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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2003
 
   
  A VILLA D´ESTE WORKSHOP AMBROSETTI

 
   
  Villa d´Este, 10 marzo 2003 - Si è tenuto nella splendida località sul Lago di Como l´ormai "storico" seminario Ambrosetti che riunisce molte personalità dell´ economia, della politica e dell´industria per uno scambio di vedute e di opinioni sulla situazione dell´economia italiana ed anche mondiale. Su questa edizione primaverile del 2003 ci è parsa aleggiare, rispetto al passato, una forte incertezza e molta preoccupazione dovute ai vari fattori di crisi internazionali, sia per la guerra ormai ritenuta generalmente imminente (anche se qualcuno ancora pensa....Anzi spera in possibilità di evitarla) sia per la ritardata prevista (sperata) ripresa dell´economia americana, la debolezza del dollaro - aggravata dall´enorme debito degli Usa e dalla situazione della Borsa. Una nota di (apparente) ottimismo è venuto dalle parole del Ministro dell´Economia Giulio Tremonti che ha ssicurato che la situazione dei conti pubblici italiani è "abbastanza" sotto controllo, anche in un clima economico, sociale e politico difficile come l´attuale. In ogni modo, forse (magra) consolazione, pare che l´Italia da questo punto di vista stia meglio di altre nazioni sino ad ora considerate di esempio e di "locomotiva" per l´economia europea. Nessuno, in questo momento, si azzarda a fare previsioni a lungo (e a medio) termine, anche se il Presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn dice di avere molta fiducia - con il nuovo Presidente Lula - nella ripresa del Brasile, da tempo uno dei punti deboli mondiali; minori speranze di risolvere la situazione argentina sembrano in questo momento possibili. E´ estremamente necessario, comunque, che le nazioni più industrializzate si adoperino per la ripresa di un rapporto più equo di scambi commerciali con quella parte - oltre la metà della popolazione mondiale - che versa in condizioni di povertà. Una tale politica, in un mondo lacerato dai contrasti, alle porte di una nuova guerra, rappresenterebbe anche un modo per arginare rabbia e risentimento. "E´ una questione vitale - ha affermato Wolfensohn - Oggi oltre 5 miliardi di persone sono a tutti gli effetti fuori dal mondo industrializzato, ma non dimentichiamoci che il loro atteggiamento ha un impatto notevole sullo stesso mondo industrializzato" In altre parole, se ripresa ci sarà (si tratta solo di vedere quando) questa non potrà fare a meno di una diversa politica sociale ed economica verso i paesi "poveri" che - con il grande numero di persone coinvolte - potranno fors rappresentare una "chance" per i paesi "ricchi", anche per una maggiore tranquillità e sicurezza.  
   
 

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