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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Dicembre 2006
 
   
  DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO FERRERO-WALDNER SUL VERDETTO DEL TRIBUNALE LIBICO NEL PROCESSO RIGUARDANTE PERSONALE MEDICO BULGARO E PALESTINESE COINVOLTO NEL CASO BENGASI

 
   
  Bruxelles, 20 dicembre 2006 - Il tribunale penale libico ha confermato ieri la condanna a morte del personale medico bulgaro e palestinese coinvolto nel caso Bengasi. Il commissario per le relazioni esterne e la politica di vicinato Benita Ferrero-waldner ha reagito con la seguente dichiarazione: “Questo è un verdetto che non possiamo assolutamente accettare. Auspichiamo che il caso sia deferito a un´autorità superiore. Mi auguro di tutto cuore che si dia prova di clemenza nei confronti del personale medico, in quello spirito di rispetto reciproco e di compassione umanitaria che ha caratterizzato gli intensi colloqui svoltisi tra l’Unione europea, gli altri partner e le famiglie dei bambini di Bengasi. ” Il 25 dicembre 2005 la Corte suprema ha annullato la prima condanna a morte e riaperto il caso. La Commissione, inoltre, ha seguito da vicino la tragedia di Bengasi, dove più di 400 madri e bambini hanno contratto il virus dell’Hiv/aids, e collabora strettamente con le autorità libiche in tale contesto. Nel novembre 2004, l’Ue ha varato il “piano d’azione per la lotta all’Hiv a Bengasi”, nel cui ambito si fornisce assistenza tecnica e medica al Centro di immunologia e malattie infettive di Bengasi, si contribuisce all’inserimento sociale dei pazienti e dei loro familiari e si aiutano le autorità libiche ad elaborare un programma nazionale di lotta all´Aids. Il commissario Ferrero-waldner ha dichiarato al riguardo: “Ci stiamo adoperando con il massimo impegno per offrire cure migliori ai bambini affetti dal virus e permettere loro di riprendere una vita normale. Dopo gli ottimi risultati ottenuti con il piano d’azione per la lotta all’Hiv a Bengasi, varato due anni fa, il nostro intervento proseguirà attraverso il Fondo internazionale per Bengasi, a cui contribuisce attualmente un gran numero di governi, imprese e organismi pubblici. ” Procedono bene le attività avviate nell’ambito del piano d’azione, attuato dalle autorità libiche con il sostegno della Commissione e degli Stati membri dell’Ue. La Commissione ha già stanziato 2 milioni di euro sul bilancio comunitario. Numerosi Stati membri dell’Ue si stanno preparando a contribuire al piano d’azione dell’Ue per Bengasi. Cinque infermiere bulgare (Kristiana Vulcheva, Nasya Nenova, Valentina Siropulo, Valya Chervenyashka e Snezhana Dimitrova) e un medico palestinese (Ashraf Al Hagoug) sono detenuti in Libia dal 1999, quando nell’ospedale di Bengasi è scoppiata un’epidemia di Hiv/aids. L’ue ha ripetutamente espresso serie riserve in merito agli elementi sui quali sono stati fondati i capi d’imputazione e il processo, alle condizioni detentive e ai ritardi del procedimento, esortando più volte le autorità libiche a garantire un processo equo. Per ulteriori informazioni: http://europa. Eu. Int/comm/external_relations/lybia/intro/index. Htm .  
   
 

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