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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Marzo 2003
 
   
  VIU-IN DI OPTIWORK DI ROBERTO RABACCHI AL FASHION INSTITUTE OF TECHNOLOGY DI NEW YORK

 
   
  Milano 17marzo 2003 Un paio di occhiali Viu-in, nel cuore di Manhattan. Il marchio "sopra le mode" creato dal giovane talento emiliano Roberto Rabacchi, a soli tre anni dall´esordio, è già entrato nella storia della moda: il prestigioso Fashion Institute of Technology di New York lo ha chiamato a rappresentare lo stile italiano contemporaneo nel corso della mostra "Fashion, Italian Style", dall´11 febbraio al 12 aprile. Un´antologia sulla moda italiana in cui Viu-in, con le sue montature in tessuto nate per dare una sterzata al conformismo degli occhiali "comuni", entra di diritto, in quanto elemento saliente della storia del costume. Storia ricostruita dalla direttrice del Fit, Valerie Steele, attingendo dal patrimonio infinito della moda italiana una serie di pezzi d´autore al fine di mostrarne il percorso compiuto dagli anni ´70 ad oggi. Tra queste icone dell´estetica figura anche Clara, un modello della linea Viu-in che Roberto Rabacchi definisce "modern aristocratic": l´allure del tessuto rigato racchiusa tra paratie di acetato di cellulosa trasparente, con una forma tondeggiante da diva anni ´60. Un archetipo forte, definito, che il Fit ha immediatamente recepito tra i 40 pezzi deputati a comunicare l´evoluzione dell´accessorio-occhiale nel corso del tempo. Scopo della mostra è infatti quello di enucleare le macrotendenze che hanno tracciato i canali del gusto collettivo negli ultimi vent´anni. E Viu-in, dopo soli tre anni di vita, è già in questo ambito d´elezione. Il merito è dell´equipe creativa di Optiwork, società creata nel 1998 da Rabacchi con il fine di dare vita a un prodotto originale, in grado di sconfessare luoghi comuni o forzature glamour. Il nome stesso della collezione indica la sua natura: Viu-in, dall´inglese "guardare dentro"; ergo, seguire una filosofia creativa che interpreta la moda come fenomeno socio culturale con radici complesse. Ecco allora che nasce l´occhiale in tessuto da gemellare all´abito, da trasformare in complemento unico grazie a colori, geometrie, forme: pizzo, pattern rigati, check, ingabbiati in morfologie avant-garde o suggestivamente retro. Per far parlare all´occhiale un linguaggio sui generis, per svincolarlo dall´entità di marchio e renderlo elemento dotato di personalità affine a chi lo indossa. Ora, l´apprezzamento del Fit conferma la validità di un´impostazione concettuale che privilegia l´unicum, la personalità, l´anti-omologazione.  
   
 

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