanno chiesto, senza successo, l´introduzione di una "regola d´oro" per alcune spese specifiche, mentre altri hanno proposto di adottare nuovi criteri nell´applicazione del Patto, come l´inflazione, l´occupazione o il carico finanziario determinato dall´invecchiamento della popolazione. L´organo parlamentare accoglie con favore l´impegno a ridurre annualmente il disavanzo strutturale dello 0,5% del Pil, specialmente in Germania, Francia, Italia e Portogallo, allo scopo di raggiungere una situazione prossima all´equilibrio, pur sottolineando che il Patto lascia sufficienti margini di manovra in periodi di crisi per i Paesi "che non hanno abusato del loro bilancio". I deputati consigliano di evitare le politiche di bilancio procicliche in generale e in qualunque frangente politico, non solo nei periodi di congiuntura favorevole, e chiedono che i principi di base del Patto di stabilità siano contenuti nel futuro trattato costituzionale. Al dibattito in Parlamento sarà presente il commissario Solbes, secondo il quale esistono differenze significative fra Francia e Germania in relazione all´applicazione del Patto di stabilità: in Germania l´economia soffre ancora degli effetti della riunificazione e il disavanzo strutturale sta diminuendo, mentre in Francia la crescita economica è più forte ma il disavanzo sta aumentando. La Francia dovrebbe cercare di ridurre di mezzo punto il disavanzo strutturale "entro il 2003" e la Germania potrebbe registrare maggiori successi avviando le riforme del mercato del lavoro e del sistema di assistenza sociale. Per quanto riguarda l´Italia, il commissario ha affermato, in un incontro con la commissione parlamentare competente, che il governo dovrebbe chiarire la propria strategia fiscale.  
   
 

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