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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2003
 
   
  PENSIONI COMPLEMENTARI TRANSNAZIONALI PIÙ VICINE

 
   
  Bruxelles, 10 marzo 2003 - Il voto positivo della commissione per i problemi economici e monetari sulla posizione comune del Consiglio avvicina, dopo 12 anni, la possibilità di introdurre regimi di pensioni complementari transnazionali in tutta l´Ue. La legislazione permetterà ai lavoratori che cambiano residenza di trasferire anche la loro pensione e sarà particolarmente utile per le multinazionali che operano nell´Unione: secondo la Commissione europea, infatti, potranno risparmiare fino a 40 milioni di euro se sarà data la possibilità di accorpare vari regimi in un fondo unico. Il cambiamento demografico e l´invecchiamento della popolazione, nonché il fatto che molti regimi pensionistici nazionali sono basati sul principio della "ripartizione", inoltre, richiedono lo sviluppo ulteriore degli schemi pensionistici aziendali e professionali quale secondo pilastro del sistema previdenziale. La legislazione è basata sulla supervisione dei regimi pensionistici del Paese di residenza e sul principio della "prudenza", ovvero l´obbligo per il fondo pensionistico di equilibrare gli investimenti fra crescita del capitale e reddito in base alla struttura dell´età dei membri del fondo, garantendo così dotazioni finanziarie sufficienti per chi va in pensione. La direttiva prevede, in effetti, che lo Stato di residenza fissi delle regole specifiche di investimento tali da garantire che i beni disponibili del fondo siano investiti nel miglior interesse dei membri, che l´istituto sia registrato e che presenti una relazione contabile annuale. E´ stato fissato un tetto del 70% di beni da investire in azioni, titoli trattati come azioni e obbligazioni di società, con una disposizione per un limite inferiore per le pensioni, garantendo un tasso di interesse a lungo termine. L´attenzione è ora focalizzata su alcuni emendamenti proposti dalla commissione per gli affari economici e monetari. Non sono stati apportati cambiamenti alle regole di investimento tecnico, ma molti emendamenti riguardano questioni in merito alle quali le prassi variano da Paese a Paese sulle indennità di assistenza sociale come la disabilità o le pensioni di reversibilità e i limiti per la pensione erogata "una tantum". In un emendamento si cerca di assicurare che l´opzione della copertura della disabilità e la reversibilità sia offerta (il cosiddetto "rischio biometrico") se richiesta dalle parti sociali. Ciò non avviene, ad esempio, nel Regno Unito, dove l´industria ha espresso il timore di un significativo aumento dei costi. Nella posizione comune non si parla dell´uso di una pensione erogata "una tantum" (come avviene in Uk), mentre l´organo parlamentare introduce la condizione che sia utilizzata "allo scopo specifico di garantirsi una copertura finanziaria per la vecchiaia". Altri emendamenti mirano a chiarire il testo, a potenziare il controllo dei fondi pensionistici mediante la creazione di registri nazionali e a migliorare l´informazione obbligando il fondo a fornire ogni anno ai membri i dettagli sul valore del fondo e sul livello dei diritti individuali maturati.  
   
 

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