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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Marzo 2003
 
   
  LA BIENNALE DI VENEZIA - 50° MOSTRA INTERNAZIONALE D´ARTE "SOGNI E CONFLITTI; LA TIRANNIA DELL´OSSERVATORE" 15 GIUGNO - 2 NOVEMBRE 2003- ANTEPRIMA: 12-13-14 GIUGNO 2003

 
   
  Venezia 18 marzo 2003 - Sì, non vi state sbagliando: John Smith é l´artista che quest´anno rappresenta l´Estonia alla Biennale di Venezia con il progetto intitolato "Marko und Kaido". Invece dei video, l´Estonia presenta in questa edizione la storia della vita di Marko e Kaido, narrata in dipinti e installazioni. La vicenda é in verità una storia di provincialismo e di sogni provinciali, la nostra risposta all´idea che sta alla base della 50° Biennale di Venezia, "Sogni e conflitti" proposta dal curatore Francesco Bonami. La mostra si svolge in un appartamento e un giardino, adatti dal punto di vista concettuale, nei pressi di Palazzo Grassi. John Smith, naturalmente, é un personaggio fittizio, il Personaggio Concettuale in costante cambiamento creato da due artisti, Marko Mäetamm e Kaido Ole, che per anni hanno condiviso uno studio. In queste circostanze, dal loro lavoro fianco a fianco, nasce il terzo uomo, John, con un terzo punto di vista. John é un ... Idiota, se la definizione di Deleuze e Guattari del concetto di "Personaggio Concettuale" viene presa letteralmente. Come artista John é un novellino, ha iniziato a partecipare alle mostre solo pochi anni fa. A Venezia il personaggio misterioso e in continua evoluzione di John si ferma almeno per un minuto, e rivela i suoi segreti in forma di racconto autobiografico: John é un immigrante tedesco di origini polacche che dopo lunghi studi al Goethe Institute di Stoccarda diviene un tecnologo genetico. L´istituto lo manda a studiare la "popolazione media" di Rapla, una città provinciale nella provinciale Estonia (in passato contea provinciale dell´Unione sovietica, sta ora diventando rapidamente la provincia dell´Unione Europea). Lavorando come insegnante d´arte al liceo locale, egli scopre due ragazzi assolutamente nella media, Marko e Kaido, che assomigliano incredibilmente agli artisti Mäetamm e Ole e divengono oggetto dei suoi studi. Smith li segue per quasi quarantanni di un´esistenza tremendamente noiosa; inizia gradualmente a sospettare che il suo lavoro sia privo di singificato, e ad un certo punto smette di inviare i propri rapporti all´istituto di Stoccarda, dove si erano in realtà dimenticati di lui già da tempo. Subito dopo però qualcosa di strano accade nel cortile della casa che Kaido e Marko condividono: i due iniziano a costruire un razzo. Quasi fossero i fratelli strambi dello Ziggy Stardust di David Bowie, o Wallace e Gromit, Kaido e Marko decidono di lasciarsi alle spalle la polverosa Rapla e "scappare verso le stelle". Ritti a fianco di grandi uomini come Martin Luther King, Marko und Kaido potrebbero affermare con altrettanto orgoglio: Noi avevamo un sogno! Non occorre sottolineare che il loro tentativo é un fallimento... Il "programma spaziale" di Kaido e Marko é solo un progetto ottimistico, infantile e idiota quanto quello dello stesso John Smith. Potremmo persino affermare che essi formano un´unità concettuale. Dietro questa "follia del villaggio" concettualizzata, però, emerge il materiale semi-autobiografico di Mäetamm e Ole, che sono entrambi ragazzi provenienti da piccole città, anche se se ne sono andati, e conoscono bene la percezione e lo stile di vita provinciale. (Un progetto artistico costituisce un modo grandioso per mettersi in contatto con le proprie radici, no? Avrebbero dovuto essere selezionati per Documenta da un pezzo!) I soggetti di John sono tutto tranne che straordinari; il suo stile pittorico d´altronde é assolutamente fantastico. I suoi dipinti non hanno la caratteristica che siamo soliti definire "pittorica", quel che conta é la pura immagine. I quadri di John sono realizzati dai due artisti, ma non rivelano mai il loro "vero" autore. La straordinarietà dei dipinti di John é costantemente in conflitto con il soggetto, ma l´aspetto emozionante consiste nel fatto che con un poco di abilità tecnica tutti potrebbero eseguirli: possiamo perciò affermare che l´arte di John Smith é sotto ogni aspetto l´arte dell´uomo comune. Infolink: www.Scca.ee/main.html www.Artecommunications.com    
   
 

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